A Rovigo per la Secessione in Europa, a Pistoia, città della cultura 1917 per un imperdibile Marino Marini, infine a Lucca per una mostra unica e raffinata sugli antichi strumenti musicali
di Silvana Rizzi
Un autunno secessionista a Rovigo
Secessione. Monaco Vienna Praga Roma. L’onda della modernità: la mostra a Palazzo Roverella, curata da Francesco Parisi,(fino al 21 gennaio 2018, (www.palazzoroverella.com) propone per la prima volta un affascinante e completo panorama delle vicende storico-artistiche dei quattro centri europei in cui si sono sviluppate le Secessioni.
L’innovativo movimento artistico, a cavallo tra la fine dell’Ottocento e la prima decade del Novecento, coincide con il desiderio dei giovani di staccarsi dal conservatorismo dell’arte ufficiale delle accademie, in nome di una totale libertà d’espressione.
A rendere unico l’evento di Rovigo è la possibilità per il visitatore di scoprire le differenze e le affinità tra i diversi artisti, in un continuo scambio culturale tra le città europee. Si parte da Monaco con lo Jugendstill, a cui aderirono artisti come Franz Von Stuck e Max Klinger, per proseguire con la secessione Viennese, sostenuta da Gustav Klimt, che influenzò in particolare l’arte italiana. Si prosegue con Praga, per terminare a Roma, che organizzò un paio di esposizioni sulla Secessione, a cui parteciparono Klimt e Schiele, accanto a Cézanne e Matisse. Oltre a visitare la mostra, si può approfittare per fare un giro in barca nel Parco Nazionale del delta del Po. In autunno, con il bel tempo i colori della natura sono quadri di grande emozione. C’è poi la cucina del territorio da non trascurare! Da provare il ristorante Al Postiglione (tel. 0425 21777), oppure Tavernetta di Dante (tel. 0425 26386), storico locale del 1936 con cucina veneta e pesce sempre fresco.
Marino Marini a Pistoia
Pistoia, capitale italiana della Cultura 2017, mette in scena Marino Marini. Passioni visive (fino al 7 gennaio, www.palazzofabbroni.it, www.fondazionemarinomarini.it), un omaggio all’artista, nato a Pistoia nel 1901 e morto a Viareggio nel 1980.
La retrospettiva, proposta dalla Fondazione Marino Marini e curata da Barbara Cinelli e Flavio Fergonzi, nasce con uno scopo ben preciso: riconoscere all’artista la fondamentale importanza nella storia della scultura del Novecento. La sua vita d’artista ne racconta la storia, dal primo soggiorno a Parigi nel 1919, dove entra in contatto con le nuove tendenze dell’arte, agli incontri con Picasso, De Chirico e Kandinskij, all’amicizia con Henri Moore, al matrimonio con Mercedes Pedrazzini, che ribattezzerà Marina, a sottolineare il loro intenso legame, alla cattedra di scultura all’Accademia di Belle Arti a Brera, fino al successo, incoronato da Peggy Guggenheim. La grande collezionista s’innamora di un suo cavaliere, L’angelo della città, che acquista e installa davanti al suo museo a Venezia.
L’esposizione a Palazzo Fabbroni illustra l’opera di Marino Marini, mettendola in relazione con gli altri artisti del Novecento, come Arturo Martini e Giacomo Manzù. Di sala in sala si riscopre la capacità dell’artista nel reinventare il significato del ritratto scultoreo. La mostra si sofferma sui celebri grandi Cavalieri, si dice ispirati alla statua equestre di Enrico II, che l’artista vide a Bamberga. In una sala emozionante ecco i “Cavalieri” post 1945, messi a confronto con cavalli e cavalieri delle civiltà del Mediterraneo e dell’antica Cina.
Una mostra da non perdere assolutamente per riscoprire il grande Marino Marini.
Un’occasione per vedere Pistoia, città dal bel centro antico, conosciuta a livello internazionale per i suoi vivai e per la collezione Gori, alla Fattoria di Celle, eccezionale laboratorio creativo di arte ambientale.
Per pranzare consigliamo Caciodivino, in via del Lastrone, e Bisteccatoscana, il nome dice tutto, in via Sant’Andrea.
A Lucca per una raffinata mostra sugli antichi strumenti musicali
“Alla ricerca dei suoni perduti” è il titolo della mostra che lo splendido Museo nazionale di Palazzo Mansi (fino al 28 ottobre, www.villamedicigiulini.it, via Galli 43, parcheggio Cittadella, tel.0583 55570) ospita per celebrare i suoi primi quarant’anni.
Nella magica atmosfera del nobilissimo Palazzo Mansi, gli antichi strumenti musicali presenti in mostra, databili dal XVIII al XX secolo, dalle arpe ai fortepiani, dai salteri ai mandolini, fanno rivivere l’epoca felice dei minuetti, delle polke e dei valzer, che nei secoli passati hanno animato le sale della dimora. Tutti i 70 strumenti sono pronti per essere suonati…e sono fruibili per i musicisti e gli appassionati di musica.
Anima dell’esposizione, Fernanda Giulini, grande mecenate nel mondo della musica e collezionista instancabile, che ha prestato per l’occasione una parte della sua prestigiosa raccolta, solitamente di casa a Villa Medici Giulini a Briosco.
La mostra è un invito a perdersi per le antiche stradine di Lucca, da piazza Anfiteatro, a via Fillungo, a piazza Napoleone, alle chiese da scoprire o da rivedere, come San Francesco e San Michele.
E, naturalmente, immancabile l’invito a godere la cucina toscana in un ristorante del centro, come da Giulio, in via delle Conce 7, dove è d’obbligo scegliere il piatto del giorno, o alla centralissima Buca di Sant’Antonio, in via della Cervia.