Chi, visitando Roma, non ha tentato di sfidare la leggenda inserendo la mano nella Bocca della verità ? In realtà , quello che stavamo facendo era soltanto mettere la mano in un…tombino dell’epoca romana che raccoglieva le acque in un sistema fognario ancora oggi sfruttato dalla capitale.
La Cloaca Maxima è una serie di canali di scolo fatti costruire da Tarquinio il Superbo per raccogliere le acque reflue di Roma. Erano per la maggior parte canali all’aperto e solo quando la zona attorno ai Fori cominciò ad essere popolata ci fu la necessità di coprire la rete fognaria. Per poter avere accesso ai cunicoli sotterranei vennero costruiti dei tombini che, nelle zone più centrali, erano spesso decorati da figure di divinità collegate alle acque.
Erano chiusini di marmo o di pietra dai cui orifizi (bocca, occhi, naso, orecchie) si aprivano degli orifizi entro cui venivano incanalate le acque. Il più famoso di questi, arrivato sino ai nostri giorni, si trova oggi incastonato nel muro del nartece della basilica di Santa Maria di Cosmedin ed è una delle attrazioni turistiche più famose di Roma: la Bocca della verità .
È un tombino rotondo dal diametro di circa 1,75 metri risalente al I secolo d.C. che probabilmente raffigura Giove Ammone o un fauno la cui bocca, naso e occhi erano i fori attraverso i quali l’acqua entrava nella cloaca.
Il primo documento in cui con tutta probabilità si menziona il tombino è il Mirabilia Urbis Romae, un testo per pellegrini che si recavano a Roma nell’XI secolo in cui si afferma che Ad sanctam Mariam in Fontana, templum Fauni; quod simulacrum locutum est Iuliano et decepit eum, (“Presso la chiesa di santa Maria in Fontana si trova il tempio di Fauno. Questo simulacro parlò a Giuliano e lo ingannò”).
La leggenda secondo cui la bocca della figura tagli la mano degli impostori e dei bugiardi si fa risalire al XII secolo, quando un testo tedesco narrò come lo stesso imperatore Giuliano, per dimostrare la sua innocenza dall’accusa di aver ingannato una donna, infilò la propria mano nella bocca del dio e questa venne trattenuta dal diavolo. Solo dopo che l’imperatore promise di restaurare il paganesimo come religione dell’impero, il diavolo lasciò libera la mano di Giuliano. Il racconto perpetua l’immagine negativa che il cristianesimo trasmise ai posteri dell’imperatore Giuliano (331-361 d.C.), considerato l’ultimo sovrano romano che si dichiarò apertamente pagano pur senza perseguitare la nuova religione che andava sempre più diffondendosi nell’impero.
Sulla linea del testo tedesco dell’XI secolo, nel medioevo si consolidò la leggenda secondo cui fu lo scrittore latino Virgilio Marone Gramatico (da non confondere con Publio Virgilio Marone) a far costruire la scultura per scoprire le mogli fedifraghe: un marito che aveva sentore di essere stato tradito poteva portare la propria moglie al cospetto del medaglione la cui bocca avrebbe tagliato la mano della donna se questa fosse stata colpevole.
Nel 1485 si iniziò quindi a chiamare il vecchio tombino della Cloaca Maxima col nome di Bocca della Verità come testimonia Giovanni di Paolo Rucellai, il quale ricorda “che si chiama lapida della verità , che anticamente aveva virtù di mostrare quando una donna avessi fatto fallo a suo marito”.
Da quel momento divenne un’attrazione turistica immortalata anche nell’epica scena di Vacanze Romane in cui Gregory Peck infila la mano nella bocca facendo finta di ritrarla mozzata davanti ad una attonita Audrey Hepburn.
Nel 1631 papa Urbano VIII fece spostare il chiusino dalla piazza antistante nel pronao della basilica di Santa Maria di Cosmedin. E se la Bocca della verità è un intervallo folcloristico nelle visite turistiche di Roma, la chiesa in cui si trova oggi la maschera è un pezzo d’arte poco conosciuto, ma che ammalia i visitatori. È una chiesa greco melkita risalente al VI secolo sorta in un quartiere popolato da funzionari greci e retta da monaci fuggiti dalle persecuzioni di Costantino V (il nome Cosmedin deriva dal monastero Kosmidion di Costantinopoli dedicato a Cosma e Damiano). Nel XII secolo la chiesa venne restaurata sino ad assumere l’aspetto odierno.
L’interno è formato da tre navate e in quella centrale sorge il ciborio gotico del 1249 posto all’interno della schola cantorum. Le tre absidi sono affrescate con dipinti in stile medioevale, ma dipinti nel 1899.
La Bocca della verità si trova in Piazza della Bocca delle verità . Il sito https://www.turismoroma.it/it è utile per organizzare la propria visita alla capitale e scaricare guide. Suggerisce anche itinerari per chi si ferma a Roma per poco tempo (https://www.turismoroma.it/it/tipo-itinerari/itinerari-tempo). Un modo conveniente per visitare la città e i suoi musei è l’acquisto della Roma Pass (https://www.romapass.it/it/le-card/) che permette di usufruire del trasporto pubblico e sconti in musei e monumenti.
Foto di Piergiorgio Pescali