A Milano il gallerista Massimo De Carlo apre al pubblico Casa Wasserman, a Lucca la Fondazione Ragghianti indaga sul primitivismo dell’inizio del Novecento, a Bergamo la GAMec ci parla dell’imperdibile Birgit Jurgenssen
Una meraviglia milanese da non perdere
MCMXXXIV, cioè 1934, è il titolo della mostra inaugurale della Galleria Massimo De Carlo a Milano (www.massimodecarlo.com). La data corrisponde all’anno di costruzione della Casa Corbellini-Wasserman commissionata all’architetto Piero Portalupi dalla famiglia Wasserman, importanti imprenditori nel campo farmaceutico, in Viale Lombardia 17. Oggi, dopo lunghi lavori di restauro conservativi, a cura dello Studio Binocle, la dimora riapre al pubblico come sede della galleria Massimo De Carlo. Una meraviglia milanese da non perdere! Al piano nobile ci si ritrova a passare da un ambiente all’altro, ognuno caratterizzato dall’impiego di materiali di pregio, come i marmi millerighe, in un affascinante accostamento di colori, dal verde, al bianco di Carrara, all’arancio del Rosso Amiata. Altrettanto raffinati, i pavimenti in legno, le porte, le librerie, i caminetti nei salotti, fino ai bagni e alla cucina. Il percorso della mostra, nelle otto sale della villa, porta in scena artisti famosi negli anni ’30, quale lo scultore Adolfo Wildt, ma anche artisti contemporanei, come Kaari Upson o Yan-Pei-Ming, in un suggestivo confronto. Grande e meritato successo!
Gli artisti tornano bambini?
Un tema affascinante, sentito da molti artisti all’inizio del Novecento, da Balla a Carrà, dai toscani Viani e Cecioni, da Soffici a Rosai. Dal 17 marzo al 2 giugno, La Fondazione Ragghianti (www.fondazioneragghianti.it) a Lucca, con sede nel magnifico e centralissimo complesso monumentale di San Micheletto, porta in scena la mostra “L’artista bambino. Infanzia e primitivismi nell’arte italiana del primo Novecento”, dedicata al tema del “tornare bambini”, recuperando la spontaneità, la poesia, i colori tenui, la leggerezza del disegno infantile. La mostra, articolata in sei sezioni, partendo dalla fine dell’Ottocento e ripercorrendo i primi decenni del Novecento, nasce dalla necessità segnalata da Carlo Ragghianti, il più grande critico e storico dell’arte del XX secolo, di ricostruire la storia della regressione al linguaggio infantile nell’arte, iniziata con gli artisti toscani Alberto Magri e Lorenzo Viani, per diffondersi poi tra una selezionata cerchia di artisti. Una mostra originale, interessante, in una città e una cornice d’eccezione, coadiuvata da piacevoli laboratori didattici.
L’avanguardia femminista a Bergamo
A Birgit Jurgenssen (Vienna 1949-2003), tra le più importanti e sofisticate interpreti dell’avanguardia femminista internazionale, la GAMec di Bergamo (www.gamec.it) dedica la prima grande retrospettiva in Italia. La mostra intitolata “IO SONO”, fino al 19 maggio, rende omaggio a Birgit, raffinata interprete del suo tempo. Attingendo al Surrealismo, l’artista porta in scena convenzioni sociali, sessualità, canoni di bellezza e rapporti tra i due sessi con un umorismo sovversivo e coinvolgente. In maniera originale esprime le sue idee: il corpo, ad esempio, non è mai esibito con ostentazione, piuttosto celato e svelato attraverso maschere e materiali diversi. Un’artista non banale, che si esprime attraverso disegni, collage, sculture, fotografie e gouache. Dopo la mostra di Birgit, non bisogna trascurare una visita all’Accademia Carrara, se non ci si va da un pò di tempo e un giro in Città Alta, per finire con una colazione alla Trattoria Tre Torri, proprio in piazza. Polenta e lardo da non perdere!