La capitale francese si trasforma sempre e regala sorprese anche a chi la conosce bene
a cura di Leonardo Felician
Parigi, la capitale straniera certamente più amata dai turisti italiani, è talmente conosciuta che non è mai facile proporre argomenti che non sembrino banali. La capacità unica di questa metropoli sta però nel fatto di sapersi rigenerare e rinnovare con coraggio e in taluni casi con audacia, e anche in tempi molto più recenti di quelli di Gustave Eiffel: sono rimasti esempi della storia dell’architettura contemporanea la creazione del nuovo quartiere della Défense con il Grand Arche, reinterpretazione moderna dell’arco di Trionfo napoleonico, il Centre National d’Art et de Culture Georges Pompidou, affettuosamente chiamato Beaubourg, un edificio splendidamente fuori contesto che dal 1977 non cessa di stupire, la Gare d’Orsay trasformata dal genio di Gae Aulenti in uno dei musei più emozionanti del mondo dedicato all’Impressionismo, la contestatissima Pyramide del 1988 che sovrasta l’ingresso del museo del Louvre. La metamorfosi della città non finisce mai: vicino all’edificio circolare della Borsa e alla chiesa di aspetto gotico, ma costruita a fine ‘500, di Saint-Eustache è oggi in fase di profonda trasformazione il quartiere di Les Halles, l’area centralissima un tempo sede ottocentesca dei mercati della città .
Anche nella sua parte museale Parigi è però in grado di riservare novità e sorprese non solo a chi non la conosce. Tralasciando i grandissimi musei, meta di pellegrinaggio da tutto il mondo, ci sono alcuni indirizzi meno conosciuti che costituiscono graditissime ed eccitanti sorprese. Chi ama scoprire gli interni di palazzi parigini d’epoca, fortemente caratterizzate dal gusto dei proprietari e da un amore per il collezionismo d’arte d’altri tempi non deve mancare il Museo Jacquemart-André (www.musee-jacquemart-andre.com ), la casa di un grande banchiere di fine ‘800 con il gusto del mecenatismo e una raffinata passione per la pittura rinascimentale italiana, che fa parte della collezione Centre des Monuments Nationaux (www.monuments-nationaux.fr ), che da cent’anni preserva e gestisce 100 grandi patrimoni dello stato in tutta la Francia e a Parigi, dove ad esempio gestisce la Sainte-Chapelle, la Conciergerie e lo spettacolare accesso ai tetti di Notre-Dame sull’isola Saint-Luis, così come sulla riva destra della Senna il Panthéon, tempio laico con le tombe di molti grandi personaggi di Francia. Non lontano dal Museo Jacquemart-André, a pochi passi dall’ampio spazio verde del Parc Monceau, preso d’assalto per il jogging del fine settimana, il Museo Nissim de Camondo (www.lesartsdecoratifs.fr ) fu la casa di una famiglia di banchieri ebrei originari di Costantinopoli e trasferitisi poi in Francia. Integrati nella realtà parigina, svilupparono uno speciale gusto per il ‘700 francese che permise loro di raccogliere e collezionare una vasta quantità di arazzi, mobili e oggetti d’arte di quel periodo. Visitare il museo, che ricorda la triste storia della famiglia conclusasi tragicamente nel campo di sterminio di Auschwitz, è come entrare nell’atmosfera fantastica di un secolo d’oro dell’arte di Francia.
Per dormire nella zona restando nell’atmosfera del palazzo d’epoca un indirizzo al top è l’Hotel Royal Monceau, rinominato Raffles Parigi (www.leroyalmonceau.com ), entrato a far parte da non molto della catena che prende il nome dal mitico albergo di Singapore, associato ai Leading Hotels of the World (www.lhw.com ). E’ un albergo molto legato all’arte, vicino alla moda e con la vocazione del resort urbano, con opere d’arte moderne nella camere ristrutturate di recente, una libreria e una galleria d’arte e una concierge dell’arte che organizza visite private nei musei, con due ristoranti, tra cui l’unico stellato Michelin dalla cucina italiana in città . Non lontano, per chi desidera invece un’atmosfera contemporanea si trova un altro albergo a cinque stelle, il Renaissance Paris Arc De Triomphe (www.renaissancearcdetriomphe.com ), un albergo dal concept moderno e dalla facciata bianchissima, con sculture in un piccolo giardino zen, fitness center ampi spazi per i congressi. E’ stato realizzato recentemente dall’architetto Christian de Portzamparc come albergo di design, con ristorante dalla cucina contemporanea franco-indonesiana con interessanti esperienze fusion.