Ospiti dei Maharaja
a cura di Sahara Sebastiani
Colori, profumi, suoni, emozioni, vibrazioni… Un viaggio in India ha sempre un sapore magico, come se ci si trovasse immersi per incanto in una leggenda senza tempo dove passato e futuro, tradizioni e storia, sfumano delicatamente per creare una realtà unica. E se poi la meta del viaggio è il Rajasthan, la terra dei maharaja, allora tutto questo si esalta e diventa qualcosa di destinato a rimanere impresso per sempre tra i ricordi più cari. Forse è per questo che molti considerano il Rajasthan, a dispetto della sua collocazione geografica a nord del Paese, come il cuore dell’India: un cuore vivo e pulsante, che trova un’enorme energia nelle sue stesse millenarie contraddizioni e che, proprio per questo, non manca mai di stupire e affascinare.
Merletti in muratura
Il mezzo più comodo per raggiungere il Rajasthan dall’Italia è ovviamente l’aereo: conviene puntare su Delhi e poi, da qui, tracciare un itinerario ideale che tocchi Jaipur, Mandawa, Bikaner, Jaisalmer, Jodhpur, Ajimer. E se nessuno può rimanere insensibile davanti alla straordinaria bellezza del Palazzo dei venti di Jaipur, un merletto in muratura costituito dalla sola facciata, dove un tempo le donne si nascondevano per spiare inosservate quanto accadeva per strada, altrettanta emozione regalano la maestosità dei palazzi, la cornice mistica e imponente dei templi, il colorato susseguirsi di negozietti e bancarelle dai quali emana il pungente profumo delle spezie.
I colori, soprattutto, sono importanti: scolpiscono nella mente le immagini più profonde, incancellabili. Come il giallo intenso che tinge al tramonto le torri del forte di Jaisalmer, miraggio di pietra che diventa realtà. O come l’azzurro intenso delle case di Jodhpur, rifugi di fate ammantate di veli sgargianti e gioielli che brillano al sole. O come il bianco abbagliante dei palazzi di Udaipur che sembrano in procinto di tuffarsi nelle acque placide del lago Pichola.
Nella riserva di Sariska
Ma gli spunti interessanti iniziano presto anche per chi in vacanza non si stanca mai di approfondire la sua conoscenza con il mondo degli animali. E non è solo per gli elefanti che invadono placidi la carreggiata e vengono usati come comuni mezzi di trasporto. Ne’ per gli incantatori di serpenti accucciati all’ombra degli alberi. Già sulla strada che da Alwar porta a Sariska ci si imbatte in quella che è, a giusta ragione, la più celebre riserva protetta di tigri del mondo, la riserva di Sariska, appunto. Per visitarla comodamente la cosa migliore è fermarsi almeno un giorno a Sariska, magari per togliersi la soddisfazione di passare almeno una notte nello splendido palazzo del maharaja di Alwar: un tempo il signore del luogo vi soggiornava con i suoi ospiti, oggi è stato trasformato in un magnifico hotel.
Costituita nel 1978, la riserva di Sariska copre circa 800 metri quadrati di boschi e colline: è il regno incontrastato della Pantera tigris o Felis Tigris, il luogo che ha permesso a questo bellissimo felino, superbo per mole e per ferocia, di non estinguersi. Ed è infatti qui che, con un pizzico di fortuna, può ancora accadere di veder spuntare tra il verde della boscaglia la sua folta pelliccia color giallo oro solcata dalle caratteristiche strisce nere.
Ma la riserva di Sariska è rifugio anche per molte altre specie animali interessanti: vi vivono infatti pericolosi mammiferi come leopardi e pantere, e anche sciacalli e porcospini, iene e furetti, scimmie e linci, manguste e cinghiali. Tra gli esemplari più particolari che la popolano, un accenno “speciale” meritano i simbar, timidi daini notturni alti fino a un metro e mezzo, e i loro parenti stretti chital, daini stupendi ed elegantissimi grazie al manto maculato: la loro pelle è così pregiata che, in passato, ha provocato una caccia smodata alla specie, tanto che per i chital il rischio estinzione è stato davvero molto elevato. E almeno due parole sono necessarie anche per ricordare i nilgai, ovvero le antilopi dalla tipica colorazione nero-bluastra.
Birdwatching a Keoladeo Ghana
Più adatta agli amanti dell’ornitologia, e agli appassionati di birdwatching in generale, è una sosta a Bharatpur, nei cui pressi si trova la riserva di volatili di Keoladeo Ghana, la più importante di tutta l’India, al centro di un parco che si estende su circa 30 chilometri quadrati e che deve il suo nome al tempio Siva Keoladeo. Le sue interessanti origini meritano una breve digressione: il fiume Gambir, che bagna la zona, veniva un tempo fatto tracimare ad arte dai contadini durante la stagione delle piogge così da creare terreno fertile per l’agricoltura, solo che poi, quando le acque si ritiravano, lasciavano ampi spazi di terra paludosa che non tardarono a rivelarsi come habitat ideale per parecchie specie di uccelli. Ed è proprio per questo che, ancora oggi, ogni inverno si danno appuntamento qui migliaia di volatili provenienti da tutta l’Asia: si calcola che siano più di 360 le specie che ne fanno meta delle loro migrazioni e, tra queste, compaiono cormorani, aironi, uccelli del paradiso, fenicotteri, gru, cicogne, anatre, gallinelle, oche…
Templi, tigri, coccodrilli…
Lungo la linea ferroviaria Bombay-Kotah- Delhi, giusto nei pressi della città di Kotah, ci si imbatte in un altro importante parco faunistico protetto: è il parco di Sawai Madhopur dove, sotto un cielo azzurro costantemente arabescato dai voli di migliaia di pernici, pavoni, colombi verdi, avvoltoi reali, galli cedroni, quaglie, pigliamosche del paradiso, aquile, cicogne nere e gufi maculati, vivono indisturbati oltre 40 esemplari di tigri, ma anche cinghiali e iene, pantere e sciacalli, antilopi blu e gazzelle.
Sempre nelle vicinanze di Kotah si trovano altre due interessanti riserve che vale la pena di visitare, ovvero quella di Darrah e quella di Bhenshrod Garh, mentre se ci si reca d’inverno all’interno della riserva nazionale Gavial, lungo il fiume Chambal, ci si può fare accompagnare in barca per un curioso safari fotografico alla ricerca del gaviali, il coccodrillo dal caratteristico muso allungato che i locali hanno ribattezzato gharials.
Ma si diceva, all’inizio, di quel luogo stupendo che è un po’ il cuore stesso del Rajasthan, cioè il deserto del Thar. Non è solo per il sottile incanto che sembra avvolgere le sue dune dorate che ritorniamo sull’argomento: ne riparliamo perché è nel Thar che sorge la città di Bikaner, famosa in Oriente perché ospita l’unico allevamento di dromedari di tutta l’Asia e, per di più, la razza di Bikaner è considerata in assoluto la più resistente al mondo.
Alla fiera del bestiame
Inoltre, una sosta a Bikaner consente di visitare con calma la riserva di Gajner, che si trova a circa 30 chilometri dalla città: una vera e propria oasi verde in pieno deserto popolata da antilopi blu, galli cedroni siberiani, cervi neri. La riserva, che all’epoca d’oro dei maharaja costituiva il territorio dio caccia privato del maharaja Ganga Singh, conserva al suo interno un fastoso padiglione imperiale affacciato su un insospettabile lago (ricordiamoci che siamo nel deserto!) che ancora oggi viene spesso utilizzato dagli appassionati di birdwatching come… albergo.
Un viaggio in Rajasthan, comunque, non può concludersi senza aver dedicato almeno una tappa
alla città sacra di Puskar, dove tra l’altro
si tiene, una volta all’anno, la più grande fiera del bestiame di tutta l’India, un evento che richiama migliaia di persone da tutto il Paese e anche dall’estero.
Qui, facendosi guidare dal colorato rincorrersi
dei vicoli, si arriverà per forza ai templi bianchi che circondano il laghetto di Brhama, dove di notte solamente le scimmie hanno il permesso
di entrare, quasi fossero ancestrali sentinelle di un mondo irraggiungibile.
Consigli utili
Per maggiori informazioni sull’India in generale e sul Rajasthan in particolare: http://www.indiatourismmilan.com/.
Voli diretti per l’India sono garantiti da Air India, http://www.airindiacom/, e da Alitalia http://www.alitalia.it/