A spasso nel Parco del Ticino
di Sahara Sebastiani
(Seconda parte)
In ottobre (vedi https://www.viaggivacanze.info/newsite/2016/10/animali-e-natura-61/) proprio su queste pagine abbiamo iniziato a conoscere alcune delle meraviglie che gli appassionati di natura e di animali possono scoprire nel Parco del Ticino, o meglio: “nei” due parchi che lo compongono, il Parco naturale lombardo della Valle del Ticino, il più antico parco regionale d’Italia tra il Lago Maggiore e il Po, e il Parco naturale della Valle del Ticino in Piemonte, fondato nel 1978. Visitare il Parco è facile: è percorso da oltre 750 chilometri di piste ciclo-pedonali. E gli animali che si possono avvistare durante le molte escursioni possibili sono davvero tanti: di uccelli e pesci abbiamo già parlato il mese scorso, di altri parleremo ancora nel prossimo numero di www.viaggivacanze.info, mentre oggi parliamo di…
Anfibi e rettili
Nel Parco del Ticino l’avvistamento di anfibi e rettili è possibile non solo non solo nell’ambiente acquatico, ma spesso anche nei prati, nei boschi e persino nei campi coltivati: dipende dalla specie, ma è ovvio che si deve comunque trattare di aree umide o, comunque, vicine all’acqua, elemento a loro indispensabile soprattutto nel periodo riproduttivo. Numerose e “popolari” sono le rane verdi, frequentatrici abituali di stagni, fossi e risaie. Altrettanto facili da osservare sono poi le raganelle, il rospo comune, il rospo smeraldino, il tritone crestato e il tritone comune. Una più riservata è la salamandra, che abita solamente i boschi delle colline moreniche, quindi nella parte più settentrionale del Parco. Ma sono due gli anfibi fiore all’occhiello della Valle del Ticino: la rana rossa di Lataste nei boschi e il rospo della vanga o rospo bruno (pelobate fosco), più raro e per gran parte dell’anno presente nei terreni asciutti. Perché fiori all’occhiello? Semplice: perché vivono esclusivamente in alcune zone dell’Italia settentrionale. Quanto ai rettili, va sottolineato che sono essenzialmente “acquatici”, come per esempio la biscia d’acqua e la testuggine palustre, che ama le zone tranquille e riparate.
I mammiferi
Piccoli, simpatici e dall’aria carina, roditori come certi topolini selvatici e arvicoli che prediligono le aree umide sono facilmente avvistabili, così come lo è anche un altro roditore di ben maggiori dimensioni: la nutria, che ha origini sudamericane e che, importata nel Novecento per la produzione di pellicce, è scappata dagli allevamenti e non ha tardato a colonizzare rogge fossi e corsi d’acqua un po’ ovunque nel Nord Italia (a Milano si trovano anche lungo i Navigli) e quindi anche nel Parco del Ticino. Il problema, però, è che la nutria si alimenta di riso e mais, arrecando così notevoli danni alle coltivazioni. Ancora di più se si pensa che, a causa della sua abitudine a scavare tane lungo le scarpate, fa cedere e crollare i margini delle risaie. Diverso il caso della lontra, mammifero mustelide prevalentemente acquatico: per anni è stato un animale simbolo del Parco del Ticino, ma oggi risulta praticamente scomparsa. Si è provato a reintrodurla, ma a causa dell’inquinamento i risultati sono stati sconfortanti.
Con il naso all’insù
Nel Parco del Ticino basta mettersi con il naso all’insù per assistere allo spettacolo di un cielo dove volano felici tanti uccelli. Certo, nei boschi è più facile sentirli che vederli, ma non ci vorrà molto, anche se non si è esperti di birdwatching, per riconoscere il canto del rigogolo, ma anche della cinciarella, cinciallegra, cincia dal ciuffo, cincia bigia, scricciolo, cuculo, upupa, regolo… E poi i picchi: dal picchio rosso minore al picchio rosso maggiore, al picchio verde, al torcicollo e al picchio muratore. Tanti, e bellissimi, i rapaci diurni come il nibbio bruno, il falco di palude, il falco lodolaio, il falco cuculo, la poiana, il gheppio e persino lo sparviero. Stupendi anche i rapaci notturni come l’allocco, la civetta, il gufo e il più raro il barbagianni. (2 – Continua)