A Faenza per le ceramiche di Barcelò, a Pietrasanta Atchugarry firma la mostra dell’estate, a Venezia le opere del realismo russo di Gely Korzhev e poi i Mondi di Cristallo Swarovski a Hall Wattens
L’affascinante artista Miquel Barcelò a Faenza
Curioso, sempre in movimento e impegnato a sperimentare materiali e pigmenti sempre nuovi, Miquel Barcelò , nato a Maiorca nel 1957, è il protagonista al Mic di Faenza (Museo Internazionale delle Ceramiche) di MIQUEL BARCELO’ il tempo è un fiume che mi trascina e io sono il fiume (fino al 6 ottobre, www.micfaenza.org). La mostra, a cura di Irene Biolchini e Cécile Pocheau, porta in scena un progetto realizzato dall’artista per il MIC, in dialogo con le opere della storia della ceramica esposte nel più grande museo al mondo dedicato a quest’arte. L’artista ha creato, infatti, un’installazione all’interno della sezione dedicata alle ceramiche faentine, in cui posiziona le sue ceramiche, dai primi lavori in argilla ai giorni nostri.
Personaggio complesso, curioso, affascinato da ogni forma d’arte, dai surrealisti, da Pollock, da Fontana, ma anche dalla pittura barocca scoperta al Museo del Louvre, Barcelò a 25 anni, grazie all’invito a partecipare alla prestigiosa rassegna di Kassel, entra nel firmamento dell’arte internazionale.
La ceramica non poteva non tentare l’artista spagnolo. Basta pensare a Picasso o a Fontana.
La passione nasce negli anni ’90, durante i frequenti soggiorni di Miquel in Mali. L’artista resta affascinato dalla cultura e dalle tradizioni dei Dogon, esplora per sei mesi il paese con lo scultore locale Dolo. In Mali scopre le antiche tecniche dei Dogon, apre un atelier nel loro territorio, a Cogoli, crea vasi e altri oggetti in terracotta, preparando lui stesso l’argilla con paglia tritata e tegole rotte. Da allora Miquel non abbandona più la ceramica, come rivelano i suoi soggiorni a Vietri, dove realizza il rivestimento per la Cattedrale di Palma di Maiorca.
Paolo Atchugarry firma la mostra dell’estate a Pietrasanta
L’artista uruguayano, nato a Montevideo nel 1954, è il protagonista della mostra The evolution dream, organizzata dal Comune di Pietrasanta in collaborazione con la Galleria Contini, la Fondazione Versiliana e Start (www.comune.pietrasanta.lu.it, fino al 30 settembre). Come ogni anno, la città ospita un artista internazionale nell’impareggiabile cornice del Duomo di Pietrasanta. Autchugarry è di casa in questa zona. Dopo aver sperimentato diversi materiali per la creazione delle sue opere, nel 1982, arriva a Carrara per eseguire un’opera monumentale in marmo, commissionata dalla città di Lecco. Le Alpi Apuane e la cava del Polvaccio, dove Michelangelo veniva a cavare il marmo per le sue sculture, l’hanno affascinato a tal punto da scegliere il marmo come materiale d’elezione per le sue opere. Ispirandosi alla lezione di Michelangelo, l’artista lavora il blocco seguendo le venature del marmo per liberare la forma racchiusa nella materia e rivelarne la natura più intima, l’anima immateriale, elevandola così all’infinito.
Ad animare la piazza, sullo sfondo del Duomo e della Rocca, svettano cinque monumentali sculture astratte, longilinee, seducenti, misteriose. Fa piacere camminare tra una e l’altra. Eleganti ed essenziali, vivono in armonia con la piazza, imperdibili alla luce rosata del tramonto, come la chiesa di S. Agostino alle spalle. Una mostra ben riuscita, che prosegue nel complesso di S. Agostino, con la presenza di sculture in marmo policromo di piccole dimensioni. A Marina di Pietrasanta, a rendere unica la passeggiata sul pontile, domina “Search of Future”, sempre di Atchugarry, una longilinea scultura in acciaio, che cattura la luce del sole e riflette il colore del mare e del cielo.
Sfila a Venezia il realismo sovietico
Mentre l’arte contemporanea spopola alla Biennale, Cà Foscari Esposizioni apre le porte a Gely Korzhev (1925-2012), una delle figure più eminenti del panorama pittorico, prima sovietico e poi russo, della seconda metà del Novecento (Dorsoduro 3246, fino all’11 novembre, www.unive.it/esposizioni).
La mostra Gely Korzhev Back to Venice, dedicata all’artista 57 anni dopo la sua partecipazione alla XXXI Biennale, invita a rileggere l’opera del maestro, presentando 50 opere sue, documenti, foto e proiezioni. Davanti agli occhi sfilano i monumentali nudi dell’artista, le sue straordinarie nature morte, opere che rivelano il suo modo particolare d’interpretare la pittura realista sovietica. Una mostra, quindi, interessante, che ci riporta ai tempi del disgelo post staliniano guidato da Nikita Khrushchev. La rassegna termina con gli accorati dipinti ispirati al collasso del sistema sovietico. Al centro dell’esposizione, le opere in memoria degli anni della Grande Guerra Patriottica, che è il nome russo della Seconda Guerra mondiale, che sono anche i suoi capolavori. Una mostra interessante, datata, indubbiamente, da non perdere. Soprattutto perché evoca un periodo ormai lontano, ma significativo dell’arte in Russia.
I Mondi di Cristallo Swarovski si animano in estate
Nel cuore delle Alpi tirolesi, nella regione di Hall-Wattens, le Camere delle Meraviglie Swarovski (www.swarovski.com/kristallwelten) promettono una giornata di vacanza rilassante e sorprendente. Tra le sorprese, la Nuvola di Cristallo, un ipnotico capolavoro costituito da 800.000 cristalli Swarowski, e le 17 stanze dove i più importanti artisti e designer internazionali sono stati invitati a creare opere d’arte con i cristalli. L’ultima meraviglia è lo Chandelier of Grief (il lampadario della sofferenza) realizzato dall’artista giapponese Yayoi Kusama. Chi arriva qui resta affascinato di fronte a tanto splendore!
Fino al 31 ottobre, pernottamenti con colazione a partire da 73 euro a testa, in un tipico gasthof (www.hall-wattens.at)