Antonio Ligabue a Parma, a Forte dei Marmi i viaggi straordinari di Aldo Mondino, il Giappone è di scena a Lugano
Un grande Ligabue a Parma
L’arte naif di Antonio Ligabue (1899-1965), il suo mondo immaginario, pieno di simboli e di emotività, continuano ad esercitare una magnetica attrazione. Fino al 30 maggio 2021, Parma, capitale della cultura 2020/2021, dedica all’artista geniale una mostra da non perdere nel cinquecentesco Palazzo Tarasconi. In tutto 84 dipinti e 4 sculture abbinate a 15 opere plastiche dell’artista Michele Vitaloni, nato nel 1967. Ad accumunare i due artisti è l’empatia di entrambi per il mondo naturale e animale. Le tigri maculate in mezzo alla foresta, selvatiche e dall’innegabile vitalità, simbolo di forza ed energia, diventano l’emblema del desiderio di libertà e di riscatto dell’artista emarginato e sofferente. Gli autoritratti contorti, dai contorni sghembi e preoccupanti, rivelano il malessere che accompagna la vita di Ligabue www.fondazionearchivioligabue.it
Aldo Mondino a Forte dei Marmi
La sede è la prestigiosa Villa Bertelli, a Vittoria Apuana, circondata da un grande parco. “I viaggi straordinari di Aldo Mondino” (1930-2005), fino al 26 settembre, 40 opere provenienti da una collezione privata, nascono da un’idea del curatore, Valerio Dehò, in un’estate particolare, in cui il viaggio ha il valore di un sogno. Le opere in mostra ripercorrono il rapporto tra Aldo Mondino e il viaggio, sia fisico che metafisico. I viaggi straordinari di Mondino nascono dalla curiosità e dal desiderio di avvicinare mondi sconosciuti. Basta pensare al fascino, che hanno esercitato sulla sua arte i Dervisci, i discepoli di alcune confraternite islamiche, scoperti in Marocco. L’esotismo della terra dei Dervisci, che con la danza dell’estasi aspirano all’ascesi, distaccandosi dalle passioni umane e dalle lusinghe del mondo, ha lasciato un’ impronta indelebile in Mondino, tanto da rappresentarli in momenti diversi, sempre rotanti.
In mostra si scopre il viaggiatore, che amava l’Africa e l’Oriente, città indiane come Calcutta, dove poteva frequentare luoghi particolari, dove scoprire persone e rituali lontani dalla noia borghese dell’Europa www.villabertelli.it
Il Giappone a Lugano
Lungo il lago, nella nuova sede della Malpensata, il Musec, Museo della Cultura di Lugano, porta in scena fino al 21 febbraio gli ultimi cinque secoli di pittura giapponese, dal XVI al XX secolo, attraverso i Kakemono.
La mostra estremamente affascinante, soprattutto per gli appassionati dell’arte orientale, presenta 90 preziosi Kakemono della collezione Perino. Per chi non è al corrente, si tratta di rotoli di tessuto o di carta, dipinti o calligrafati, che sono appesi alle pareti durante occasioni speciali o utilizzati come decorazione in basi alle stagioni. Interessanti e rari, da non perdere www.musec.ch – www.museums.ch