Sorprendente, vicina e vivace, con molte cose da vedere, Belgrado è una città facile da visitare dove la tradizione incontra la modernità
di Leonardo Felician
Per chi non la conosce, Belgrado è una città sorprendente e inaspettata, crocevia dei Balcani, ombelico d’Europa, con una storia plurimillenaria di incontro e talvolta scontro di civiltà che si percepisce nelle architetture, nelle tradizioni culinarie, nell’aspetto stesso di una popolazione giovane, dinamica, che guarda al futuro e all’Unione europea con tanta voglia di fare della capitale serba una delle città più effervescenti della nuova Europa.
La prima sorpresa è la raggiungibilità: oltre che in aereo, a Belgrado si arriva tranquillamente in macchina in poco più di cinque ore di comoda autostrada da Trieste, attraversando tutta la Slovenia e la Croazia: in questo modo si può anche fare qualche deviazione per vedere monasteri ortodossi, città e paesi della regione della Vojvodina. Basta la carta di identità, senza dimenticare la carta verde per la macchina, le formalità confinarie sono davvero al minimo e dovunque è possibile cambiare euro in dinari, la valuta locale. Le carte di credito sono normalmente accettate ed è facile parlare inglese con chiunque. Un minimo di dimestichezza con l’alfabeto cirillico è però utile, perché non sempre le scritte sono traslitterate in alfabeto latino.
La seconda sorpresa è che Belgrado è una città molto verde: sono tanti i parchi incastonati nel tessuto cittadino, talvolta con grandi scacchiere all’aperto dove i più anziani passano il tempo. Il parco Tašmajdan è tra i luoghi più amati dai belgradesi, anche come punto di incontro: qui si può visitare la chiesa di San Marco, riproduzione fedele del monastero di Gračanica, moderna ma assai imponente, nonché la piccola chiesa russa retrostante, costruita nel 1924 grazie a donazioni della comunità russa di Belgrado. Sul parco si apre il ristorante Madera (www.maderarestoran.com), tra i più noti in città, che dal 1937 serve ottima cucina serba e internazionale con una lista di vini veramente degna. Il parco è delimitato dal Bulevar Kralja Alexandra, uno degli assi principali della città, in origine Via Militaris romana sulla strada per Costantinopoli. Qui si trovano numerosi grandi edifici dalle linee classiche, come la Facoltà di Giurisprudenza del 1939 ispirata al razionalismo italiano dell’epoca, l’Hotel Metropol Palace (www.metropolpalace.com) un imponente edificio inaugurato nel 1957 per la prima conferenza dei paesi non allineati, dove hanno dormito tanti protagonisti del ‘900, da Che Guevara a Vittorio De Sica, da Louis Armstrong a Igor Stravinsky, l’Archivio di Stato Serbo, la Biblioteca Universitaria e l’edificio delle Facoltà Tecniche di Ingegneria e Architettura. A poca distanza a piedi si raggiunge il Museo Nikola Tesla (www.tesla-museum.org), un’elegante palazzina un po’ rialzata dove al piano terra sono conservati cimeli ed esperimenti dell’eccentrico scienziato e inventore di origine serba, poi trapiantato negli Stati Uniti, che un secolo fa è stato tra i padri dell’uso dell’elettricità.
Risalendo il Bulavar verso il centro passato l’imponente Parlamento Nazionale vicino al quale va visto il particolare edificio rosso e bianco delle Telecomunicazioni si raggiunge il cuore pulsante della capitale animato a tutte le ore tra l’allungata piazza Terazije, dove tra le architetture d’art nouveau si scorgono la città vecchia e la Sava. Qui si trova l’Hotel Moskva uno dei simboli dell’Art Nouveau. A poca distanza si trova la più moderna piazza della Repubblica, grande agorà di incontro di giovani e della città nelle sue feste e celebrazioni, sulla quale prospetta l’edificio del Museo Nazionale, purtroppo chiuso per ristrutturazione da molti anni, nonché il Teatro Nazionale dell’Opera, amatissimo dai serbi che sono veramente appassionati della musica, con un cartellone sempre zeppo di opere italiane anche minori. A pochi passi si trova Mala Gostionica (www.malagostionica.rs), un piccolo locale aperto da colazione a cena dove si mangia un’autentica cucina serba, compresi dolci come la baklava di origine mediorientale o le crepes chiamate palačinke, con ripieno di marmellata o cioccolata.
Poco lontano dal teatro si trova il quartiere bohemien di Skadarlija, la Montmartre di Belgrado, originariamente insediamento gitano, poi alloggio di attori e artisti e oggi invaso da pittoresche taverne dette kafane, dove pulsa un’atmosfera bucolica e un po’ retò tra le arie di musica rom all’aperto, artisti e suonatori di strada. La cucina tradizionale propone tutti piatti serbi e una buona selezione di vini locali, da provare la grigliata mista o i ćevapčići, un piatto a base di carne trita variamente speziata tipico della cucina di tutti i paesi della penisola balcanica.
La via pedonale più elegante è però la Knez Mihailova, una grande promenade dove caffè, librerie e gente di strada dipingono il quadro dell’epicentro di Belgrado: si ammirano parecchi palazzi dalle facciate classiche o Art Nouveau e qui si apre il Museo Zepter (www.zeptermuseum.rs), un’interessante collezione privata di arte contemporanea.
In una trasversale si trova il simpatico ristorante Manufaktura (www.restoran-manufaktura.rs) ricavato da un ambiente veteroindustriale. In fondo a questa passeggiata si arriva alla Fortezza di Kalemegdan, la cittadella antica, costruita alla confluenza tra Danubio e Sava nel XVIII secolo per difendere Belgrado, avamposto del mondo cristiano e baluardo contro la conquista musulmana. La storia della città deve molto alla geografia: la confluenza tra Sava e Danubio fece stanziare qui prima i Celti, poi i romani, poi arrivarono le popolazioni slave, quindi gli ungheresi, i turchi in lotta con l’Impero Asburgico, fino alla costituzione del Regno di Jugoslavia nel primo dopoguerra e alla Repubblica dominata dalla figura di Tito, dopo la II guerra mondiale fino alla sua morte nel 1980: è sepolto nella Casa dei Fiori dove si trova il Museo di Storia Jugoslava (www.muzej-jugoslavije.org).
Ma le cose da vedere in città non finiscono certo qui: dalla fiorita sede dell’Ambasciata francese all’antico palazzo della Principessa Ljubica, dal quartiere di Savamala, luogo simbolo di spazi multiculturali, atelier di design, gallerie d’arte al più classico museo di Arte Applicata e al modernissimo MoCAB (www.mpu.rs), museo d’arte contemporanea rinnovato e riaperto da poche settimane.
Belgrado richiede tempo per essere gustata appieno. E non mancano le chiese, dalla semplice cattedrale ortodossa al gigantesco Tempio di San Sava, maestoso sulla collina dove le reliquie del fondatore della chiesa ortodossa serba furono bruciate pubblicamente dai turchi: è ancora in costruzione, ma i suoi marmi travertini e verdi visibili da tutta la città uniti al fascino dei mosaici moderni dorati che riempiono la sua cripta ne fanno una tappa obbligatoria.
Per maggiori informazioni: Ente Nazionale Turismo Serbia www.serbia.travel