Luci speciali a effetti artistici per Cracco, la preziosità dell’Alcantara al Maxxi, la scala Diva protagonista a Miami, un progetto Svetti per una villa in Toscana
F/ART light partner dell’installazione per Galleria Cracco
In occasione del quarto episodio di Galleria Cracco, a cura di Sky Arte e in collaborazione con Artissima, F/ART ha ideato il light project fornendo l’esperienza aziendale a supporto del progetto Through a Day dell’artista toscano Giovanni Ozzola, fruibile fino ad aprile 2020.
L’interesse per tematiche ancestrali come la consapevolezza dello scorrere del tempo e la dialettica tra luce e buio, confluisce nelle tre opere che sono inserite all’interno delle lunette esterne del ristorante. Le immagini mostrano spazi industriali abbandonati, segnati da graffiti, illuminati al centro da tondi di cielo che creano un particolare effetto ottico aprendo un varco verso un orizzonte lontano e astratto, in forte contrasto con la tangibilità dell’ambiente circostante.
La luce, elemento chiave dell’installazione, è progettata da F/ART utilizzando, per la prima volta in ambito artistico, i nuovi LED driver in resina presentati in anteprima quest’anno. La versatilità di questi prodotti consente un utilizzo in ambienti indoor e outdoor garantendo la resistenza agli shock termici e all’umidità, grazie alla protezione in resina epossidica.
La luce artificiale, schermata dalla pellicola opaca delle vetrofanie, si fonde con
quella naturale, raccontando la costante evoluzione di una giornata e dei suoi orizzonti.
Uno skyline in Alcantara al Maxxi
Nella retrospettiva dedicata ad uno dei più grandi maestri del dopoguerra,
“Gio Ponti. Amare l’architettura” in corso al MAXXI Museo nazionale delle arti del XXI secolo, a Roma, sono esposti materiali archivistici, modelli originali, fotografie, libri, riviste, classici del design strettamente collegati ai suoi progetti architettonici e organizzati in otto sezioni che evocano concetti-chiave espressi dallo stesso Ponti.
L’allestimento è immersivo e scenografico e suggerisce l’idea dello spazio del maestro: fluido, dinamico, colorato.
Alcantara, che dal 2011 porta avanti con il MAXXI un sodalizio che esplora le illimitate potenzialità e le molteplici capacità espressive del materiale, attraverso un programma di mostre annualmente coprodotte, è stato scelto per personalizzare alcune opere di questa importante retrospettiva.
Nella lobby del museo una potente installazione di grandi stendardi in Alcantara, sospesi negli spazi a tutta altezza di Zaha Hadid, che riproducono facciate stilizzate di grattacieli evocando lo skyline di una mai vista città pontiana. Per la realizzazione di queste imponenti strutture è stato utilizzato materiale di differenti colori: dall’arancio al verde in varie tonalità alternati a nero, grigio e blu, per riprodurre in pannelli di grandi dimensioni le facciate dei grattacieli.
Sono in Alcantara anche i tendaggi della reading room, spazio che richiama l’interno della casa milanese di via Dezza, residenza di Gio Ponti dal ’57 in avanti.
Versatile, funzionale, adatto a molte applicazioni e interpretazioni, Alcantara regala ad alcuni elementi in mostra colore e morbida tattilità, rendendo omaggio a sua volta ad uno dei più grandi maestri del dopoguerra.
Lo Studio Svetti per Colle Allegro
Colle Allegro “New Tuscan Luxury Life Style” è il pay-off del progetto, ispirato da quello stile che la Famiglia Gori ha voluto imprimere a questo luogo, quello stile, che il progetto dello Studio Svetti vuole restituire ad un’area così profondamente caratterizzata da una genesi rurale oggi “trasandata” e disgraziatamente decaduta.
Il progetto nasce come un’opera delle avanguardie, un graffio sul luogo, creando su di esso delle costruzioni che mostrino agli occhi del fruitore come esista una moderna tridimensionalità, pronta a dialogare con il passato.
La Villa è il fulcro del progetto, 5 unità abitative completamente indipendenti di lusso, di metrature analoghe, con affacci su entrambi i fronti della proprietà, ambientazioni “loft” e 3 spazi comuni ai piani principali che interpretano l’accoglienza, l’intrattenimento e la rappresentanza.
Tutti gli appartamenti hanno ingresso dalle aree comuni posizionate al centro dell’edificio, con facilità di raggiungimento di qualsiasi area circostante, mediante la creazione di due scale di collegamento, una, quasi scolpita, a fare da collegamento tra il piano terra ed il piano primo e l’altra, che invece si “arrampica” tra il piano primo ed il terzo, entrambe poste rispettivamente sul lato frontale e sul lato tergale dell’edificio. Le unità abitative sono ispirate da una visione wabi-sabi, un elogio dell’imperfezione, delle cose temporanee ed incompiute, la bellezza delle cose insolite. Queste saranno caratterizzate da pavimenti in legno antico, finiture murarie a base calce e soffitti a cassettoni, a richiamo del passato, realizzati da un Maestro Umbro, sulla base di quanto già presente.
Diviso dal giardino all’italiana, ma collegato alla Villa da una passerella di 15 mt, si incastona nella collina un’architettura contemporanea di due piani, di cui uno soltanto parzialmente fuori terra, nata dall’asportazione di una consistente porzione di collina.
Diva by Fontanot conquista Miami
Diva, la nuova scala modulare del Gruppo Fontanot è protagonista di una lussuosa Penthouse in fase di completamento a Miami.
“Un nastro specchiante, trasparente, una scala di luce sull’Oceano che collega i tre ultimi piani di una lussuosa residenza in cima al mondo”
Questa era l’idea pensata da Metrogramma e che descrive Andrea Boschetti, regista dell’intera operazione per Luxury Living Engineering.
Il progetto pensato dallo studio milanese riguarda tutti gli ambienti interni della penthouse e trova nella scala il suo apice, coniugando ricchezza di materiali, leggerezza dei sistemi costruttivi e modernità degli effetti che la luce genera sulle sue superfici. Marmo bianco, vetro trasparente e acciaio lucido sono gli elementi che Andrea Boschetti cercava per la scala studiata insieme a Fontanot.
Per gli interni della Penthouse, Metrogramma voleva una scala che potesse essere vestita con qualsiasi materiale e che, al contempo, conservasse la sua identità strutturale, che fosse flessibile, adattabile a tutte le soluzioni d’arredo. In questo senso Diva risponde perfettamente a quel linguaggio ed esalta i caratteri di lussuosa contemporaneità: un’elica leggera e vibrante nella chiara e decisa luce dei Caraibi.