Il surreale Hieronymus Bosch in Olanda, la grande arte dei Guggenheim a Palazzo Strozzi, l’anticonformista Tranquillo Cremona a Pavia
Di Silvana Rizzi
Un grande ritorno a Boscoducale
Boscoducale: che sarà mai? Si tratta, incredibilmente, della versione italiana di ‘s-Hertogenbosch, chiamata anche Den Bosch, l’antichissima città olandese del Brabante, dove Hieronymus Bosch, innovatore visionario e ironico, nacque intorno al 1454 e morì nel 1516. Oggi, per celebrare i cinquecento anni dalla sua morte, il Noordbrabants Museum, porta in scena fino all’8 maggio la mostra “Hieronymus Bosch. Visioni di un genio” (www.hnbm.nl, biglietti on line tickets.hnbm.nl), 20 tele e 19 disegni, oltre a 70 opere che illustrano l’ambiente artistico tra il XV e il XVI. In mostra, capolavori fantastici, animati da gnomi, utensili trasformati in membra, pesci volanti, suore e frati intenti a mangiare, bere e cantare a squarciagola. Ogni dipinto trasmette allo spettatore un chiaro messaggio sulla libertà dell’uomo di scegliere tra il bene e il male. Arrivare a Den Bosch è semplice e veloce. Dall’aeroporto di Amsterdam, in un’ora di treno si raggiunge la città e a piedi in una decina di minuti si arriva alla mostra, in pieno centro. Boscoducale, antichissima cittadina del Brabante, merita una sosta di una notte. Dopo la mostra, si passeggia nelle antiche stradine, costeggiate da case a due piani, tipiche della vecchia Olanda, fermandosi a curiosare nei tanti originali negozi di abiti e arredi, si gira in barca lungo i canali, ci si ferma a pranzo da Allerlei in Korte Putstraat. Per dormire, c’è il piacevole Hotel Centraal, www.hotel-central.nl, sulla Markt Platz.
Le passioni di Peggy e Solomon a FIrenze
Con la mostra “Da Kandinsky a Pollock, la grande arte dei Guggenheim” (fino al 24 luglio, www.palazzostrozzi.org), Firenze rende omaggio allo zio Solomon, fondatore del grande museo newyorkese e alla nipote Peggy, a sua volta fondatrice del Guggenheim di Venezia, sostenitrice dei surrealisti e degli espressionisti astratti americani. In mostra, cento magnifiche opere da Kandinsky a Pollock, che raccontano la nascita delle neoavanguardie tra Europa e Stati Uniti, dagli anni ’20 agli anni’60, in un dialogo affascinante tra i due continenti. Da Brancusi, a De Chirico, a Max Ernst, a Duchamp, fino a Pollock e a Rothko, tutto evoca l’entusiasmo di Peggy per il nuovo nell’arte. In armonia con il fascino di Palazzo Strozzi, l’Hotel Brunelleschi (www.hotelbrunelleschi.it), in pieno centro città, offre un’accoglienza di grande charme. A pochi passi da via dei Calzaiuoli, all’Osteria della Pagliazza, si può pranzare all’aperto, mentre il Ristorante Elisabetta, annesso all’albergo, è perfetto per una romantica cena a due.
Una bella mostra alle Scuderie del Castello Visconteo
Tranquillo Cremona (1837/1878) torna a Pavia con una grande mostra alle Scuderie del Castello Visconteo (fino al 5 giugno, www.scuderiepavia.com). Con 50 opere degli artisti più rappresentativi della Scapigliatura, tra cui Tranquillo Cremona e Daniele Ranzoni, la mostra fa rivivere al pubblico l’atmosfera di questo movimento italiano della seconda metà dell’Ottocento. Una corrente di libero pensiero, traduzione della bohème francese, che raggruppava artisti e intellettuali antiborghesi e anticonformisti. Lungo le sale è la voce stessa di Tranquillo a raccontare lo straordinario fermento culturale dell’epoca. In mostra magnifiche tele di Cremona, tra cui i ritratti, dai contorni spesso non definiti, pieni di atmosfera e di suggestione. Dopo la mostra, Pavia merita una sosta, sia per rivedere le sue celebri chiese, come San Pietro in Ciel d’oro, sia per gustare la saporita cucina in uno dei suoi tanti ristoranti. La nostra preferenza va all’Antica Trattoria Ferrari, da sempre un must in città.