Un itinerario magnifico, da Sète a Tolosa, attraverso le regioni Languedoc e Midi-Pyrénées, all’insegna della natura, dell’arte e della storia, tanto interessante da farmi appassionare a personaggi come Pierre Paul Riquet, lungimirante artefice del Canal du Midi, e da coinvolgermi nelle sanguinose vicende dei Catari.
di Silvana Rizzi
Se città come Narbonne e Carcassonne, lungo il percorso fanno parte dei must, non mi sarei aspettata di imbattermi in villaggi come Mirepoix, senz’altro uno dei più belli di Francia, e neppure di gustare ostriche freschissime a un euro l’una…
Veniamo ora al viaggio. Duecento quaranta chilometri in bici sembrano tanti, ma suddivisi in otto giorni, sono fattibili anche per gli over 60. Viaggiare al ritmo lento della pedalata è quanto mai piacevole e permette di fermarsi a piacere. Chi pensa di non farcela, non esiti a noleggiare una E-Bike. Sono fantastiche! Per l’organizzazione del viaggio, ci si può rivolgere a un tour operator francese o italiano. Quanto al budget, dipende dagli alberghi e dai ristoranti scelti…
I siti francesi, da quelli ufficiali #FranceFR a quelli privati (www.bicycletteverte.fr) propongono itinerari ciclistici con trasporto bagagli, mentre sul sito www.plan-canal-du-midi.com si trova la descrizione esatta delle piste ciclabili.
Montpellier-Sète-45 km
Tutto in piano, lungo il fiume Lenz e le lagune, che portano fino al mare, a Sète. Una piacevole sorpresa interrompe la pedalata: la Cattedrale fortificata di Maguelone, nascosta in mezzo a un bosco, un’autentica meraviglia di epoca romanica. L’arrivo a Sète è quanto mai piacevole. La cittadina, nata a metà del Seicento, durante la costruzione del Canal du Midi, è tutta raccolta intorno al canale e al vecchio porto, pullulante di flottiglie di pescherecci. Si viene qui, in uno dei tanti ristorantini, come François, per esempio, a gustare la bouilleabaisse locale, acciughe fritte e vassoi traboccanti di frutti di mare, allevati tutto l’anno nel vicino étang de Thau, la ricchezza di Sète. Per gustare l’alta cucina, si va alla Coquerie (1, chemin du Cimetière Marin), un ottimo indirizzo. Ma se siete a Sète in mattinata, non perdete le Halles, il grande mercato, dove arrivano i coltivatori di ostriche con i loro prodotti appena raccolti. Una gioia per gli occhi e per il palato! Da qui il mio consiglio: frequentate le Halles delle città di mare!!
Sète-Béziers. Nella terra dei Catari-55km
Si pedala alla grande, senza fatica, tra dune selvagge e mare, dove è d’obbligo un bagno. Ci si ferma per pranzo nella bella piazzetta di Agde, antica cittadina con chiesa fortificata e bei palazzi oggi fatiscenti. Sembra poco abitata, o meglio come sussurrano qui, è abitata soprattutto da gitani.
Si pedala ora lungo il Canal du Midi, tra chiuse che si aprono e si chiudono, per permettere alla péniche di navigare sull’acqua del canale. Le barche fanno la fila per passare le chiuse e lo spettacolo merita ogni volta una sosta. Il pensiero corre a Monsieur Riquet, l’intendente delle Finanze di Luigi XIV, nato proprio qui, a Béziers, che portò a termine il progetto del canale tra mille difficoltà . La sua statua campeggia nella piazza principale della cittadina.
La Cattedrale di St Nazaire e i Catari
L’attrazione principale di Béziers è l’imponente e bella cattedrale di Saint-Nazaires, affacciata sul fiume e sulla campagna, teatro di uno dei più efferati eccidi nel nome della religione cattolica. Siamo all’inizio del XIII secolo, nel 1209, quando Papa Innocenzo III, sollecitato dai signori del nord della Francia, avidi d’impossessarsi dei castelli del Languedoc, lancia una crociata contro i Catari, di religione cristiana, chiamati anche Albigesi, dalla vicina città di Albi, considerati eretici perché professavano una vita povera e semplice. A capo dei Crociati c’è Simon de Montfort, signore spietato e sanguinario, che non esita a dare alle fiamme la cattedrale, dove si era asserragliata tutta la città , eretici e cattolici.
All’uscita di Béziers ecco le famose 9 chiuse di Fonséranes, una dopo l’altra, progettate da Riquet. Da qui proseguiamo lungo il Canal du Midi, tra vigneti a perdita d’occhio, fino a Narbonne (www.narbonne-tourisme.com), lungo il Canal de la Robine. Ci accoglie il piacevole Moulin du Gua, immerso nel verde.
Bella Narbonne, prima colonia romana in Gallia, gradevole da visitare con il Palais des Archevèques, La Cattedrale ST Juste e Saint Pasteur e le antiche vie intorno.
Memori dell’esperienza di Sète, verso l’ora di pranzo ci dirigiamo verso les Halles, un bell’edificio fine Ottocento, in pieno centro. Arriviamo giusto in tempo per farci preparare la solita dozzina di ostriche da gustare al bar del mercato, accolti alla grande dall’ostessa Marie.
Narbonne-Carcassonne-45 km
Riprendiamo la strada lungo il Canal de la Robine per ricollegarci al Canal du Midi. A Carcassonne arriviamo al tramonto, quando le mura dell’antica città si tingono di una calda luce rossa. Sarahi dell’Office de Tourisme di Carcassonne (www.tourisme-carcassonne.com) ci fa vivere la storia della città fortezza con la doppia cortina di mura, salvata dalla rovina totale e ristrutturata a metà dell’Ottocento grazie all’architetto Viollet Le Duc (da non perdere il bellissimo filmato all’interno del castello). Oggi, Carcassonne racconta la sua storia millenaria, prima romana, poi visigota e carolingia, in seguito feudo dei Trencavel, signori di Béziers e Albi, roccaforte dei Catari francesi.
Carcassonne-Castelnaudary-40km
Questa volta abbandoniamo le bici e in pullman raggiungiamo Mirepoix, anche lei città catara e vittima di Simon de Montfort.
Piazza Maréchal Leclerc, la grande piazza principale, alberata al centro, mi affascina per l’uniformità dello stile. Nulla o quasi è cambiato dal Quattrocento a oggi. A racchiuderla sono bei palazzi a graticcio decorati, portici dal soffitto in legno, dove si affacciano negozi, caffè e un vecchio bar à vin, frequentato dai locali. In un angolo, immancabile la Halle, il mercato aperto dalla simpatica struttura in ferro battuto. Niente ostriche qui, ma formaggio e verdura del territorio.
Castelnaudary-Tolosa-65 km
Dei 65 km in programma ne facciamo solo la metà . Abbiamo fretta di arrivare a Tolosa e di goderci la città . Ne vale la pena.
Tolosa, chiamata la città rosa per le case costruite con il mattone, ha tutto per piacere: un fiume imponente, il municipio più bello di Francia, tanti giardini, fontane e ponti, librerie da sogno, come Terra Nova, in rue Gambetta. Nella vecchia Tolosa, da rue Gambetta a rue des Changes, si susseguono i palazzi cinquecenteschi costruiti dai ricchi banchieri, che avevano trovato nel pastel, una speciale tintura, la loro miniera d’oro. Insuperabili les Halles in pieno centro, il solito paradiso per gli amanti del pesce! Scegliamo un piatto e saliamo al piano superiore, dove si susseguono una serie di simpatici bistrot. Un gran finale all’insegna della vera Francia, da portare nel cuore!