Patente a punti: Obbligo del proprietario del veicolo di comunicare i dati del conducente ed esenzione dalla responsabilità
La seconda sezione civile della Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 9555 del 18 aprile 2018, ha affermato che ai fini dell’applicazione dell’art. 126 bis del codice della strada occorre distinguere il comportamento di chi si disinteressi della richiesta di comunicare i dati del conducente, non ottemperando, così, in alcun modo all’invito rivoltogli (contegno per ciò solo meritevole di sanzione) e la condotta di chi abbia fornito una dichiarazione di contenuto negativo, sulla base di giustificazioni, la cui idoneità ad escludere la presunzione relativa di responsabilità a carico del dichiarante deve essere vagliata dal giudice di volta in volta, con apprezzamento in fatto non sindacabile in sede di legittimità. I giudici hanno quindi concluso che non si applica alcuna sanzione sulla patente quando il proprietario del veicolo comunica di non sapere chi fosse alla guida. Pertanto, rimane sanzionabile, sempre, la condotta di chi semplicemente non ottempera alla richiesta di comunicazione dei dati personali e della patente del conducente. Mentre è devoluta alla valutazione del giudice di merito la verifica sulla idoneità delle giustificazioni fornite dall’interessato per escludere la presunzione di responsabilità che la norma pone a carico del dichiarante.
Info: www.cortedicassazione.it/corte-di-cassazione/it/seconda_sezione.page
AirHelp: i passeggeri di aerei europei non conoscono i loro diritti
AiiHelp, la più importante azienda a livello mondiale che, da 5 anni, con le sue sedi in tutto il mondo, aiuta i passeggeri, fino a tre anni dall’accaduto, tramite web e l’app per smartphone gratuita, ad ottenere un rimborso per ritardi, cancellazioni e overbooking, ha condotto un sondaggio su circa 7 mila cittadini europei per verificare la consapevolezza dei passeggeri sui lori diritti. L’85% della popolazione europea non conosce la normativa europea CE 261, che tutela i diritti dei passeggeri aerei, in vigore da 14 anni. e le pratiche di risarcimento che le compagnie aeree debbono rispettare. Secondo i dati emersi dallo studio, infatti, solo il 42% degli italiani, che hanno subito ritardi e/o cancellazioni dei voli, presenta un reclamo. Solo la metà degli aventi diritto a un rimborso, quindi, espone effettivamente un reclamo, lasciando, così, miliardi di euro di risarcimento nelle mani delle compagnie aeree. Per la settimana di Pasqua ad esempio, quasi 20 mila italiani, che hanno subito disagi, avrebbero avuto diritto a più di 5 milioni di rimborsi da parte delle compagnie aeree. Questa, infatti, è la classifica dei cinque peggiori aeroporti durante la settimana di Pasqua, dal 28 marzo al 4 aprile:
AEROPORTO | PASSEGGERI | RIMBORSI |
Roma Fiumicino | 5100 | 1,800,000 |
Milano Malpensa | 5400 | 1,600,000 |
Bologna Gugliemo Marconi | 1400 | 350,000 |
Bergamo Orio Al Serio | 1300 | 350,000 |
Roma Ciampino | 1000 | 250,000 |
Secondo i dati rilevati da AirHelp, i motivi principali per cui i passeggeri italiani non espongono reclamo sono essenzialmente tre: mancata conoscenza dei propri diritti (45%), convinzione di non avere diritto ad un risarcimento (42%), mancata conoscenza delle procedure di rimborso (21%). Con l’occasione ricordiamo che per voli in ritardo, cancellati, imbarchi negati o problemi con i bagagli, le compagnie aeree, low cost comprese, debbono corrispondere un rimborso da 250 a 600€ a prescindere dal prezzo pagato per il biglietto acquistato. La compagnia aerea, però, è esente dall’obbligo di risarcire i passeggeri quando ricorrono “circostanze eccezionali”, come, ad esempio, scioperi non annunciati, particolari condizioni metereologiche o emergenze mediche.
Info: www.airhelp.com
A cura di Giovanni Guarino