A Venezia per il geniale Emilio Isgrò, a Firenze per RAM futurista doc, al Centro Matteucci a Viareggio per l’eterno femminino
Emilio Isgrò a Venezia
Creativo, unico e geniale, come sanno esserlo i siciliani doc, Emilio Isgrò (Barcellona 1937) è il protagonista della grande mostra alla Fondazione Cini sull’isola di San Giorgio dal 14 settembre al 24 novembre (www.cini.it). Le sue opere? Sono pagine di testi cancellati, dall’Enciclopedia Treccani, ai testi ottomani, alle mappe, alle pellicole cinematografiche, ai codici. Corrispondono alla sua idea che l’arte non è un oggetto da appendere al muro, ma uno strumento di discussione e di rinascita. Opere difficili da accettare, ma rivoluzionarie. Tutto nasce quando, giornalista al Gazzettino di Venezia negli anni Sessanta, si rende conto che le cancellature avevano più forza delle parole. Una rivelazione che Isgrò porterà nel campo dell’arte. “Cancellare è un gesto ben lontano dal nichilismo dadaista”, afferma l’artista. La cancellatura ha un significato catartico, è un mattone che serve alla ricostruzione. La mostra alla Fondazione Cini, a cura di Germano Celant, è un attraversamento e un’ampia ricognizione del suo percorso creativo ed estetico dagli anni Sessanta ad oggi. L’ambientazione architettonica della Fondazione è di eccezionale impatto emotivo, avvolgente e inglobante.
Da non perdere assolutamente. Non c’è nessuno che assomigli a Isgrò! In fondo cancellare è sognare, come dicevano i futuristi.
Sapete chi era RAM?
In realtà si tratta dell’acronimo del nome Ruggero Alfredo Michahelles, artista e scultore fiorentino nato il 30 maggio 1898 e morto il 14 marzo 1976 nella città del giglio. Un personaggio poliedrico, di famiglia cosmopolita, in perenne sodalizio con il fratello Thayaht, con cui collaborerà all’invenzione della Tuta, abito futurista ed egalitario, economico e semplice, in contrasto con la moda borghese del tempo. A RAM la galleria fiorentina Frascione in via Maggio (www.frascionearte.com), dedica dal 13 settembre al 17 dicembre la grande mostra monografica “RAM Tra Novecento e Metafisica. La natura ricreata”. Da vero dandy dell’epoca, è un intellettuale, interprete del suo tempo, sempre alla ricerca del bello, fedele al sogno di modernità futurista. Nel 1927 a Parigi frequenta artisti quali Alberto Magnelli, Giorgio De Chirico, Massimo Campigli e tanti altri con cui condivide l’esperienza neometafisica. In mostra 34 opere dell’artista, tra gli anni ’20 e gli anni ’60, dove la natura si fa pura e trascendente.
Siamo di fronte a un artista piacevole, rilassante, a opere piene di colore e di luce, pronte a dialogare con i saltimbanchi di Picasso.
Le donne protagoniste a Viareggio
Puntuale e imperdibile l’appuntamento annuale con il Centro Matteucci per l’Arte Contemporanea a Viareggio (www.cemamo.it). In pieno centro, la villa inizio secolo, un gioiello restaurato alla perfezione, accoglie fino al 3 novembre una mostra, quanto mai piacevole, dedicata alle donne normali di tutti i tempi, dal primo Ottocento al Novecento “L’eterna musa. L’universo femminile tra Ottocento e Novecento”. Donne semplici, fiere del loro essere, nel ruolo di mogli, madri e forse amanti. Nulla che vedere con una carrierista come Marie Curie, le protagoniste sono donne colte nella loro essenza femminile: dalla Maddalena peccatrice pentita, a Maria Vergine, dalla carnale Venere alla seduttrice Salomè, alla maga Circe, ogni opera sollecita la fantasia di chi le guarda e cerca di scoprire quanto d’insondabile c’è in ogni donna.
Una mostra maschilista? Forse, ma intrigante per tutti. Anche per le donne oggi in carriera, che, chissà mai, potrebbero rivelarsi seducenti maghe Circe.