Tra i fiumi e i parchi del mantovano
(Prima parte)
di Sahara Sebastiani
Quella della provincia di Mantova è una terra solcata dai fiumi e dall’aratro, terra di storia e di piccole storie di quotidiana fatica, di guglie di campanile a bucare le linea tra i campi e il cielo, di acque respinte e blandite, dei canti delle rane al tramonto e dei silenzi inzuppati di nebbia tra i pioppi. Terra di afa e di gelo, di rugiada e galaverna, dell’uomo e della natura che da sempre si perdono e poi tornano a parlarsi. Incuneata in territorio lombardo ai confini con Veneto ed Emilia, la provincia di Mantova è un lenzuolo di campi ricamato dal Po e dai suoi affluenti, oggi vanta e tutela un patrimonio naturale inestimabile fatto di Parchi regionali, Parchi locali di interesse sovracomunale, Riserve naturali statali e regionali: una scelta dunque molto ampia di possibilità per chi ama andare alla scoperta di luoghi ancora non devastati dalla presenza umana, dove la flora e la fauna la fanno ancora da padrone.
L’imbarazzo della scelta
Viaggivacanze.info inizia questo mese una passeggiata in questi luoghi incantati del territorio mantovano che continuerà anche nelle prossime edizioni della rivista: le cose da vedere sono davvero tante, così tante che c’è solo l’imbarazzo della scelta, e non si può esaurire il discorso in una sola pagina web. Cosa c’è visitare? Beh, prima di tutto i suoi due stupendi Parchi regionali, ovvero quello del Mincio e quello dell’Oglio Sud, poi i suoi ben nove Parchi Locali di Interesse Sovracomunale: San Lorenzo, San Colombano, delle Colline Moreniche, delle Golene Foce Secchia, Golenale del Gruccione, La Golena, Solferino, Golenale lungo Po-Ostiglia e, infine, il Parco del Moro. Ma ci sono anche la Riserva Naturale Statale Bosco Fontana e la Riserva Naturale Regionale Isola Boschina, oltre a varie altre aree di interesse naturalistico come il Complesso Morenico di Castellaro Lagusello, la Garzaia di Pomponesco, Isola Boscone, Le Bine, la Palude di Ostiglia, le Torbiere di Marcaria, Vallazza e, infine, le Valli del Mincio. Cominciamo…
Il Parco naturale regionale del Mincio
Il Parco naturale regionale del Mincio comprende i 13 comuni della provincia di Mantova che, dalle colline moreniche del Garda, accompagnano il fiume nel suo viaggio att5raverso la pianura sino alla confluenza nel Po a Govemolo. L’area rappresenta uno scrigno sia sotto il profilo naturalistico, sia sotto l’aspetto della cultura locale, legata alle tradizioni della civiltà contadina e degli antichi mestieri di terra e di fiume, nonché all’opera dell’uomo che da sempre ha plasmato il territorio: le sistemazioni idrauliche del Pitentino risalgono al 1190, ma il duro lavoro di ricerca di un equilibrio tra il fiume e la sua gente arriva sino ai giorni nostri.
Un mosaico paesaggistico
A partire dalla zona dell’Alto Mantovano, una sintesi esemplare del variegato mosaico paesaggistico delle Colline del Garda è costituita dalla Riserva Naturale di Castellaro Lagusello, tra i comuni di Cavriana e Monzambano, dove il susseguirsi di vicende climatiche e geologiche ha dato origine a una straordinaria varietà di ambienti che alternano uliveti, vigneti, canneti, specchi d’acqua e prati aridi. Vicino alla Riserva sorge l’omonimo borgo medioevale, riconosciuto nel 2003 tra i “Borghi più belli d’Italia”. Esaurito il tratto collinare in cui il fiume scorre lambendo gli antichi castelli di Ponti sul Mincio, Monzambano e Volta Mantovana, il suo percorso raggiunge la pianura e, dopo Goito, si dipana in mille divagazioni che si insinuano tra i canneti e le cosiddette “isole galleggianti” della Riserva Naturale della Valle del Mincio: è qui che è possibile ammirare i siti di nidificazione dell’airone rosso, i più importanti del nostro Paese. Lasciata alle spalle la Riserva, il fiume si allarga e forma il Lago Superiore di Mantova, caratterizzato dalla presenza dei fiori di loto. Al Lago Superiore seguono quello di Mezzo e quello Inferiore, dove è bello fermarsi per ammirare il profilo monumentale di Mantova.
Habitat di pregio
A sud dell’abitato il Mincio si impaluda e forma la Risereva naturale della Vallazza, costituita da vasti spazi di acque libere e boschi: l’ambiente ideale per numerose specie animali e vegetali. Ma il parco racchiude anche habitat di pregio rappresentativi delle antiche foreste che ricoprivano l’intera Pianura Padana. È il caso degli oltre 200 ettari del Bosco della Fontana, composto prevalentemete da farnia, carpino bianco e cerro: questa che, un tempo, era la riserva di caccia dei Gonzaga, è oggi una Riserva Naturale Statale gestita dal Corpo Forestale dello Stato.
(1 – Continua)