Attorno all’Etna si snoda una spettacolare linea ferroviaria, la Circumetnea che tocca i paesi aggrappati alle sue pendici. Il vulcano, una presenza costante nei centri che si distendono alle sue falde, ne ha determinato le forme e i confini, lo si trova nei materiali da costruzione, ha orientato le strade più antiche. Alla base di questo vulcano sempre vivace, il Mongibello degli Arabi, i fiumi Alcantara e Simeto hanno inciso il proprio letto fra le lave, generando gole fantastiche in un paesaggio da sogno.
Bronte, Randazzo, Linguaglossa, Giarre: i paesi della cintura etnea sfilano uno dopo l’altro tra agrumeti e vigneti, boschi e fiumare di lava ancora ben riconoscibili. Da quando è stata inaugurata, nel1895, la Ferrovia Circumetnea, si è trovata più di una volta a fare i conti con l’imprevedibile attività eruttiva, che apre bocche di fuoco in zone sempre diverse, cambiando continuamente la fisionomia della montagna.
Partendo da Catania la ferrovia attraversa un tratto urbano particolarmente caotico e poi fiancheggia la periferia diretta verso Misterbianco. L’Etna, dal profilo solenne, la cima talvolta tra nuvole e neve, è nel paesaggio della città e nel suo fertile terreno, ne vengono le lave nere di cui son fatti l’anfiteatro romano, la Cattedrale medievale, i palazzi barocchi.
Il tracciato parte dalla stazione di Catania Borgo, nella parte alta della Via Etnea, e attraversa il centro cittadino dirigendosi verso la periferia occidentale, ai lati dei binari compaiono le nere rocce laviche dell’eruzione del 1669, che distrusse la città.
Poi il treno si dirige verso la montagna, passando gli uliveti e le coltivazioni, i vigneti di Misterbianco e gli agrumeti di Paterno, che sorge su una collina basaltica, un vulcano spento sulla cui sommità si eleva il castello normanno.
Il treno continua la sua salita sul versante più selvaggio e, tra i segni sempre più frequenti delle eruzioni, attraversa un lungo tratto disabitato, interrotto solo dalla fermata di Passo Zingaro, da dove parte una mulattiera per monte Minardo, prima di arrivare a Bronte. Il paese, famoso per la produzione di pistacchi, sorge nei pressi dell’antica Abbazia di Maniace, oggi nota come Castello di Nelson, dal nome della famiglia inglese, erede dell’ammiraglio di Trafalgar, che ne è stata proprietaria fino al 1981 in seguito a una donazione dei Borbone.
Poi, con un tracciato che descrive ampie curve, solcando una grande colata nera a corde, i binari si inerpicano ancora più su, fino ai quasi 1.000 metri d’altezza di Rocca Calanna, il punto più alto della linea, in vista dei crateri sommitali. Il territorio delle sciare, un mare di lava consolidata nei secoli, si mostra come un ambiente lunare, aspro e inospitale, eppure dotato di grande fascino.
Da qui inizia la lenta discesa verso Maletto, borgo medievale stretto intorno ai ruderi del castello del XII secolo, e Randazzo, che merita una visita per il suo bel centro storico con i vicoli di pietra lavica e per l’esposizione permanente dei pupi siciliani, ospitata nel castello svevo insieme al Museo archeologico.
La cittadina, in posizione panoramica sul versante settentrionale del vulcano, si trova al crocevia dei tre parchi naturali dell’Etna, dei Nebrodi e delle Gole dell’Alcantara. Il treno conclude la sua corsa alla stazione di Riposto, piccolo centro vicino a Giarre affacciato sullo Ionio, da dove è possibile prendere un convoglio ordinario delle Ferrovie dello Stato per fare nuovamente ritorno a Catania e chiudere così il giro attorno all’Etna.
Un prezioso gioiello più unico che raro
Nella rimessa di Bronte è custodita una storica littorina rossa e bianca, che fece epoca ai tempi del ventennio. Costruita da Fiat nel 1937, restaurata con il suo fascio littorio risplendente sul muso, come d’era d’obbligo per tutte le littorine durante il Fascismo, questo mezzo trae il nome da una vicenda che risale a quando Mussolini fece visita alla città di Littoria, giungendovi proprio su una ALn 56 (Automotrice Leggera a nafta) della Fiat ferroviaria. Adottata sulla linea della Circumetnea, l’automotrice con la sua versatilità prese il posto dei treni a vapore, eccessivamente lenti nelle tratte con molte fermate, dando uno slancio di competività rispetto al crescente traffico su strada. Ancora vivo il ricordo dei catanesi di quando con “A litturina” nipoti e nonni salivano sul caratteristico trenino per andare a trovare i parenti, o quando i genitori che si spostavano per lavoro o anche chi faceva una gita fuori porta con la fidanzatina dell’epoca, magari approfittando della lentezza del mezzo per godersi la meraviglia naturalistica. La Littorina è attualmente utilizzata per eventi speciali, ed è sicuramente il mezzo più suggestivo per esplorare i caratteristici paesi attorno all’Etna. www.circumetnea.it
Informazioni turistiche:
Scendendo alle stazioni intermedie lungo il percorso si possono intraprendere straordinarie escursioni a piedi oppure accompagnati da guide locali su speciali fuoristrada.
Si può anche raggiungere il cratere con l’ausilio delle espertissime Guide Etna Nord, avvicinandosi alle fauci del vulcano lungo i crateri sommitali, una esperienza davvero emozionante.
La Sicilia è un posto meraviglioso, girarla tutta è un piacere dei sensi con i suoi paesaggi montani e selvaggi e le splendide spiagge turchine. L’itinerario proposto è un po’ fuori dai soliti giri, selvaggio e variegato offre panorami inconsueti: attraverso il Parco dei Nebrodi ricco di boschi e ampi pascoli silenziosi, si raggiunge il litorale del Tirreno. Costituita da una lunga spiaggia intervallata da foci dei torrenti e alti promontori rocciosi, la zona è ricca di testimonianze storiche e architettoniche dei suoi centri abitati. Tutta da scoprire è la deliziosa cittadina di Acquedolci, che prende il nome dal torrente che la bagna le cui acque erano rese dolciastre dalla lavorazione della canna da zucchero, diffusa in Sicilia dagli Arabi. Si può sostare in un’antica villa padronale, oggi B&B immerso negli agrumeti, dove si respira il sapore della Sicilia autentica.
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