Alla scoperta dei siti Unesco di Boemia e Moravia meridionali: castelli, palazzi, giardini che si specchiano su fiumi tortuosi, stagni, laghi di tutte le dimensioni
Franca Dell’Arciprete Scotti
Un’idea originale per creare un itinerario nella Repubblica Ceca é quella di percorrere una via ideale che colleghi i siti Unesco del sud lungo il confine con l’Austria.
Un itinerario facile da organizzare senz’altro con un mezzo proprio, in libertà, scegliendo strade che attraversano piccoli borghi di campagna, città pittoresche, castelli sontuosi e parchi verdissimi. La Repubblica Ceca conta parecchi siti Unesco a cominciare da Praga, la sua imperdibile capitale, ma in questo itinerario, toccando una linea ideale che va da ovest a est, attraverso la Boemia e la Moravia, si toccano i siti dislocati tutti nella zona meridionale del paese.
Alcuni di questi da soli valgono il viaggio.
Una settimana è la dimensione ideale, da allungare a piacere con qualche deviazione interessante.
Superato il confine con l’Austria, provenendo da Linz, ecco la prima perla, l’indimenticabile Cesky Krumlov; è paradiso per i fotografi a tutte le ore del giorno, perché il profilo inconfondibile del torrioncino che inquadra le potenti mura e la mole del castello dei Rosemberg, si illumina dalla mattina al tramonto nei suoi colori rosa e verde.
Il castello, secondo per imponenza solo a quello di Praga, è legato alla dinastia dei Rosemberg. Per tre secoli signori quasi assoluti della Boemia Meridionale, con i loro redditi immensi, trasformarono il castello in una meravigliosa residenza nobiliare, dal caratteristico stemma della rosa a cinque petali.
Siamo immersi in un unico scenario barocco appoggiato sui meandri della Moldava, nella città ceca più romantica di tutte, nascosta nei colli della Sumava. Vicoli tortuosi come le anse del fiume, case pittoresche dipinte nei colori pastello, sporti di finestre sottolineate da cornici colorate, tetti a spiovente, insegne ricchissime, negozi di marionette e di cristalli, una città gotica di artigiani e alchimisti, piena di magia come la capitale.
Una breve deviazione dall’itinerario Unesco ci porta a Ceske Budejovice. Un’altra fisionomia, connotata dalla grandissima piazza centrale, il municipio con gli stemmi sulla facciata, la fontana ornata di statue, i palazzi barocchi della ricca borghesia nelle vie del centro, ma anche parte delle fortificazioni medievali, dove si apre la casa più stretta della città e si alza una torre bianca, un tempo incorporata nelle mura, e un magazzino del sale, dalla facciata a gradoni.
Qui a Ceske non si perderà nemmeno l’occasione di una visita allo stabilimento della famosa birra Budweiser o Budvar. Fondato nel 1895, dal 1937 statalizzato, ha numeri incredibili: 1,4 milioni di ettolitri di birra all’anno, con export del 50% in 65 paesi del mondo, 7 tipi di birra, ognuna con ricetta speciale. Si visita l’azienda con tutte le aree di lavorazione: il cuore è la sala di cottura con enormi tini e caldaie in rame e acciaio.
In questa zona, isolato in campagna, c’è il piccolo villaggio di Holasovice, protetto dall’Unesco come esempio perfettamente conservato di borgo in stile barocco rurale. Una piazza circondata da case omogenee, masserie, granai, botteghe, con i classici frontoni a volute, immersa nel silenzio del sole, intatta come quattrocento anni fa, se non fosse per le pochissime macchine che l’attraversano.
Più a nord merita una deviazione Jindrichuv Hradec, tutta concentrata intorno al suo Zamek o palazzo, riflesso sullo specchio d’acqua del Vajgar, trasformata da architetti italiani in una grandiosa villa con i palazzi collegati da portici e giardini, in cui il gioiello è il Rondel, il padiglione rotondo dedicato alla musica con una geniale acustica.
Una piccola sosta a Trebon è sufficiente per visitare il centro, la bella chiesa, i dintorni, le passeggiate lungo il fiume e il cosiddetto stagno o Svet, un lago artificiale che conduce al grande parco dove si apre la cappella gotica dedicata alle tombe della famosa famiglia Schwarzenberg.
Dalla Boemia alla Moravia meridionale
Proseguendo l’itinerario si passa dalla Boemia alla Moravia meridionale, fatta di boschi, ma anche di colline morbide, clima dolce e vini famosi.
Qui si apre la deliziosa piccola Telc: il centro compatto immerge in un’atmosfera lontana, sospesa nel tempo. Tutte le case affacciate sulla lunga piazza conservano lo stile omogeneo della fine del Seicento, con alti frontoni arrotondati, decorati da stucchi che sottolineano le cornici, volute, profondi portici, graffiti e dipinti sulle facciate. Un complesso equilibrato e armonioso conservato invariato nei secoli, come in una fiaba e in una dimensione remota. Anche il palazzo fu trasformato nel secondo Cinquecento da originario castello gotico in splendido palazzo rinascimentale di gusto italiano. All’interno lo sfarzo di mobili intarsiati in oro e argento, arazzi, pietre preziose, graffiti. Un vero gioiello la “sala d’oro”, dal soffitto ricoperto d’oro e dipinto con scene tratte da antiche leggende.
A pochi chilometri, a Trebic, disposto sulle due rive del fiume Jihlava, uno splendido messaggio motiva la protezione data dall’Unesco: “la coesistenza serena di cristiani ed ebrei, valore ancora attuale, si esprime nei due siti della Basilica di San Procopio e del quartiere ebraico”. Sulle orme dell’abate e del rabbino, infatti, come recita il motto dell’itinerario, si visita sulla collina la basilica di San Procopio cominciata nel 1230 e quindi di origine romanica, altissima e solenne, dal ricco portale decorato, una suggestiva cripta e interessanti affreschi medievali nella sagrestia. Al di là del fiume Jihlava, si apre il quartiere ebraico, un complesso unico di 123 edifici storici, due sinagoghe, l’ospedale, le scuole, la casa del rabbino, i magazzini, che conserva l’atmosfera rarefatta di un borgo dell’Ottocento. Case color ocra e mattone, addossate una all’altra, spesso comunicanti fra loro attraverso piccole strettoie, dominate dalla mole della ciminiera della famosa conceria di pelli che era l’azienda ebraica più importante.
Infine, spingendosi più a sud, nella piena zona vitivinicola morava, proprio al confine con l’Austria, ecco il paesaggio culturale di Lednice Valtice, con l’enorme parco e i castelli legati al casato dei principi Liechtenstein, signori locali fin dal 1300, i quali vollero ridisegnare completamente il territorio per costruire un mondo ideale e perfetto.
È il più grande territorio disegnato dall’uomo in Europa: giardini all’inglese e alla francese, foreste intervallate da una rete di sentieri pedonali e ciclistici, da logge romantiche, tempietti neoclassici, minareti orientali, rovine romane, colonnati e cappelle secondo la moda del tempo, che tendeva a ripetere architetture esotiche e lontane.Anche il palazzo sontuoso dei Liechtenstein, che amavano circondarsi di lussi che niente avevano da invidiare alla corte imperiale di Vienna, fu ricostruito alla fine dell’Ottocento, ispirandosi allo stile Tudor inglese.
Percorrendo l’itinerario si sentono echeggiare tra castelli, fortificazioni, palazzi, le gesta di nobili e ricche famiglie che hanno segnato il destino, non solo della Cechia, ma di tutta l’Europa: i Rosemberg, gli Schwartzemberg, i Premyslidi, i Liechtenstein. Sono le dinastie che eleggevano l’imperatore del Sacro Romano Impero Germanico e poi governarono il territorio dell’impero austroungarico, legati da vincoli di fedeltà agli Asburgo.
La loro storia rivive soprattutto negli interni sontuosi, che incantano con lavori in marmo, stucco, legno, vetro, con arredi sfarzosi, barocco e rococò, in bianco e oro, con quadri alle pareti e ritratti di antenati, con armerie ricche di corazze, mazze ferrate, fucili, bardature.
Informazioni: www.turismoceco.it