Nuovi cammini, scoperte archeologiche, itinerari originali sulle tracce della storia, i “geoeventi” della Settimana della Terra
Il Cammino Balteo, tra storia e natura, in Valle d’Aosta
Per amanti del trekking, interessante l’itinerario tracciato più di recente, a partire dal 2019, il Cammino Balteo in Val d’Aosta.
E’ un anello di quasi 350 Km, percorribile in entrambi i sensi, che porta l’escursionista in un viaggio nella cultura e nella storia della Valle d’Aosta attraversando un territorio costellato di antichi borghi e imponenti castelli, senza mai perdere il contatto con la natura, con boschi e pascoli, orti e vigneti.
Il tracciato si sviluppa principalmente nel fondovalle e sui versanti di media quota con un’altitudine compresa tra i 500 e i 1900 metri s.l.m., praticabile quindi per buona parte dell’anno. In 23 tappe di circa 4-6 ore ciascuna che possono anche essere interrotte spostandosi con il trasporto pubblico, si scoprono villaggi e siti di interesse culturale e naturalistico.
Tra i tratti più caratteristici del percorso, la Tappa 4 Donnas – Arnad porta i visitatori alla scoperta delle fortificazioni napoleoniche scaglionate tra il Col de La Cou e Machaby, volute da Napoleone in occasione delle sue manovre di attacco e accerchiamento del Forte di Bard. Da qui si gode di un meraviglioso panorama verso la zona del Mont Avic e le vette di Champorcher. Superate le postazioni belliche di Arbénaz si raggiunge il forte di Machaby, oggi trasformato in un moderno ostello. Da qui si arriva quindi al noto Santuario intitolato a Nostra Signora della Neve, immerso nei castagneti. Si prosegue poi la discesa fino a giungere in vista del borgo di Arnad e della mole rosata del castello Vallaise. Da visitare il suggestivo centro storico con le sue torri e caseforti, impreziosito dalla splendida parrocchiale romanica di San Martino, tra le chiese più amate e fotografate della Valle d’Aosta. www.valledaosta
Torna la Settimana del Pianeta Terra
Torna la Settimana del Pianeta Terra, l’ottava edizione del festival delle Geoscienze che sostiene le economie dei piccoli centri attraverso un turismo di prossimità sostenibile, che si terrà da domenica 4 a domenica 11 ottobre.
Anche in un anno particolarmente difficile, gli organizzatori hanno deciso di andare avanti e, ad oggi, sono una cinquantina i “geoeventi” che in quella settimana si svolgeranno in tutta Italia: dalla Valle d’Aosta alla Sicilia, dal Piemonte alla Puglia, passando per le Regioni del Centro Italia. Grazie ai numerosi geoeventi, per la maggior parte gratuiti, sarà possibile avvicinarsi alle Geoscienze in modo facile, coinvolgente e divertente.
Un ricco calendario di appuntamenti, escursioni, convegni e passeggiate, per approfondire la conoscenza del nostro straordinario patrimonio geologico: grotte, laghi, fiumi, colline, ghiacciai, vulcani, dove osservare la storia della nostra Terra, e anche miniere, siti preistorici, musei, osservatori astronomici.
È un modo per acquisire una migliore coscienza della responsabilità che abbiamo come attuali abitanti della Terra, e dell’Italia in particolare, pensando agli abitanti che verranno. Essere consapevoli è fondamentale per agire in modo sostenibile anche a livello individuale, rispettando i delicati equilibri dell’ambiente e tutelandoli.
L’edizione 2020 è un invito al turismo di prossimità, a visitare mete a corto raggio ma non per questo meno interessanti e suggestive, a scoprire le bellezze dell’Italia.
Per partecipare ai geoeventi della Settimana del Pianeta Terra basta consultare il sito
con tutte le informazioni, aggiornamenti sul programma https://www.settimanaterra.org/
Turchia: un granaio di epoca bizantina
Duranti gli scavi dell’antica città di Amorium nel distretto di Emirdağ, nella provincia centrale di Afyonkarahisar, sono stati rinvenuti 11 pithoi sigillati e pieni di grano risalenti al periodo bizantino del IX secolo.
A raccontare quanto è accaduto è la Professoressa Zeliha Gökalp Demirel che collabora agli scavi con il Ministero della Cultura e del Turismo e l’Università Anadolu (AU).
La città di Amorium si componeva di una parte alta e di una bassa ed è proprio in questa, in un grande edificio, che gli archeologi hanno trovato i grandi contenitori perfettamente integri e muniti di coperchio. Probabilmente l’ambiente era una fattoria e il grano rinvenuto, che ora è in laboratorio per essere analizzato, non era impiegato ai fini commerciali quanto piuttosto per ovviare alle necessità di chi abitava qui.
La zona d’altronde era molto attiva nell’attività della macinatura essendo stati nelle vicinanze ritrovati mulini e vasi di marmo. www.turchia.it
Ticino: i Fortini della fame di Camorino
Per chi all’inizio dell’autunno decide di fare una scappata nel “salotto al sole” della Svizzera, il Ticino ha in serbo mille e una proposte.
Ad esempio una passeggiata alla scoperta dei Fortini della fame a Bellinzona.
Sopra Camorino si trovano cinque torri cilindriche (Ai Scarsitt, Ai Munt, Ala Pélera, Al Sass del Camósc e Al Pian di Bur), i cosiddetti Fortini della fame. La visita di questi edifici storici rappresenta un interessante salto nel passato, in un’epoca difficile e turbolenta per il Ticino. Le costruzioni sono i resti di una fortificazione eretta a partire dal 1853 per difendere i passi alpini da eventuali attacchi da sud e mai utilizzata. Si chiamano Fortini della fame perché a quell’epoca in Ticino molte persone soffrivano la fame. La loro realizzazione è considerata uno dei programmi occupazionali più importanti delle Svizzera italiana e all’epoca aveva permesso di dare un contributo importante all’occupazione di circa 500 ticinesi. Oggi gli edifici caratteristici sono mete di escursioni con un panorama fantastico sul piano di Magadino e fino al Lago Maggiore. Un sentiero di cinque chilometri provvisto di cartelli e tavole informative si snoda attraverso i vitigni e i boschi sopra Camorino ed è idoneo per coloro che desiderano trascorrere alcune ore tranquille in una natura magnifica, tra passato e presente. www.ticino.ch – www.svizzera.it