Cammino: le norme
Questa volta pubblichiamo alcuni consigli per tutti coloro che decidono di percorre un cammino” e vogliono, così, affrontare un’esperienza a piedi, in piano, in montagna, in collina o nelle isole, non necessariamente estrema, da soli o in compagnia, per liberarsi dallo stress quotidiano ed immergersi nella natura. Anche per percorrere un “cammino” occorre, sempre, prepararsi e, soprattutto, avere un buon spirito d’adattamento per affrontare le situazioni, diverse da quelle consuete, che si dovessero incontrare nel percorso. Occorre, poi, saper distinguere tra il superfluo e il necessario, non solo nello zaino, ma anche nel cibo. Durante un “cammino” bisogna saper affrontare ed accettare gli imprevisti, che sono, sempre, all’ordine del giorno, come, ad esempio, perdere un sentiero, arrivare a destinazione con il buio, non trovare viveri là si pensava di trovarli. Durante il cammino è bene spegnere il cellulare: ci si allontana dalla quotidianità e si è ancora più presenti nel viaggio a piedi che si sta compiendo. Anche se il cammino è un’esperienza individuale è bene imparare a vivere con chi ci circonda e ci affianca lungo la strada. Quando si è in gruppo bisogna accettarne le dinamiche, mettendo a disposizione degli altri compagni di viaggio le proprie competenze. Nel compiere un viaggio a piedi è bene camminare a passo lento, guardandosi intorno, per scoprire non solo il mondo esterno, ma anche la bellezza del silenzio, dell’ascoltare il proprio passo, il respiro, i suoni della natura. Se si è in gruppo, poi, occorre sempre adattare il ritmo del gruppo a quello del più lento. La guida, infine, lo ricordiamo, è a disposizione del camminatore per risolvere ogni problema, ma, quando la propria scelta non è sufficientemente motivata, non bisogna mai scaricarla su di lei.
Case vacanza e appartamenti uso turistico
A richiesta di un lettore precisiamo che le Case e Appartamenti per Vacanze, secondo la legge quadro sul turismo sono “gli immobili arredati gestiti in forma imprenditoriale per l’affitto ai turisti, senza offerta di servizi centralizzati, nel corso di una o più stagioni, con contratti aventi validità non superiore ai tre mesi consecutivi”. Le Case e Appartamenti per Vacanze differiscono, quindi, dagli affittacamere non solo perché l’attività è svolta, solo ed unicamente a livello imprenditoriale, ma anche perché bisogna ottenere l’autorizzazione da parte del Comune. Occorre anche comunicare alle autorità competenti il listino prezzi, che deve essere pubblicato nelle liste di riferimento, come previsto per gli alberghi. Nelle Case e Appartamenti per Vacanze l’affitto non può superare tre mesi e non sono previsti servizi centralizzati.
Ci possono, però, essere anche le Case Vacanza e gli appartamenti in Affitto Turistico, gestiti, cioè, in forma non imprenditoriale da privati, che, comunque, non possono avere più di tre unità nello stesso comune: L’affitto, in questo caso, può essere offerto anche per pochi giorni. Si realizza così, il cosiddetto Short Lets, per il quale, allo stato, non esistono normative specifiche anche se la diffusione e la potenzialità del fenomeno sono notevoli (seconde case nei luoghi di villeggiatura o appartamenti tenuti sfitti nelle città).
E.Call: obbligatorio da marzo 2018
Ricordiamo che da marzo 2018 è obbligatorio installare sulle nuove auto il servizio eCall, vale a dire il sistema di chiamata soccorsi automatizzato, che permette di eseguire chiamate di emergenza in maniera automatica.
L’eCall, in caso di incidente grave, fa partire una chiamata di emergenza al 112 (unico numero europeo): se le persone coinvolte sono in stato di incoscienza o non possono muoversi, quindi, parte la chiamata automatizzata ai soccorsi.
Questo sistema è in grado di trasmettere informazioni direttamente alla centrale operativa più vicina grazie al GPS e potrà dare informazioni sul tipo di incidente e l’auto coinvolta.
L’obbligo di installazione non è previsto per le auto vecchie.
Documenti per viaggi all’estero
A chi si reca in viaggio all’estero, consigliamo di munirsi sempre di passaporto, con validità residua ed eventuale visto richiesti dal Paese di destinazione. Il passaporto, infatti, resta il principale documento per le trasferte oltre confine, poiché è riconosciuto universalmente.
Non molti Paesi, del resto, accettano la carta d’identità italiana valida per l’espatrio. Alcuni Paesi, in particolare, non accettano le carte d’identità in formato cartaceo, rinnovate con timbro apposto dal Comune di appartenenza, e quelle in formato elettronico, rinnovate con il foglio di proroga rilasciato dal Comune. Non sono accettate neanche le carte d’identità, con validità prorogata fino al giorno della propria data di nascita, vale a dire le carte di identità rilasciate o rinnovate dopo il 10 febbraio 2012, che si intendono valide fino al giorno ed al mese di nascita del titolare, immediatamente successiva alla scadenza che sarebbe altrimenti prevista per il documento medesimo.
A cura di Giovanni Guarino