Lourdes, un piccolo viaggio nella Francia dei Pirenei francesi fino al miracolo vivente del Santuario Mariano più famoso al mondo. Non esiste per forza di cose un buon motivo per andare a Lourdes e tra questi non si esclude la mera curiosità turistica.
Non necessariamente si deve essere in cerca di grazia intesa come miracolo del corpo e/o dello spirito, non necessariamente si deve essere prestatori di opera di un pellegrinaggio o accompagnare in treno malati e non necessariamente si deve sciogliere un voto (www.lourdes-tourisme.com).
Lourdes è situata ai piedi dei Pirenei francesi, non è così lontana dalla stazione balneare atlantica di Biarritz, nei dintorni si ammirano le grotte di Betharram, per gli escursionisti esistono percorsi di ogni tipo e difficoltà, uguale per gli alpinisti, e per gli amanti della bicicletta basti solo pronunciare nomi come Col d’Aspen, Col du Tourmalet, Col du Peyresourde (www.pyrenees-trip.it).
La cittadina non è male, l’offerta alberghiera seconda in patria solo a Parigi e i prezzi alla portata di chiunque. Molti si sentono offesi dal commercio asfissiante e luminescente di una quantità di esercizi impensabile, ma fatto a parte che gli stessi siano rigorosamente al di fuori del Santuario aggiungo che ciascuno porta da Lourdes ciò che meglio crede, e la cosa più importante non credo siano le cineserie.
Arrivando poi in aereo, da aprile ad ottobre, si noterà come la metà dei passeggeri siano camminatori che, dopo un saluto alla grotta di Massabielle, si trasferiranno a St. Jean Pied Port per iniziare il Camino de San Tiago, e chissà mai se ritorneranno. Non esiste dunque un preciso motivo per andare a Lourdes, mentre se si ritorna significa che questo lo si è trovato. E lì può cominciare un appuntamento irrinunciabile, arricchito in futuro dal piacere di appartenere al corpo della Hospitalite (www.hospitalite-nd-lourdes.com), con la utile e simpatica esperienza della scuola quadriennale e la ambita medaglia biancoazzurra con croce di San Pietro.
Il treno pellegrini (www.lapiccolafamiglia.com) con la sua immancabile carrozza barellata è nella storiografia di Lourdes una icona indelebile quasi come le locali trainglo porta barelle a ruota di bicicletta o le voiture a risciò per i malati seduti. Inconfondibilmente bianca con croce rossa e personale indaffarato nella divisa della propria organizzazione.
Le divise appunto. Ogni pellegrinaggio ha la sua, uomini e donne, il proprio distintivo, i propri bracciali, un motivo di folklore indiscutibile ed una tradizione inalienabile. Tutti con cartellino identificabile e corredato, per gli hospitalieri, dalle bandierine che ne tradiscono il paese di provenienza e gli idiomi dominati.
E poi, consentitemi, il miracolo numero due di Lourdes, e cioè l’acqua. Questa sorgente di montagna che da quell’11 febbraio 1858 bagna e disseta le speranze di chiunque se ne abbeveri e/o ci immerga il corpo. La madonnina con la corona a tappo è arrivata in ogni angolo di mondo, e con il suo contenuto fresco ed inalterabile nel tempo ha raccolto le confessioni, i dolori, le speranze di miliardi di anime e corpi in pena. E le stanze delle piscines, dodici vasche per gli adulti e due per i bambini costantemente in servizio dalle 9 alle 17 e spesso oltre.
Giorni di viaggio da ogni meridiano per poter finalmente rimettere tutto in quel minuto di preghiera e di contatto con la miracolosa fonte. Una esperienza forte e catechistica come nient’altro per i volontari di servizio, una settimana di condivisione, di educazione al dolore e di ascolto della divina forza che scaturisce da ognuno di noi quando accetta l’inaccettabile e si piega al mistero del dolore.
Ed infine il vero miracolo di Lourdes, e dunque i malati, e i malati nel corpo che presumono spesso pena senza fine anche nel cuore. Il miracolo della forza che li spinge ad affrontare viaggi faticosi, che esce dai racconti delle loro croci e che li sorregge nel quotidiano della rassegnazione, dell’accettazione, se non addirittura della ostinazione nel trovare una speranza dove sembra ci sia solo condanna. Incontri che aiutano a leggere la vita attraverso i valori che contano, che rallentano le frenesie degli inutili motivi che ci fanno sempre correre con le ansie e le voglie prima che qualche piccolo, insignificante particolare o sintomo, ci rallenti per sempre. Una presa di coscienza della unica certezza che abbiamo della nostra vita e che sempre passa inosservata: “la fragilità della continua esposizione al dolore”.
Lourdes, una esperienza che anche da semplice “turista di passo” merita di essere vissuta, ma non da turista distratto e rumoroso. Potrebbe essere l’inizio di un insopprimibile appuntamento!
quando andare
Il Santuario (www.lourdes-france.org) è aperto tutto l’anno, ma la stagione dei pellegrinaggi va da Pasqua a fine ottobre.
come arrivare
Poche le soluzioni aeree che da Milano BGY e MPX raggiungono Tarbes dove l’autobus porta dalla aerostazione a Lourdes, aeroporto non dei migliori e taxi carissimi. Da più aeroporti italiani con orari diversi si può raggiungere Toulouse dove il treno porta a Lourdes.
come andare
Autonomamente, magari soggiornando al Santuario per fare il servizio di stage di sei giorni, o con i pellegrinaggi in treno come ad esempio Unitalsi (www.unitalsi.it) o La Piccola Famiglia di Roma (www.lapiccolafamiglia.com)
dove mangiare e dormire
Fondamentale avere l’alloggio vicino al Santuario. A Lourdes può piovere e comunque ci si muove parecchio, se poi si fa servizio meglio avere a portata l’hotel. La scelta è enorme, e se si opta per lo stage (http://hospitalite-nd-lourdes.com/stages-formations-6/demande-stage.html) chiedere nella domanda l’Hotel N.D. de Lourdes. Per mangiare ottimo il self-service del Salus Unitalsi, la scelta migliore.
Aggiungo a questa mia esperienza quella di Rosanna e la cara Patrizia che ci saluta da lassù https://www.viaggivacanze.info/newsite/2010/08/lourdes-un-viaggio-nelle-proprie-emozioni/