Attraversata da fermenti autonomisti, la Catalogna è meta di consistenti flussi turistici europei grazie alla vocazione all’accoglienza e al patrimonio artistico di Barcellona ideato da un artista visionario
Testo e foto di Tania Turnaturi
Barcellona ha l’allure di una capitale e tale desiderava diventare con il referendum indetto nell’ottobre scorso per rivendicare l’indipendenza persa nel 1714. La città è sempre più cosmopolita, dalla forte connotazione storica e artistica. Nella comunità autonoma si utilizza la lingua catalana nelle scuole e nella toponomastica, in famiglia e nelle istituzioni, ed è stata abolita la corrida che lo Stato nazionale ritiene bene culturale. Sono numerosi gli striscioni su balconi e finestre che reclamano l’autonomia e i nastri gialli “della consapevolezza” che esprimono sostegno ai separatisti imprigionati, accanto alla bandiera a strisce gialle e rosse.
L’architettura gotico-catalana a Barcellona
Lasciandosi alle spalle Plaça de Catalunya, le Ramblas ombreggiate dai platani pulsano di vita, con chioschi di fiori, caffetterie, artisti di strada e pittori ambulanti, tra due ali di architettonici edifici.
La Boqueria, il mercato più famoso di Spagna, cattura con i suoi aromi i turisti tra banchi sovraccarichi di frutta multicolore, bancarelle di pesce guizzante e chioschi dove mangiare pesce fritto, prosciutto serrano e tapas assortite. Proseguendo, una piccola deviazione immette alla porticata Plaça Reial illuminata dai lampioni in pietra e ghisa disegnati dal giovane Antoni Gaudí. Fanno da scenografica quinta al porto il palazzo della Dogana e l’Arsenale con il Museo marittimo. A Porta della Pace Cristoforo Colombo punta l’indice verso il mare, sovrastato dal cavo con le rosse cabine della funivia del porto che conduce alla collina di Montjuïc, insediamento dell’antica comunità ebraica, sistemato a parco per l’Esposizione Universale del 1929, dove godere il panorama della costa e della città dai vari belvedere e visitare la Fondazione Joan Mirò e il Museo Nazionale d’Arte della Catalogna, la cui scalinata si affaccia sulla fontana magica che la sera si illumina di giochi d’acqua colorati.
Tra le strette vie del Barrio Gotico cuore della vita politica e religiosa medievale, si apre la piazza della Cattedrale in gotico catalano, dalla cui terrazza la vista spazia sull’orizzonte della città e nel chiostro gracidano le oche bianche della patrona Santa Eulalia. Proseguendo verso la zona portuale, dopo il Museo Picasso appare la basilica di Santa Maria del Mar dalle pure linee gotico-catalane, la “cattedrale dei poveri” edificata da marinai e scaricatori trasportando in spalla le pietre dal Montjuïc.
Il modernismo eclettico di Gaudí è patrimonio Unesco
Nelle vie e sui palazzi medievali si legge la storia millenaria, quella del modernismo catalano esonda dai moderni quartieri squadrati e alberati. Tra l’Esposizione Universale del 1888 e quella del 1929 sono sorti i palazzi della borghesia modernista coniugando il recupero della lavorazione artigiana col gusto estetico orientale mediato dal genio creativo di architetti ispirati, espressione di un nuovo Rinascimento che vide formarsi ampie zone residenziali. Commercianti e mercanti danarosi e munifici patrizi hanno legato i loro nomi a residenze che caratterizzano l’architettura della capitale catalana, quali Güell, Batlló, Bertrán, Armís con una fioritura di edifici dichiarati patrimonio Unesco.
La visionarietà di Gaudí esplode nell’esuberanza architettonica e nella perfezione funzionale di Casa Batlló edificio unico nel panorama cittadino, sul Passeig de Gracia asse portante dell’elegante Eixample, dal profilo ondulato, rivestimento in ceramica, tetto punteggiato di comignoli per un sofisticato sistema di ventilazione, che le conferiscono un aspetto fiabesco. La facciata rocciosa di Casa Milá (La Pedrera) priva di angoli sembra plasmata dal vento, con le ringhiere in ferro battuto a motivi vegetali e i camini dalle forme alchemiche funzionali alla ventilazione. Natura e arte si compenetrano nel labirinto ricco di biodiversità del Parco Güell con plastiche casette fatate, la sala ipostila, la casa-museo di Gaudí. Testimone dell’inesauribile ma incompiuto dinamismo creativo dell’artista catalano è la Sagrada Familia. Iniziata nel 1882 in stile neogotico modernista, è strutturata su una iconografia complessa e un simbolismo numerico: tre facciate (Natività, Passione, Gloria), dodici torri (Apostoli), quattro torri (Evangelisti) e un’accentuata connotazione vegetale all’interno. Sospesa con la morte accidentale dell’architetto nel 1926, l’impresa procede lentamente sollevando molte polemiche in assenza dei disegni del progetto bruciati durante la guerra civile, confidando sulle offerte dei fedeli.
Suoni e colori si armonizzano nel Palazzo della Musica catalana, manifesto del modernismo, realizzato da Lluis Domenech i Montaner nel 1908 in vetro smaltato e cristallo con colonnati, archi, balconcini e motivi floreali.
I giochi olimpici del 1992 hanno potenziato l’immagine della città nel mondo con un nuovo sviluppo urbanistico e architettonico e con la valorizzazione di un lungo tratto di litorale. Tra le luci del Port Olimpic, la movida trova ristoranti dove mangiare una buona paella.
Le colorate case pendenti di Girona
A 70 km a nord di Barcellona, alla confluenza dell’Onyar col Ter, la città di Girona si stringe intorno al poderoso complesso monumentale che dalla piazza culmina sul colle. Popolata dagli iberici e occupata dai romani, con Carlo Magno divenne roccaforte carolingia contro l’islam. Ben conservato il ghetto della comunità ebraica, che grande splendore donò alla città con la scuola cabalistica, espulsa con il decreto dell’Alhambra del 1492 dei re cattolici Isabella di Castiglia e Ferdinando d’Aragona che imponeva l’espulsione degli ebrei dai regni spagnoli o la conversione.
Pittoresche case medievali dei pescatori a ridosso del muro di cinta si affacciavano sull’acqua (casas penjades), poi inglobate nel centro storico con l’ampliamento della rambla e l’abbattimento delle mura in quel tratto. Restaurate, si riflettono coloratissime nell’acqua, fronteggiate dal vermiglio ponte in ferro di Gustave Eiffel del 1877, meritando alla città l’appellativo di Petita Florència. Al primo posto negli anni ’90 per qualità della vita, ebbe un notevole incremento demografico.
Oltrepassato il fiume la visione d’insieme parte dalla chiesa a pianta romanica di Sant Feliu dalla facciata barocca e, inerpicandosi per le viuzze e le cordonate acciottolate, si giunge alla scalinata secentesca su cui si innalza la barocca facciata della cattedrale, la cui costruzione inizia nell’XI secolo, con la navata gotica più larga al mondo e il magnifico altare maggiore d’argento dorato e smalto. Addossati alle mura, i bagni arabi ispirati alle terme romane, con cupola e lucernario, di impianto romanico; utilizzati come dispensa dall’attiguo convento dei cappuccini, furono riaperti nel 1929. Cuore pulsante della vita mondana è la porticata Plaça de la Indepèndencia.
Il surrealismo di Dalí a Figueres
A poca distanza dal confine francese, Figueres ospita il secondo museo più visitato di Spagna nell’antico teatro comunale che Salvador Dalí ricostruì dalle macerie della guerra civile ampliandolo, inaugurato nel 1974.
La genialità surreale dell’artista si manifesta già all’esterno con un bizzarro mix di decorazioni a forma di pane catalano sulle mura rosso pompeiano sovrastate da uova gigantesche. Dalla piazza in cui è collocato lo scenografico monumento al filosofo catalano Francesc Pujols si entra nel cortile coronato da bianchi lavandini e manichini dorati nelle nicchie, una Cadillac con la dea della fortuna sul cofano immette nella sala sormontata dalla cupola in plexiglass dove la silhouette dell’amata Gala è camuffata dai giganteschi pixel del viso di Abramo Lincoln. Tele e sculture introducono al mondo eccentrico e scandaloso di Dalí, permeato dall’ossessiva presenza della sua musa Gala nel quale ci si immerge sempre più procedendo nei vari ambienti nei quali sono esposti mobilio, gioielli, collezioni di quadri, collage, sculture, marchingegni meccanici e una piccola selezione di opere di altri artisti (El Greco, Duchamp, Pitxot e altri). All’amica Mae West è dedicato il salotto in cui gli elementi di arredo visti da un punto prospettico formano il viso
dell’attrice. Nella cripta, la tomba progettata dall’artista.
L’universo immaginifico, che ai bambini appare come un luogo fantastico di giochi, è stato l’espressione della mente tormentata di un uomo eclettico e narcisista che si riteneva reincarnazione del fratello morto 9 mesi prima della sua nascita, e che era stato espulso dall’Accademia di Belle Arti di Madrid avendo dichiarato che nessun insegnante potesse insegnargli qualcosa.
Il teatro-museo che Dalí volle offrire alla città natale con la grandiosa e stravagante produzione dagli influssi impressionisti, futuristi e cubisti di pittore, scultore, designer, cineasta, sceneggiatore, fotografo, è il testamento artistico dell’eccentrico provocatore che esplorava il suo inconscio. Uscendo, sulla piazza che fiancheggia la chiesa gotico-romanica di Sant Pere riaffiora la realtà, che diventa movimentata quotidianità lungo la rambla.
dove dormire: per raggiungere facilmente tutte le località si può dormire a Lloret de Mar, Girona, Hotel Marsol, www.marsolhotels.com
dove mangiare: La Fonda del Port Olimpic, ristorante di cucina mediterranea, Moll de Gregal, 7 – Barcellona – Quinto Quinta, ristorante di cucina mediterranea e spagnola, Arenas de Barcelona
Per ulteriori informazioni:
Associazione Culturale “Liberi di Viaggiare” i di Viaggiare www.ldvitalia.it
Aga World Travel S.r.l. – Tour operator che offre soluzioni per ogni esigenza www.agatravel.it
Tours21 www.tours21.com
www.spagnavacanze.net/catalogna/ – www.salvador-dali.org