Verona ambasciatrice del vino italiano nel mondo attraverso il network delle Grandi capitali; quando l’arte incontra l’archeologia e il vino, lì nasce etichetta Libarna; prosperano i concorsi del vino con giurie tutte al femminile
di Claudia Farina
Verona nel GWC
La rete delle Grandi Capitali dei Vini (Great Wine Capitals Global Network, Gwc), dalla “Vecchia Europa” al “Nuovo Mondo”, riunisce dieci città che includono regioni vitivinicole riconosciute a livello mondiale. La rete GWC vuole favorire gli scambi commerciali, turistici e accademici tra le prestigiose regioni vinicole di Adelaide in Australia, Bilbao – Rioja (Spagna), Bordeaux (Francia), Città del Capo (Sudafrica), Mainz (Germania), Mendoza (Argentina), Porto (Portogallo), San Francisco – Napa Valley (USA) e Valparaìso – Casablanca Valley (Cile). La decima capitale sarà quindi Verona.
“La nostra provincia – ha spiegato Nicola Baldo, componente di Giunta della Camera di Commercio veronese – può collocarsi fra le zone vinicole più importanti al mondo. Infatti è leader in Italia per le esportazioni di vino, con una quota del 12% del totale nazionale; il valore delle esportazioni nel 2015 ha raggiunto l’ammontare di 881 milioni di euro; quattordici le Doc e cinque le Docg scaligere; nel 2015 la produzione ha superato i 3 milioni di ettolitri”.
La condivisione del know-how, dell’esperienza e della conoscenza è una delle chiavi di volta della rete GWC. Si organizzano, infatti, missioni tecniche o commerciali tra le regioni vinicole appartenenti alla rete, con studi e progetti sull’innovazione e sullo sviluppo dell’enoturismo. “L’enoturismo ha enormi potenzialità, ancora tutte da sfruttare – conclude Baldo – basti pensare che secondo i dati del Centro studi della Camera di Commercio il turista si ferma in Valpolicella mediamente un giorno in più rispetto a quanto risiede nella città di Verona” www.vr.camcom.it
Ambrosia di Libarna
Il vino come opera d’arte e l’arte come mezzo per comunicare il vino. Questa è la filosofia che il Consorzio Tutela del Gavi sta seguendo e realizzando con l’iniziativa Gavi for Arts 2016, il modello di valorizzazione del territorio che associa l’Arte, l’Archeologia la Cultura alla propria terra e al suo prodotto più tipico. Il Consorzio Tutela del Gavi ha raffigurato il connubio vino e arte sulla etichetta istituzionale del Gavi DOCG vendemmia 2015, attingendo dal mito e dai resti di un mosaico conservato nella città romana di Libarna. L’etichetta rappresenta la fuga di Ambrosia da Licurgo innamorato e non ricambiato. La ninfa chiede aiuto al divino Dioniso, che, ascoltando le sue preghiere, la tramuta in una pianta, la vite. Il filo della mitologia lega quindi archeologia e vino, un ponte virtuale tra Libarna e Gavi che omaggia l’antichità e la storia del territorio. L’etichetta Ambrosia di Libarna è stata creata dall’illustratore Massimo Sardi che l’ha disegnata traendo ispirazione dal mosaico conservato nel sito archeologico presente nel comune di Serravalle Scrivia, in provincia di Alessandria. D’altronde, il Piemonte è una delle regioni simbolo del vino italiano con i grandi Barolo e Barbaresco, cui si affiancano Gavi, Asti, Barbera, Alta Langa e Roero, o piccole gemme come Erbaluce, Freisa, Brachetto, Colli Tortonesi. In cifre: sono 18.000 le aziende vitivinicole piemontesi, per 43.500 ettari vitati, pari al 7% del vigneto Italia, che generano un miliardo di euro dall’export www.gavi972.it
Solo donne in giuria
Prestigiosi e richiesti sono diventati i concorsi del vino con giuria tutta femminile. Questi sono i più importanti a livello internazionale: Feminalise, Sakura, Femme et Vins du Monde e Premios Vino y mujer. Sono una novità del nuovo millennio e rappresentano l’interesse delle donne per il vino di qualità oltre a una crescente presenza di professioniste in qualità di produttrici, enologhe, sommelier, giornaliste e altre addette alla filiera produttiva. Un modo per dare più peso al giudizio femminile nella consapevolezza che la maggior parte delle bottiglie di vino, specialmente per uso quotidiano, vengono acquistate dalle donne. Ecco qualche nota sulle più importanti competizioni a giuria esclusivamente femminile. Sakura Japan Woman’s Wine Award è guidato da Yumi Tanabe. Nel 2016 hanno concorso 3.543 vini di 35 Paesi fra i quali 556 italiani. Sta acquisendo un’importanza notevole nel mercato enologico giapponese, dove le donne hanno ruoli importanti. Feminalise, Beaune Francia, 4.000 vini di tutto il mondo assaggiati alla cieca da 750 esperte di 18 Paesi usando una scheda con 39 punti. Nato nel 2006 si svolge a maggio e fa tappa a Hong kong e Vinexpo. Inizialmente riservato ai vini francesi, adesso ammette anche quelli di tutto il mondo. Femmes et Vins du Monde Principato di Monaco ha giuria femminile presieduta dall’enologa Régine Le Coz. Premios Vino y mujer nato nel 2007 presenta una giuria che giudica vini fatti dalle donne www.ledonnedelvino.com