Un giardino sull’acqua
di Sahara Sebastiani
“Giardino che un Dio ha voluto posare sulle acque, Mauritius, dove canta il mare e dormono gli uccelli…” Così il poeta Paul-Jean Toupet ha voluto descrivere Mauritius, la principale isola dell’arcipelago delle Mascarene, uno scampolo di terra tuffato nel blu dell’Oceano Indiano che suscita emozioni forti, suggestioni indimenticabili. Una meta ideale in tutte le stagioni grazie alla sua invidiabile collocazione geografica a sud dell’equatore che le regala un clima pressoché costante tutto l’anno: una sorte di lunga estate che si rincorre un mese dopo l’altro. E, in più, per tutti gli amanti degli animali una vacanza a Mauritius significa anche un modo piacevolissimo e diretto per approfondire le proprie conoscenze faunistiche. Perché? Perché quest’ultimo lembo d’Africa già proiettato verso l’Oriente è un vero e proprio paradiso terrestre sia per quanto riguarda la fauna terrestre, sia per quella marina. Già, perché le acque cristalline che circondano l’isola sono popolate come un affascinante quanto affollato acquario tropicale: le coste sono quasi ovunque a scogliera, ma alle foci dei fiumi si creano ampie lagune che sono diventate il regno di formidabili colonie di ricci e di oloturie. Più in là, al di là degli scogli, ecco che si offre alla vista un palcoscenico subacqueo che riserva le sorprese più belle, le emozioni più intense: è il reef, la barriera corallina, un ecosistema specialistico che costituisce uno dei paesaggi più affascinanti al mondo per forme, colori e varietà dei pesci. Immergersi in questo inimitabile acquario naturale è un piacere impagabile e alla portata di chiunque sappia anche appena nuotare: basta una maschera per far proprio quel patrimonio che resterà impresso per sempre nella mente come un ricordo indelebile.
Protagonisti tra le onde
Giganteschi molluschi aprono e chiudono in continuazione i loro gusci, mentre distese di coralli crano uno scenario suggestivo: macchie corallifere di Acroporea e di Pocillopora regalano la sensazione di trovarsi non in acqua, ma in mezzo a un bosco, mentre coralli Montipora, Pavona e Favia danno vita a vere e proprie foreste sommerse.Vicino ai coralli vive l’Axinella, una particolare specie di spugna, mentre tra i ricci più diffusi ci sono l’Heterocentrotus, chiamato anche riccio matita, e il Diadema. Quando si intravedono questi ricci si può star certi che lì vicino, da qualche parte, è nascosta una murena: è questo, infatti, il suo habitat ideale. Oltre, tra le tante triglie che nuotano pacifiche in queste acque e che la gente del posto chiama “pesci cappuccino”, è facile distinguere anche i Dascyllus, detti anche “pesci signorine”, sempre impegnati a difendere il loro territorio, e i Chetodonti o “farfalle di mare”, che amano muoversi sempre in coppia andando a caccia di polipi del corallo. Tante anche le cernie, che qui si trovano di diverse specie: dalle commestibili Cephalopsis argus all’Epinephelus merra fino alla tossica Variola louti. Ma tra le placide onde mauriziane si incontrano anche esemplari laboriosi come il Labroides dimidiatus, un pesce spazzino che vive ripulendo dai parassiti pesci come i Lutjanidae, i Vara-Vara e i Lethrimidae, i “pesci capitano”, ricercatissimi e apprezzatissimi per le carni saporite, morbide, raffinate. Ma c’è un altro spettacolo stupendo che attende i sub: è l’incontro con l’Amphiprion, il coloratissimo pesce pagliaccio, che forse non brillerà per coraggio ma di sicuro per astuzia: quando si sente minacciato, in qualche modo in pericolo, corre a rifugiarsi tra i tentacoli dell’anemone di mare, che a lui non fanno niente ma che risultano fortemente tossici per le altre creature marine. Un atteggiamento forse non propriamente leale, ma che ha una più che valida giustificazione: all’interno della barriera corallina vivono oltre200 specie diverse di pesci e la lotta per la sopravvivenza è spesso terribile. Il pesce pagliaccio fa quello che può, non è fortunato come il Laffe, il pesce pietra, il Laffe armeé, lo scorfano, o il Laffe volante, che possiedono un’arma quasi sempre infallibile contro gli eventuali nemici: i loro aculei secernono una sostanza paralizzante che mette fuori gioco il malintenzionato che ha osato avvicinarsi troppo.
Sotto il cielo dei Tropici
Mauritius, nonostante le sue modeste dimensioni (il suo territorio, infatti, non è molto più vasto della Toscana), possiede anche una fauna eccezionalmente varia e di grande interesse per gli appassionati. I boschi e le foreste che ricoprono le alte montagne dell’isola, per esempio, offrono a tutti gli amanti di birdwatching una serie di sentieri e percorsi dedicati che regalano passo dopo passo, fantastiche sorprese. Certo non si incontrerà più il Dodo, il leggendario uccello simbolo dell’isola reso celebre da Alice nel paese delle meraviglie: era una sorta di grosso tacchino goffo e simpatico, ma già mezzo secolo dopo il primo sbarco degli olandesi sulle coste mauriziane (furono loro, infatti, a scoprire l’isola nel 1598) era già totalmente estinto. In compenso, in questo angolo di natura immerso nel blu si avvistano ancora esemplari insoliti sotto tutti i punti di vista, anche se delle 50 specie endemiche che volavano nel cielo di Mauritius ai tempi della colonizzazione olandese ne sopravvivono soltanto nove, ovviamente tutte reputate tra le più rare al mondo. Si potrà, per esempio, osservare da vicino il gallo di bosco, l’uccello manioca, l’acchiappamosche del paradiso, il foudia della banana e il gheppio, cioè quel piccolo falco ingiustamente chiamato “mangiatore di galline”: in realtà si nutre solo di lucertole. Ma è doveroso ricordare che è proprio qui che vive quello che è stato definito l’uccello più raro al mondo: il Falco punctatus o falco Mauriziano, cui fa compagnia il Nasoenas maceri o piccione rosa, bellissima creatura dal lungo collo e dagli occhi mansueti. Stupendo anche il Mivroscelis borbonica o merlo Mauriziano, con il becco e le zampe gialle, così curioso da essere diventato un po’ la guardia del corpo degli altri uccelli del bosco: ficcanaso com’è, nota subito se c’è qualcosa di insolito e lo comunica al mondo lanciando potentissime grida di allarme. E come non spendere almeno due parole sul Coquus typicus? Il suo soprannome volgare di “merlo cuciniere” ha il sapore della leggenda: tradizione vuole, infatti, che conservi il suo bottino di caccia fato di insetti infilandoli in schegge di legno del tutto simili ai ben noti spiedini. Molte, poi, le specie esotiche importate dall’uomo che si sono magnificamente adattate all’habitat e al mite clima dell’isola: ci sono, per sempio, i martin pescatore , i bengalini africani con il becco e il petto rosso, il serino del capo inconfondibile con quella sua sgargiante livrea color zafferano. Da Giava, invece, arriva il condè, simpatico e ghiotto ladro di frutta, mentre sulle scogliere nidifica il fetente dei tropici: con il suo becco arcuato incute rispetto alle migliaia di sterne, di colombe selvatiche e di tortore che volano nell’aria tersa dell’isola.
Tra boa, manguste e cervi
Le sorprese faunistiche di Mauritius non sono certo finite qui: l’isola conta oltre 2 mila specie diverse di insetti e migliaia di farfalle considerate in assoluto tra le più belle dell’Oceano Indiano. Amate e protette con affetto dalla popolazione locale sono poi le tartarughe terresti giganti, mentre tra le circa 15 varietà di rettili che vivono in questo ambiente privilegiato meritano di essere ricordate due specie di piccoli boa che vivono sull’Ille Ronde, una delle tante, piccole isole che emergono come per incanto dalla barriera corallina che circonda Mauritius. Tanti, infine, anche i mammiferi che vivono a Mauritius, Tra questi, la palma del primato spetta sicuramente al cervo tunjuc di Giava, che fu introdotto dagli olandesi all’epoca del loro dominio sul territorio: questo animale si è ambientato così bene ed è diventato tanto popolare da finire per dare il nome alla spiaggia più famosa dell’isola, la più amata e… fotografata dai turisti in vacanza in questo lembo di paradiso tropicale. Spetta invece ai portoghesi, successivi signori dell’isola, il merito di avervi introdotto la mangusta e il macao dell’India, che sono andati a far compagnia ai volpini giganti, cioè quei grossi pipistrelli che, a differenza degli altri pipistrelli (decisamente più piccoli e che hanno nella caccia agli insetti la loro fonte di nutrimento), sono vegetariani stretti: amano cibarsi esclusivamente della dolcissima e saporita frutta che matura in ogni tempo sotto il sole caldo di Mauritius. Info: www.mauritius.net