Grandi e piccoli elementi di design, famosi studi di architettura e giovani stylist per creare nuovi concept
Emanuele Svetti progetta l’Osteria Moderna di Arezzo
Questa storia comincia con “C’era una volta… l’osteria”.
L’osteria era un punto di ritrovo per i paesani e un luogo dove i viaggiatori potevano trovare ristoro. All’osteria non si era mai soli e un buon bicchiere di vino si beveva e si beve ancora oggi più volentieri, quando si è in compagnia. Un luogo, che ha il sapore di un tempo antico e di una ritualità perduta, oggi ritorna di attualità e si rinnova attraverso un progetto di ristorazione firmato dall’architetto Emanuele Svetti di Studio Svetti Architecture.
Si chiama proprio Osteria Moderna il nuovo locale che ha aperto i battenti all’uscita del casello di Arezzo: città di Vasari, Petrarca, Guido d’Arezzo e Piero della Francesca, gioiello immerso nel cuore della Toscana. Un concept nato 5 anni fa, nello Studio di Architettura Toscano, che oggi vede finalmente la luce, come un segno di speranza.
Questa location si propone concettualmente come una moderna osteria destinata a chi viaggia, per la sua naturale collocazione, facile da raggiungere per chi si trova a percorrere l’Autostrada del Sole da Nord a Sud o viceversa, senza tralasciare l’opportunità che diventi anche un punto di riferimento per una clientela locale. Se da una parte è vero che il concept progettuale si rifà a un luogo della memoria, occorre altresì sottolineare il tema della contemporaneità del disegno. Nel caso di Osteria Moderna, il colore è stato il punto di partenza, una tonalità cromatica cara alla città: l’amaranto, nella sua particolare tonalità di rosso, calda e avvolgente, che si palesa all’interno del locale in modalità “full-color”.
Secondo Svetti, il rosso è il colore dell’energia ma anche quello del vino tanto caro a questa terra.
Come accadeva in passato, anche all’Osteria Moderna, si viene accolti nell’area “mescita”, che oggi come allora funge da filtro tra chi desidera fermarsi per una breve pausa e chi invece è in cerca di un luogo dove potersi accomodare. Attraverso un sistema di setti metallici, realizzato su disegno dello studio, si accede all’area ristorante, dove si può consumare un pasto in un’atmosfera elegante e rarefatta, caratterizzata dal colore uniforme dell’ambiente su cui si integrano, con un uso calibrato, quasi come incisi, elementi metallici ed inserti in cemento.
Realizzato come fosse una superficie continua, il pavimento è in resina epossidica, con inserti realizzati in graniglia decorata e ad effetto terrazzo alla veneziana, che creano un mix materico-cromatico anticonvenzionale.
I tavoli in metallo, dalle linee rigorosamente minimal accolgono un piano in cemento grigio levigato, a ricordo e rielaborazione dei vecchi arredi delle trattorie dove il legno ed il marmo la facevano spesso da padrone.
Viaggiare da casa con Carpet Edition
Con i prodotti Carpet Edition viaggiare rimanendo a casa è possibile: dagli Stati Uniti d’America al Perù, con una piccola pausa italiana. Vermont, Miami, Murano e Lima. Sono queste le tappe da scoprire con i tappeti firmati Carpet Edition.
Miami racconta la dicotomia di colori della città: i toni accesi dell’architettura Art Déco dialogano con le tinte pastello delle spiagge. L’incontro con la cultura americana torna anche in Vermont, interamente tessuto manualmente – compreso il bordo risvoltato e cucito a mano – ricorda i cromatismi dell’autunno inoltrato quando le foreste hanno già abbandonato le colorazioni morbide per lasciare spazio alle scale di grigio e sabbia.
Prima di passare all’America meridionale, un break che profuma di Italia. Murano Swirl, con la sua taftatura a mano su due livelli e la sua composizione (80% Lana – 20% Cotone) rimanda all’handmade di una città conosciuta proprio per l’abilità del saper fare dei suoi artigiani.
In Lima i toni sabbia e marrone ci ricordano che la capitale del Perù è l’unica di tutto il Sud America ad affacciarsi sul mare, e fanno da contraltare a quelli più freddi, come il carbone e il nero, delle piazze e i grattacieli di una Lima decisamente più moderna.
I tappeti Carpet Edition sono realizzati con fibre naturali o sintetiche e, una delle caratteristiche più importanti è proprio la singolarità dei prodotti. Anche la differente colorazione dei filati, legata ai bagni di tintura, diventa un tratto distintivo che trasforma i tappeti in pezzi unici.
QHQ 2022, il restyling dell’headquarter di Quadrodesign
Nel 2021 Quadrodesign ha festeggiato i vent’anni di attività. Iniziavano allora i lavori di restyling dell’azienda: oggi si presenta con un primo step di avanzamento dei lavori, che si concluderanno in un paio di anni ed includeranno il progetto degli spazi aperti e del giardino, una piscina con una pool house dedicata oltre ad una nuova pelle metallica per le facciate della fabbrica.
Il progetto viene affidato a studio wok, abile interprete della filosofia aziendale, che ricrea un ambiente domestico e flessibile che punta sulla qualità del lavoro.
Per il restyling della sede dell’azienda sul lago d’Orta, Enrico Magistro Art Director e co-owner insieme alla sorella Elena di Quadrodesign individuarono nello studio wok il team di architetti che, proprio per il loro innato spirito di ricerca, fosse in grado di rimodulare gli ambienti e trasferire le peculiarità del giovane e dinamico brand di rubinetterie anche nel progetto di interior. L’approccio innovativo di Quadrodesign viene interpretato da studio wok scegliendo di abbinare materiali nobili a un design essenziale, archetipico, senza tempo come è la produzione aziendale. L’uso di volumi semplici e puri e di una palette composta da materiali naturali e dalle tinte neutre e calde è il tema progettuale centrale.
I lavori sono partiti dalla ristrutturazione di due piani. Al piano terra, dopo l’ingresso vengono ubicati gli uffici trasformati in uno spazio unitario: una sequenza di pareti vetrate e la presenza di quattro volumi in betulla permettono alla luce naturale di invadere le stanze. Questi elementi, oltre a fungere da contenitori, danno gerarchia agli ambienti e consentono di separarli attraverso pareti scorrevoli integrate.
Al primo piano domina un grande open-space che funge da showroom aziendale: allestimento flessibile e facilmente rimodulabile, tavoli in betulla con il top diviso in pannelli interscambiabili, a soffitto un’infrastruttura luminosa per un’illuminazione adatta ad ogni set-up.
Un progetto che rispetta le persone che vi lavorano, costruito intorno a loro per cui gli arredi e i complementi hanno un ruolo funzionale molto importante.
Stylist, foodblogger e chef interpretano le collezioni di design per la tavola di KnIndustrie
La libertà espressiva e creativa è al centro del nuovo progetto promosso da KnIndustrie. Gli oggetti delle collezioni rivivono in contesti diversi e unici, nella loro infinita possibilità di essere utilizzati e interpretati secondo molteplici punti di vista.
I “points of view” elaborati da ogni autore, numerati in sequenza, rappresentano le variazioni personali sul tema, creando ogni volta una composizione esclusiva.
Il progetto Kn [Point of view] è un percorso di interpretazione creativa fortemente voluto dall’azienda per raccontare i prodotti con occhi diversi e da punti di vista differenti.
Per la prima volta non è il committente a delineare i campi d’azione, ma sono i personaggi stessi a esprimere e comunicare la propria libertà espressiva, senza vincoli.
Con [Point of view], si intende illustrare una serie di “racconti” a in cui stylist, set designer, foodblogger, chef sono chiamati con la loro sensibilità a sviluppare un concept del tutto personale, scegliendo i prodotti, la location, ambientazioni e storie da raccontare. Da qui nascono narrazioni intime o più conviviali, con l’obiettivo di restituire un’inedita e originale visione dell’azienda e delle sue collezioni.