Nuova Zelanda: un Eden incontaminato
di Sahara Sebastiani
Basta il nome, Nuova Zelanda, e subito alla mente affiorano immagini da sogno: terre lontane, incontaminate, dove la natura si può ancora permettere di farla da padrona. E in fondo è davvero così. Se non altro perché, proprio a causa della sua lontananza, la Nuova Zelanda è rimasta a lungo un arcipelago isolato, dove l’uomo non è riuscito a fare troppi danni e dove dunque la natura ha potuto rimanere selvaggia e libera almeno fino a un paio di secoli fa, quando anche questo giardino dell’Eden ha finito per soccombere alla tecnologia e tanto lontano, ormai, non è più. Eppure, nonostante le inevitabili trasformazioni dovute alla modernizzazione del Paese, la terra scoperta dall’olandese Abel Tasman nel 1642 custodisce ancora una fauna e una flora peculiari, introvabili in nessun’altra parte del mondo. È stato proprio il lunghissimo isolamento che ha caratterizzato la vita dell’arcipelago per migliaia di anni a permettere a numerose specie di animali di sopravvivere su queste isole crescendo indisturbate, complice anche l’assenza di grandi predatori. Non per niente il 90% della fauna neozelandese non si trova in nessun altro continente: uno scrigno ideale, insomma, per chi ama la scoperta di esemplari unici, straordinari, caratteristici.
Qui non vivono molti rettili o anfibi, si contano solo due specie diverse di pipistrelli e, sebbene quelle presenti siano stupende, non si notano nemmeno troppe farfalle. Ma dove la Nuova Zelanda può davvero vantare la palma del primato è quando si parla di uccelli: questo è il regno dei volatili, che rappresentano la quasi totalità di animali originari del Paese. La loro fortuna è stata, da un lato, di non aver mai avuto problemi nel reperire il cibo necessario alla sopravvivenza e, dall’altro, di aver dovuto fare i conti con tremendi nemici naturali. Anzi: i pennuti neozelandesi hanno avuto una vita così facile che addirittura alcuni hanno perduto la capacità di volare. Come appunto il kiwi, l’uccello simbolo della Nuova Zelanda, è il kiwi, una specie di grosso pollo preistorico, timido e amante della vita notturna, che non è poi così difficile avvistare allo stato libero su Stewart Island: ce ne sono diverse specie anche se le principali sono tre, ovvero il Great Spotted, il North Island Brown e il South Island. Ma, kiwi a parte, l’arcipelago è un paradiso per gli appassionati di birdwatching anche per molte altre varietà di volatili che è possibile ammirare da vicino: da bellbird al falco neozelandese, dal kakapo al robin senza dimenticare quasi tutte le specie di pinguini, compresi il Fiordiland Crested e quello dagli occhi gialli.
Anche la fauna marina è ricca nonostante sia stata seriamente minacciata da secoli di caccia indiscriminata di baleniere e fochiere: foche, delfini e balene si possono per fortuna ancora oggi avvicinare grazie a tour organizzati attraverso le baie nelle isole maggiori, soprattutto quelle dell’Isola del Sud. Per delfini, capodogli e megattere, invece, l’area di avvistamento migliore è quella di Kaikoura, dove non manca la possibilità di effettuare crociere su misura per godersi in tutta sicurezza le evoluzioni di questi straordinari mammiferi. Ma anche se al fascino dell’Oceano si preferisce la tranquillità di escursioni con i piedi ben piantati a terra la Nuova Zelanda offre molto al turista: ci sono infatti un totale di ben 14 parchi nazionali per un totale di 25.000 chilometri quadrati, tutti amministrati dal Dipartimento per la conservazione che è responsabile anche di 20 parchi forestali (18.000 km²), 3.500 riserve (15.000 km²), 610 km² di aree private (ma protette per ragioni paesaggistiche, scientifiche o ecologiche) e 21 riserve marine. Info: http://www.nuovazelanda.eu