Tra i fiumi e i parchi del mantovano
(Seconda parte)
di Sahara Sebastiani
Il mese scorso (chi se l’è perso può cliccare su https://www.viaggivacanze.info/newsite/2013/12/animali-e-natura-31/) abbiamo iniziato a esplorare quella bellissima area in provincia di Mantova, incuneata in territorio lombardo ai confini con Veneto ed Emilia, percorsa dal Po e dai suoi affluenti, che fa da culla a un ricco patrimonio naturale composto da Parchi regionali, Parchi locali di interesse sovracomunale, Riserve naturali statali e regionali. Il territorio ideale per una vacanza, o anche una semplice gita di una giornata, per chi ama andare alla scoperta di luoghi ancora non devastati dalla presenza umana, dove la flora e la fauna la fanno ancora da padrone. Pronti a continuare l’avventura? Bene: si parte!
Il Parco dell’Oglio Sud: stato e obiettivi
Nel Parco dell’Oglio Sud il fiume che gli da il nome segue un andamento sinuoso che attraversa la pianura agricola conferendo al paesaggio un che di mesta malinconia e un senso di ordine dato dal susseguirsi di campi coltivati e filari, mentre le aree golenali spiccano per i folti boschi di pioppi e per le bordure a salice bianco che a volte si estendono fino a costituire vere e proprie boscaglie. A gestire il Parco è un Consorzio tra i Comuni e le Province interessate istituito con L.R. del 16 aprile 1988 numero 17. L’area protetta si estende su una superficie totale 12.722 ettari e l’obiettivo dei gestori è quello, oltre ovviamente alla conservazione del patrimonio naturale, di assumere il ruolo di laboratorio per uno sviluppo sostenibile e per il restauro del paesaggio fluviale in tutti i suoi aspetti naturali e culturali. In altre parole: garantire alle fasce fluviali una maggiore efficienza come sistema ecologico così da rappresentare un’attrattiva di spicco non solo per chi vi abita, ma anche per i turisti. E non basta: la creazione del Parco, infatti, rappresenta anche una volontà di tensione verso la diffusione di professionalità nuove nel settore forestale e verso l’aumento, nella popolazione locale, di una maggiore consapevolezza del valore ambientale e culturale del loro territorio.
La vegetazione
Per scoprire tutto sulla flora naturale del Parco Regionale dell’Oglio Sud, non c’è niente di meglio che visitare quelle che sono le sue zone di maggior spicco naturalistico, ovvero le Riserve Naturali delle Lanche di Gerre, Gavazzi e Runate, le Bine, le Torbiere di Marcaria e la Golena di S. Alberto, ma anche le Valli di Mosio e il Bosco Foce Oglio, il Canale Bogina, il saliceto di Foce Chiese e di Calvatone, le Torbiere di Belforte. Del resto, la scarsità di aree umide nella Pianura Padana, e la loro progressiva diminuzione lungo i fiumi, fa sì che queste zone acquistino ancora maggiore rilevanza. Tra Canneto sull’Oglio e Marcaria, per esempio, si possono trovare le migliori associazioni naturali palustri, con gli elementi floristici tipici della vegetazione originaria, e vicino agli stagni si può vedere la graduale successione delle specie vegetali mano a mano che ci si allontana dall’acqua: dal canneto, ai salici, agli ontani e pioppi bianchi fino al querceto. Una progressione che si òpuò apprezzare in tutta la sua naturale imponenza soprattutto nella Riserva Naturale Le Bine, nei pressi di Acquanegra Sul Chiese, ma anche attorno ai bodri della golena di S. Alberto vicino a Marcaria.
Dalla flora alla fauna
I danni provocati dal massiccio insediamento dell’uomo sono purtroppo ben evidenti nel territorio del Parco Regionale dell’Oglio Sud: le ricerche compiute nella zona hanno infatti denunciato che, dal punto di vista faunistico, si assiste a un grave impoverimento delle varietà di specie animali presenti. Ma, nonostante tutto, si possono ancora rilevare alcune presenze statisticamente significative. Prima di tutto tra gli uccelli: nei cieli del Parco volteggia una gran varietà di specie, comprese alcune piuttosto rare come, per esempio, l’airone rosso, la nitticora, l’airone bianco maggiore (svernante), l’airone guardabuoi, il cormorano, il falco pescatore (presenza primaverile) e il tarabuso (svernante), il martin pescatore, il pendolino e il gruccione. E mentre è massiccia la presenza dell’airone cenerino, consola che gli esperti abbiano censito, nell’area protetta, la presenza di ben diciannove specie diverse di mammiferi, otto di rettili e sette di anfibi, compresa anche l’endemica rana di lataste. Anche gli entomologi si dichiarano abbastanza soddisfatti: hanno evidenziato il particolare valore della Coleottero-fauna acquatica riscontrata nella Riserva Naturale delle Torbiere di Marcaria, sia per la ricchezza di specie individuate, sia per l’entità di ciascuna popolazione. Info: www.turismo.mantova.it (2 – Fine)