Da sempre montagne inaccessibili, i Făgărăş, fanno parte della più ampia catena dei Carpazi. Il nome ricorda un’ immaginaria nazione orientale, ma il significato è molto semplice: strada attraverso i Făgărăş
I monti Făgărăş
Da sempre montagne inaccessibili, quasi per nulla abitate e ricche di leggende, i monti Făgărăş, fanno parte della più ampia catena dei Carpazi, nei secoli hanno rappresentato una barriera insormontabile, situata nella regione sassone tra la pianura attraversata dal fiume Argeş e l’area in cui sorge Sibiu. Le vette più alte, che raggiungono i 2000 metri di altezza, in inverno sono completamente congelate e nei tempi passati solo pochi ardimentosi si sono avventurati da quelle parti, alcuni in estate, molti di meno in inverno.
Un nome che sa di Oriente
Alla fine degli anni sessanta Ceauşescu, timoroso di un’invasione sovietica come avvenuto in Cecoslovacchia nel 1968 e ossessionato dal desiderio di lasciare un’impronta duratura di sé, decise di far costruire un’ardimentosa strada attraverso quei monti invalicabili. Il nome che le diede ricorda un’esotica quanto immaginaria nazione orientale, ma il suo significato è molto più semplice: strada “attraverso i Făgărăş”, Transfăgărăşan.
Realizzata in soli quattro anni e mezzo, fermando i lavori durante i mesi più freddi, la strada fu inaugurata solennemente il 20 settembre 1974. Si calcola che per la realizzazione vennero impiegati sei milioni di tonnellate di dinamite e, per le condizioni di lavoro dure e poco attente alle norme di sicurezza, persero la vita almeno 38 lavoratori.
Il risultato è certamente un’opera di grande suggestione, che offre vedute mozzafiato e qualche brivido dovuto alle altezze.
Un lago incantato
La prima parte del percorso, arrivando dalla zona di Sibiu, appare come una comune strada di montagna, circondata da conifere. Man mano che la strada sale, in maniera anche piuttosto ripida, il panorama si fa più asciutto e ampio. Nelle distese di prato, alternate a rocce grigie, non è difficile vedere greggi di pecore al pascolo, facendo anche attenzione che non attraversino la strada. Al Km 22 si raggiunge la cascada, un punto panoramico da cui si vede in lontananza una cascata e, accanto a un accogliente ristorante, si trova l’ingresso alla funivia che porta fino al lago Bâlea, un tipico lago di montagna rannicchiato in un ambiente quasi del tutto incontaminato. Chi non volesse prendere la funivia può proseguire in automobile, lungo un percorso sempre più ripido e pieno di curve. Nei pressi del lago si trova la Cabana Bâlea, uno dei più bei rifugi di tutta la Romania. Durante i mesi invernali in quest’area viene costruito un albergo interamente scolpito nel ghiaccio, per gli amanti delle esperienze estreme.
Una diga maestosa
Lasciando alle proprie spalle il lago Bâlea, si incontra una galleria lunga 887 m e ancora molti chilometri da percorrere. Dopo una lunga discesa, si arriva al lago Vidraru, che la strada costeggia per quasi tutta la sua lunghezza. Purtroppo la fitta vegetazione impedisce quasi del tutto la sua vista e il viaggio si fa via via più monotono. Quasi all’improvviso la strada sbuca al fondo del lago, aprendosi sul sito dove sorge una imponente diga ad arco, costruita nel 1968. Una rampa di scale posta al limite della diga, permette di raggiungere un punto panoramico di particolare impatto visivo. Proseguendo ancora, la strada si affianca al fiume Argeş e fiancheggia Poienari dove si trova l’alta rocca su cui si erge la fortezza di Vlad Tepeş.
Il viaggio è finito, la Transfăgărăşan soltanto un ricordo, ma il percorso continua e, a qualche decina di chilometri, compare la cittadina Curtea de Argeş, che merita una visita per il suo monastero, forse il più bello di tutta la Romania, sapiente intreccio di architetture europee e orientali.
Informazioni utili:
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a cura di Donatella Sasso e Claudio Benedetto