di Sahara Sebastiani
Cook Islands: santuario naturale di squali e balene
Acque limpide che si estendono per circa 2,2 milioni di chilometri quadrati nell’Oceano Pacifico: l’arcipelago delle Isole Cook rappresenta il parco marino più grande del mondo, meta ideale per chi ama la natura e gli animali e, soprattutto, sogna una vacanza responsabile e rispettosa di aree ancora miracolosamente incontaminate. Le Cook sono 15 meravigliose perle disseminate nel cuore del Sud Pacifico che creano un angolo di Eden all’insegna dell’eco-sostenibilità e invitano a ricordare la vera Polinesia, quella di qualche decennio fa, quando ancora non sorgevano grandi complessi alberghieri e quando la natura regnava quale sovrana indiscussa. Scoperto nel 1777 e poi spesso visitato dal grande esploratore e navigatore della Marina Reale britannica da cui l’arcipelago prende il nome, James Cook, queste isole sono un concentrato di natura mozzafiato e incredibili paesaggi lambiti da uno dei mari più puri e intatti del mondo. Rappresentano una delle aree meglio conservate di questa zona del Pacifico, un patrimonio inestimabile salvaguardato fortunatamente da un turismo rispettoso dell’ambiente e del territorio, che propone progetti di sviluppo sostenibile per garantire equilibrio fra crescita economica, sia a livello turistico, sia di pesca o di attività estrattive, e conservazione della biodiversità nell’Oceano.
Tra le principali attrazioni a “tutta natura” della Polinesia Neozelandese c’è il Parco Marino, un vero e proprio santuario degli squali: ha un’estensione di 1.065 milioni di chilometri quadrati, cioè circa due volte la grandezza della Francia. L’area vanta, ovviamente, un primato: quello di riserva più grande mai definita da un singolo Stato negli oceani del Pianeta. Al suo interno è facile scoprire mille angoli di paradiso: dagli atolli remoti alle isole vulcaniche circondate da barriere coralline fino a una fauna straordinaria di uccelli, balene, mante e diverse specie di squali, alcune delle quali a rischio estinzione. Proprio qui, dove la terraferma è in minoranza assoluta rispetto all’Oceano, sorge il più grande parco marino del mondo che comprende una delle più importanti barriere coralline del Pacifico, un santuario, appunto, ricco di vita marina costituito da un nucleo centrale, dove ogni attività di pesca è bandita, e alcuni settori speciali dove il turismo e la pesca saranno permessi, ma monitorati (per maggiori informazioni sui progetti in atto, è possibile visitare il sito: www.conservation.org/projects/Pages/marae-moana-cook-islands-marine-park.aspx).
Il governo delle Isole Cook ha dichiarato le acque territoriali “Santuario per le balene” e, dal 2010, sono ben 11 le nazioni affacciate sull’oceano Pacifico che hanno deciso di unirsi agli sforzi dell’arcipelago per proteggere le balene: per questo hanno formato, unendo anche le acque di loro competenza territoriale, un immenso santuario comune di oltre 18 milioni di chilometri quadrati di superficie. Il Cook Islands Whale Sanctuary vero e proprio si estende invece su 1 milione di chilometri quadrati di Oceano e accoglie una presenza consistente di megattere durante l’inverno australe, cioè da luglio ad ottobre, quando non solo si ha la possibilità di osservare questi enormi cetacei durante l’accoppiamento e il parto, ma anche di studiarne il comportamento. Numerose ricerche, svolte in diverse zone delle Isole Cook, sono ancora oggi condotte dal Whale Sanctuary per stimare l’abbondanza delle megattere in questo territorio, documentare l’uso dell’habitat e le loro abitudini, valutarne gli spostamenti all’interno del Pacifico del sud e, attraverso la raccolta di campioni bioptici, analizzare la struttura genetica delle megattere. Altri studi sono rivolti invece a una specie estremamente rara, quella della balena con il becco, un cetaceo appartenente alla famiglia degli zifidi composta da specie che vivono molto distanti da terra preferendo zone con fondali molto profondi, come dimostra il ritrovamento di resti di scheletrici di questo mammifero soprattutto intorno a Rarotonga. Nel 2000 è stato inaugurato a Rarotonga, nella capitale Avarua, il Cook Islands Whale and Wildlife Centre, centro espositivo, luogo di ricerca e di studio per la conservazione dei cetacei e per un incontro ravvicinato con la biologia marina, l’Oceano e i suoi abitanti, tra cui non mancano appunto balene, squali e pesci.
Lontane dal turismo di massa, le isole Cook sono riuscite a conservare l’anima intatta dei luoghi che ancora resistono ai grandi resort, alle strutture invasive che troppo spesso deturpano il paesaggio: tutto questo qui cede il passo a piccoli, curatissimi Boutique hotel rispettosi della natura. Come, per esempio, il Muri Beach Resort a sud-est di Rarotonga che vanta un primato: è il primo hotel delle Cook ad aver installato un impianto solare che gli permette di essere autosufficiente al 100% (quote a partire da 188 euro a notte per due persone). O come le cinque Cook Bay Villas, sull’incontaminata spiaggia di sabbia bianca della Baia di Cook a Rarotonga: sono state realizzate in pieno stile polinesiano, nel totale rispetto e cura dell’ambiente circostante e i proprietari sono particolarmente attenti a diverse tematiche e chiedono agli ospiti stessi di effettuare la raccolta differenziata, di non sprecare acqua corrente ed energia elettrica per la salvaguardia di questi luoghi (quote a partire da 274 euro a notte per due persone). Ma ci sono anche il Muri Beach Club Hotel, sulla costa della laguna di Muri, a Rarotonga (quote a partire da 289 euro a notte per due persone) e l’Aitutaki Lagoon Resort & Spa, su una spiaggia privata di sabbia bianca (quote a partire da 493 euro a notte per due persone). Informazioni e prenotazioni: www.cookislands.travel