Il grande Parco Naturale Regionale dove affondano le nostre radici. Passeggiare tra natura, archeologia ed eccellenze gastronomiche.
Non conoscevo questa parte così particolare del Veneto, ed essendo sempre interessata all’aspetto naturalistico oltre che culturale di ogni viaggio, ho accettato ben volentieri l’invito a scoprire un territorio così prodigo, partendo da un fiume.
Siamo stati nel Delta del Po, dove il paesaggio è un alternarsi di ambienti diversi: terra, mare, laguna e il lento scorrere del fiume Po che prima di immettersi nel mare Adriatico si divide in 6 bracci (Po di Goro, Po di Gnocca o Donzella, Po delle Tolle, Po di Pila, Po di Maistra, Po di Levante) che aprendosi a ventaglio dà vita alla terra più giovane d’Italia e ad una delle aree più grandi e umide d’Europa.
Tante sono le possibili chiavi di lettura ed itinerari per scoprire il Parco Nazionale Regionale Veneto del Delta del Po, che il grande Fiume divide da quello emiliano. Si tratta di un’esperienza di vacanza naturalistico sensoriale che spazia dall’archeologia alla gastronomia.
Il nostro viaggio è cominciato ad Adria, arrivi e ti sembra una graziosa e sonnolenta cittadina veneta, poi scopri il Museo Archeologico Nazionale, conosci la sua direttrice e tutto prende un’altra forma. Adria stessa è una sorta di museo diffuso, trovi reperti, teche, mura, nella e sotto la città: siamo nel Polesine e da queste parti dove scavi trovi qualcosa d’importante. La città etrusca a nord del Po è stata fondata come avamposto di commercio. Il Po e l’Adige a quei tempi erano i punti di accesso tra la pianura padana e l’oltralpe; e qui c’era una sorta di “casello di un’autostrada” che arrivava al mare. Le città importanti per motivi di sicurezza venivano costruite nell’entroterra e queste autostrade fluviali erano le vie di collegamento e commercio. Adria, per esempio, era il punto finale della Via dell’Ambra, qui arrivavano i greci a rifornirsi di materiali da elaborare.
Il Museo Archeologico Nazionale di Adria, diretto da Alberta Facchi, fa parte di un circuito di 16 percorsi didattici ed itinerari culturali collegati tra loro. Con quasi tutti i reperti trovati in loco, offre al visitatore uno spaccato interessante delle varie epoche con testimonianze particolari e ben illustrate. Validi i corsi e laboratori creati per tutti ma soprattutto per bambini e ragazzi. Vietato non toccare l’abbiamo sperimentato anche noi, parti da un pezzetto recuperato (vero) e scopri un mondo. Appassionante e ben congeniato! Punto di partenza per un turismo slow dedito alla ricerca, il Museo è stato riallestito nei primi anni 2000; una piacevole scoperta che non registra tantissimi visitatori ma che l’occhio abituato al bello e colto, coglie. Il Museo è fruibile anche per portatori di handicap https://polomusealeveneto.beniculturali.it/musei/museo-archeologico-nazionale-di-adria/informazioni-e-orari
Il nostro tour ci porta a San Basilio, ad Ariano, antica stazione di posta d’epoca romana, crocevia di intensi traffici fluviali e marittimi e cuore pulsante del Polesine. Qui il tempo è dedicato alla visita al Centro di documentazione, con un’interessante introduzione al territorio fatta da una guida ambientale ed alla Pieve sita sulle dune fossili, la chiesetta sorge su costruzioni antiche di varie epoche (VIII-XI). Pochi passi e ci troviamo davanti allo scavo di una costruzione romana che doveva essere una sorta di “centro commerciale” e zona di stoccaggio per le merci che transitavano dalle terre al mare. Ma continuando a camminare tra i prati di soia una sorprendente attività ci attende: archeologo per un giorno. Abbiamo avuto la possibilità di “lavorare” al sito diretto da Silvia Paltineri, archeologa dell’Università di Padova che da qualche mese con un gruppo di dottorandi e studenti, con grande fatica ed abnegazione, scava e trova piccoli tesori dall’epoca romana a ritroso. È interessante vedere come partendo da un coccio trovato da un contadino che arava si può allestire un campo e tuffarsi nella storia… anche questa è un’attività didattica interessante e non solo per gli addetti ai lavori. Un laboratorio turistico archeologico entusiasmante!
E già si sente il profumo del mare arrivando al Giardino Botanico Litoraneo del Veneto, nel comune di Rosolina, una passeggiata guidata tra vegetazione unica e natura incontaminata. Si può visitare tutto il Parco quasi sempre senza toccare terra grazie a passerelle in legno che ti fanno vedere tutto senza interagire con il terreno e quindi modificare l’habitat. Presso la laguna di Caleri una preziosa testimonianza della rigogliosa vegetazione della costa dell’alto Adriatico. Dalla terraferma al mare attraverso le dune fossili che armoniosamente cambiano forma seguendo il vento
https://www.parcodeltapo.org/centri-visita-dettaglio.php?id=352
Continuando questa immersione nella natura, dopo pochi km, scopriamo la Via delle Valli, uno dei più interessanti tratti ciclabili, bello da percorrere anche a cavallo. Una pedalata in compagnia della guida che ci racconta di questo ambiente unico che ha origini romane. Siamo in una valle di pesca: acqua terra ed aria in un rapporto sempre attivo mantengono in vita questa vecchia laguna. Un ciclo importante e costante sapientemente gestito da pochi e ricercati “manutentori” che regolano, con una serie di chiuse, questa valle di pesca e caccia molto ricercata. Qui si allevano pesci che riescono a sopportare le diverse salinità dell’acqua (cefali, latterini, anguille, branzini) ed in maniera molto controllata solo per alcuni periodi, è anche zona di caccia nelle riserve private, tali già dai tempi in cui i proprietari erano i nobili veneziani.
Siamo al 45° parallelo quindi a metà strada per le migrazioni dei volatili. Per esempio dalla Siberia al Congo la pittima reale transita da qui. Per fortuna il Delta è soprattutto zona di osservazione e ricerca, un paradiso per chi pratica birdwatching e gli amanti della natura. Una zona che attira turisti da tutta Europa.
Le gite in barca
Nel Delta del Po sono molteplici le possibilità per visitare la zona dall’acqua, noi abbiamo dedicato un po’ di tempo a due attrazioni originali e gustose, abbiamo raggiunto Scanno Cavallari ed abbiamo scoperto gli allevamenti delle ostriche rosa.
Scanno Cavallari è un isolotto alluvionale che conserva ancora un ambiente naturale e incontaminato, il Rifugio il Ghebo, dapprima adibito a capanno di pescatori poi trasformato in un genuino ristorante bar, offre la possibilità di trascorrere una giornata in spiaggia in zona attrezzata e di gustare prelibatezze locali (servizio navetta privato in mini traghetto)
https://www.facebook.com/Rifugio-IL-GHEBO-206997589341783/
Con le barche dei vongolari abbiamo invece fatto il Tour di Bacucco, partendo dal ponte di barche di Santa Giulia, siamo nella parte del Po più vicina alla foce. Tra canne, acqua e cielo è un’esperienza rilassante ed istruttiva. Il vongolaro ci racconta di come è particolare e sempre più complicato il loro lavoro che si svolge ormai solo in collaborazione con le cooperative locali e di come le loro vongole arrivano in tutta Europa. Ancora sull’acqua scopriamo un mondo interessante creato da un’unione intensa tra uomo e natura. Qui si lavora in acqua solo per 3 ore alle prime luci del mattino. Ed a quell’ora “il cielo vola”: milioni di volatili in una teoria sempre diversa.
Il tour si può fare anche in canoa ma sempre con una guida locale. Dal canale arriviamo alla sacca di Scardovari: vongole, cozze e ostriche, man mano che si arriva al mare.
Cozze e vongole di Scardovari sono tra le più buone; un livello di eccellenza che ha portato nel 2013 al riconoscimento della Cozza di Scardovari come DOP secondo la legislazione europea.
L’Ostrica Rosa Tarbouriech ha una storia interessante nel metodo di allevamento brevettato, da Alessio Greguoldo. La lavorazione utilizzata a Scardovari è di tipo verticale, con movimenti motorizzati, alimentati dalle maree e supportati da energia solare ed eolica.
L’allevamento delle ostriche parte da “semi” della dimensione di un chicco di riso. Prima di arrivare alla distribuzione, le ostriche di Scardovari vengono maneggiate da mani sapienti non meno di 15 volte, e vengono pulite a mano una ad una, una gestazione di circa 18 mesi. Un lavoro incredibile che pone le “nostre” ostriche tra le più ricercate dai grandi chef internazionali e di Dubai. L’ostrica più grande? 400 grammi di polpa ed intatto il sapore particolare ed irresistibile. Le ostriche hanno nella conchiglia questa colorazione rosa perché esposte per molto tempo ai raggi del sole
https://www.facebook.com/Greguoldo-Alessio-1020303281513470/
Info utili:
Tanti gli itinerari possibili per sperimentare questo tipo di vacanza, il sito del Parco Nazionale Regionale Veneto del Delta del Po www.parcodeltapo.org è prodigo di informazioni e suggerimenti. L’Operatore locale Fulvia Tour organizza itinerari specifici e tematici per poter godere appieno ed in tutta tranquillità di tour programmati o realizzati su misura www.fulviatour.com
Svariate le possibilità di alloggio nella zona del Delta, noi per comodità abbiamo soggiornato all’Hotel Stella d’Italia di Adria e da lì su 2 e 4 ruote abbiamo scoperto il territorio
Soste golose:
Ad Adria cucina tradizionale con evasioni fantasiose ed alimenti di ottima qualità al Ristorante Molteni https://www.albergomolteni.it/
In zona Giardino Botanico, a Porto Viro, la Locanda 7 mari propone gastronomia d’eccellenza di crudi e cotti dedicati al mare www.locandaristorante7mari.it
In zona Sacca di Scardovari proposte dell’acqua sull’acqua Al Fritulin tutti i sensi saranno appagati www.alfritulin.it tra l’altro organizzano anche mini tour in barca.
E per concludere profumi di biscotto e di buono come una volta li abbiamo trovati a Porto Tolle presso l’Azienda Agricola Moretto. Elisa che gestisce insieme alla sua famiglia questa proprietà che dalle risaie porta sulle tavole specialità di vario genere legate al riso, organizza laboratori di ghiottonerie. Un’attività svolta tra bontà e tanta voglia di fare. Divertenti e sane le confezioni per Natale, molti i preparati gluten free www.societagricolamoretto.it
Il progetto Interreg Italia-Croazia VALUE (EnVironmental And cuLtUralhEritage development) si pone come obiettivo quello di fare del patrimonio naturale e culturale una leva per uno sviluppo territoriale sostenibile e più equilibrato. L’Ente Parco Regionale Veneto del Delta del Po, partner del progetto, intende elaborare e testare, con la collaborazione degli attori del territorio, un nuovo prodotto turistico che integri archeologia, storia e natura, attraverso azioni di valorizzazione del patrimonio esistente, la promozione di soluzioni innovative e lo sviluppo di prodotti e destinazioni turistiche con una forte caratterizzazione culturale.
Contributi fotografici: Rosanna Fudoli e Parco Delta del Po