La città vecchia è arroccata su una penisoletta rocciosa, che si contrappone alla Bari moderna; due mondi fra loro opposti. La prima raccoglie la memoria storica della cittadina con le due superbe basiliche, il castello e l’intatta struttura medioevale; la seconda con le sue larghe vie rettilinee e i bei palazzi ottocenteschi.
Bari, una perla della costellazione di meraviglie storiche e culturali che contraddistinguono il nostro bel paese. Unicità di gusti, sapori e monumenti che stordiscono e affascinano i forestieri fin dai tempi del Gran Tour. Porta dell’Adriatico la città conta tradizioni millenarie che videro affollarsi sulle sue sponde Greci, Arabi, Bizantini, Normanni, Svevi, Aragonesi e Veneziani, tutti popoli che nel corso dei secoli hanno contribuito alla realizzazione della preziosa città vecchia.
Un labirinto di viuzze intervallate da antichi palazzi, chiese e conventi dall’aspetto regale in pieno contrasto con le bottegucce artigiane e le modeste abitazioni da cui sventolano i panni ad asciugare.
Gli abitanti del borgo si riconoscono in un gruppo etnico ben distinto: i Barivecchiani che occupano da generazioni lo stesso spazio urbano e sociale. I valori di solidarietà e reciprocità sono tramandati così come il buon vicinato che nel pezzo di strada in comune, li vede condividere le chiacchiere della sera nel loro linguaggio tipico e segreto.
Un affascinate percorso lungo le mura vecchie affacciate sul mare, conduce all’ingresso della Barivecchia. Il bagliore della pietra bianca che si riflette con la luce del sole rende il cammino splendente e unico. Nei vicoli profumati di spezie la sensazione che il tempo si sia fermato è sovrastante e ci si lascia andare nel girovagare, quasi fino a perdersi affascinati dalla vitalità che regna in questo quartiere ricco di testimonianze del passato.
Nel vagare ci si imbatte nelle madonnine, altarini circondati da un mare di fiori e candele che quasi ostruiscono il passaggio, testimonianze di fede cristiana che ancora fortemente sopravvivono assieme alle processioni in questo atollo di mondo. In un posto così contenuto è incredibile come all’improvviso si possa sbucare in una grande piazza dove troneggia immensamente candida la basilica di San Nicola, dedicata al Santo taumaturgo d’Oriente. Una costruzione monumentale fortificata in stile romanico dove all’interno spicca un soffitto barocco dorato; la statua del Santo a misura d’uomo conservata in una teca, fa da guarda all’entrata. Nella cripta una foresta di colonne sfoggia capitelli bizantini e romanici, come solerti soldati custodiscono l’altare con le preziose reliquie di San Nicola, venerate in tutto il mondo cristiano sia orientale che occidentale.
Non passa inosservata la grande fortezza che domina l’insenatura di San Cataldo a ridosso della Porta Vecchia: è il Castello Svevo voluto dal re normanno Ruggero II. Distrutto dai baresi stessi, nel 1156 il nipote Federico di Svevia lo riedifica con nuove forme e significati che nel suo stile miravano a rafforzare l’immagine del potere imperiale. Le forme si alleggeriscono e si aprono nuove finestre nelle torri per mitigare l’austerità e avvicinarlo il più possibile a una residenza regale. Il vestibolo è coperto da volte a crociera e ornato da capitelli di stili diversi con esempi di arte bizantina e greco romana.
Una sorprendente raccolta di calchi in gesso tratti dai più celebri monumenti locali, è allestita nella gipsoteca del castello dove si possono ammirare mensole, capitelli, sculture e motivi architettonici che rispecchiano l’arte medioevale e barocca del tesoro cittadino.
A queste due Bari se ne può aggiungere la terza, quella che nel 900 ha abbondantemente scavalcato da ogni parte il tracciato ferroviario, insediandosi nella zona industriale e creando la Fiera del Levante, una campionaria che attira ogni anno un notevole numero di espositori nei suoi numerosi padiglioni. Attualmente la fiera svolge funzione di hub vaccinale; questo è un segno dei tempi che ci vede vivere in un periodo di grave emergenza.
Per maggiori informazioni: www.viaggiareinpuglia.it
Contributi fotografici di Stefania Mezzetti