La Val Rendena è una vallata laterale del Trentino, facilmente raggiungibile da Trento passando da Vezzano, Terme di Comano e Tione, percorsa da colonne di automobili spesso per raggiungere la località più nota, la stazione sciistica di Madonna di Campiglio
Parco naturale
Ma anche per chi non è appassionato di sci o in stagioni diverse da quella invernale una visita in val Rendena può riservare sorprese inaspettate sia dal punto di vista naturalistico che culturale, con i colori accesi dell’autunno o quelli delicati della primavera evitando tra l’altro l’affollamento di gitanti del mese di agosto. Per la maggior parte all’interno del comune di Strembo si trova la Val di Genova, una laterale della val Rendena interamente compresa nel parco naturale provinciale dell’Adamello-Brenta, il più vasto della provincia autonoma di Trento.
Il nome non ha nulla a che vedere con la città di Genova, ma potrebbe risalire al latino genus-genus, ginocchio, per la particolare forma della vallata, oppure al latino janua, porta, da cui avrebbero preso il nome le case di Genua antichi fienili oggi scomparsi che si trovano all’imbocco della valle in località oggi nota come Ponte Verde.
La strada asfaltata per raggiungere questa vallata dopo Strembo, Caderzone e Pinzolo parte da Carisolo e per i primi quattro chilometri è libera, poi è a pedaggio, anche se nella stagione estiva è consigliabile parcheggiare la macchina e proseguire con i bus navetta locali. Risalire la valle con i mezzi, a piedi o in bicicletta è una scoperta continua per l’immensa quantità d’acqua che scende dai massicci montuosi dell’Adamello a sud e della Presanella a nord formando spettacolari cascate, le più alte del Trentino. L’acqua si raccoglie nel torrente Sarca di Genova che confluendo con altri rami più in basso a Pinzolo forma il fiume Sarca, immissario del lago di Garda.
Le “valli pensili”
L’erosione glaciale ha dato a questa vallata una forma scoscesa, con pendii assai ripidi che si elevano dal fondo valle fino a 1800-2000 metri, dove lasciano il campo a vallate pianeggianti o pendii più dolci. Si può ascendere solo a piedi lungo queste scale dei bo’, cioè dei buoi, percorse da secoli dai malgari seguiti dalle mucche di razza Rendena per raggiungere gli alpeggi estivi: le “valli pensili” laterali della Val di Genova, specie di fiordi scandinavi naturali, costituiscono una particolarità orografica difficile da conquistare, ma che ripaga con la bellezza di paesaggi quasi disabitati e torrenti pescosi.
Durante la prima guerra mondiale qui correva la linea di confine e restano ancora alcune postazioni fortificate di mitragliatrici austriache che rendevano difficile l’accesso alla vallata, oltre a qualche cappella cimiteriale che ricorda i caduti di ambo le parti nei combattimenti tra questi monti.
Dai 900 metri del fondovalle la vallata principale risale di circa 400 metri passando dalla località Ragada, formata da appena alcune case di abitanti del luogo: qui secondo i racconti un famoso cacciatore dell’Ottocento, Luigi Fantoma, soprannominato Re di Genova uccise più di 100 orsi. Proseguendo ancora si raggiunge la piana di Bédole a 1600 metri di altezza con alcune malghe trasformate in rifugi, in uno scenario di imponente bellezza: un catino naturale ai piedi della Lobbia, alta 3200 metri, contigua all’Adamello e alla Presanella i cui ghiacciai forniscono l’apporto d’acqua incanalato nella vallata. I boschi che adornano la valle sono un tripudio di abeti, larici, faggi, betulle con un sottobosco ricco di funghi, ribes e lamponi. Numerose sono le specie animali che abitano da queste parti: camosci, marmotte, caprioli, galli cedroni e uccelli rapaci, soprattutto grandi aquile.
Ospitalità alberghiera
Chi ama la montagna e non conosce ancora la Val di Genova dovrebbe programmare un’escursione, che non richiede allenamento particolare, a meno di non voler risalire sulle vallate laterali scoscese.
I migliori indirizzi per pernottare si trovano naturalmente a Madonna di Campiglio, 1550 metri di altezza, attrezzata con alberghi di tutte le categorie. Ma anche Pinzolo, il centro più grande della vallata a 770 metri di altezza, la dotazione alberghiera è buona nella categoria tre e quattro stelle con diversi indirizzi tra cui l’hotel Canada (www.hotelcanada.info) di proprietà di Cecilia Maffei, presidente del consorzio albergatori e vicepresidente dell’APT della località nota anche per gli affreschi quattro-cinquecenteschi della chiesa di San Vigilio, che insieme alla chiesa di Santo Stefano di Carisolo dimostrano la vena pittorica e creativa della famiglia bergamasca dei Baschenis che percorsero queste valli dipingendo chiese tra il ‘400 e il ‘500.
Per informazioni: www.campigliodolomiti.it