a cura di Biancaluna Molinari
Se è stato Cristoforo Colombo a scoprire l’America, perché non si chiama Columbia? In che modo diventa primaria la figura dell’esploratore Amerigo Vespucci, da cui deriva il nome del Nuovo Continente? Se il dilemma vi arrovella o se anche solo siete curiosi di conoscerne i motivi, c’è pronto un libro che fa per voi. Amerigo. Il racconto di un errore storico, opera scritta dall’austriaco Stefan Zweig e uscita per la prima volta negli Stati Uniti d’America nello stesso giorno della morte del suo autore, nel febbraio del 1942, venne pubblicata qualche anno dopo in Italia da Mondadori e oggi è stata ripubblicata da Elliot (12€). Amerigo Vespucci non scoprì l’America e non affermò mai di essere stato il primo uomo europeo a mettere piede sul nuovo continente né, cosa forse ancora più importante, pretese mai di dargli il proprio nome, anzi probabilmente mentre era ancora in vita non seppe mai che a quella terra era stato dato il suo nome… Perché allora già dal primo Cinquecento la parola “America” iniziò a diffondersi per definire il Nuovo Mondo e non invece “Columbia”” visto che fu Cristoforo Colombo nel 1492 ad approdarvi per primo? Stefan Zweig fu profondamente affascinato dal Vespucci, forse anche a causa di questo enigma che circonda il suo destino, e in Amerigo, ultimo libro scritto prima del suicidio, decise di raccontare l’incredibile vicenda di un uomo che la storia ha voluto ora un eroe, ora un truffatore. Zweig ha come sentito il dovere di “riscattare” Vespucci e in questo libro ripercorrere la storia per capire il perché e il per come di determinati errori. Una cosa sembra certa: Vespucci diede il nome all’America involontariamente, cioè per volontà altrui, e fu messo al centro della scoperta del nuovo continente anzitutto perché, a differenza di Colombo, aveva capito che quel nuovo continente non era l’Asia. Ma c’è anche tanto altro…scopritelo. E buona lettura! www.elliotedizioni.com/catalog/title/title_card.php?title_id=214
Dello stesso Editore vi segnaliamo un altro bel titolo: Dirty Life. Una Storia d’amore, cibo e animali di Kristin Kimball (16.50€). Al suo primo libro, Kristin Kimball è, oltre che una scrittrice, una “coltivatrice a tempo pieno”, visto che vive e lavora nella sua fattoria a Essex, a nord di New York. Ma non è sempre stata questa la sua vita: prima, infatti, di dedicarsi alla vita contadina, ha lavorato come giornalista freelance, come insegnante di scrittura creativa e come assistente di un famoso agente letterario nella città di New York. Ed è la Kristin protagonista del libro, giovane trentenne single che vive la sua vita come un’avventura. Ama i party nei bar di Soho, gestisce faticosamente le relazioni sentimentali con quattro diversi uomini e lotta ogni giorno per farsi largo nel mondo del lavoro. Quando riceve l’incarico di scrivere un articolo sui giovani produttori di alimenti biologici, non sospetta minimamente che di lì a poco rimarrà coinvolta in due storie d’amore che stravolgeranno per sempre la sua vita: l’amore per la terra – un’arte sporca e sensuale – e l’amore per un contadino complicato ed esasperante. Nonostante le difficoltà iniziali – ad esempio essere coinvolta, da vegetariana convinta, nella macellazione di un maiale – decide di mollare tutto e di andarsene dalla città. Inizierà così un viaggio, insieme all’uomo che ha deciso di sposare, alla ricerca della terra dei loro sogni e di uno stile di vita durissimo, che le restituirà tuttavia il piacere del desiderio e un senso profondo di appartenenza al mondo in cui vive. Un libro che scorre veloce e intenso, ricco di colore e particolari che regalano la bella sensazione di essere lì accanto a Kristin, nel suo mondo, nella sua realtà che emerge vivida dalle pagine. Ed è un libro che fa pensare, riflettere, come quando la protagonista e voce narrante “confida” che più trasformi la terra coltivandola, più la terra trasforma te, che il mestiere di contadino mette radici dentro di te e fa piazza pulita di tutto il resto. www.elliotedizioni.com/catalog/title/title_card.php?title_id=210
Nell’anno delle Olimpiadi (https://www.viaggivacanze.info/newsite/2012/01/londra-2012-giochi-olimpici-ma-non-solo…/), Michele Monina, scrittore e critico musicale, ci racconta la sua Londra attraversata in bicicletta con il figlio, tra suggestioni sul Tamigi, locali cool e la musica che serpeggia in sottofondo. “Prima capitale ad aver intuito il futuro, inglobando in sé tutti i sobborghi della propria cinta, trasformandosi da grande città in metropoli, e poi da metropoli in megalopoli, Londra non appare mai la stessa, superando nei fatti quella che può sembrare una tipica frase fatta da ente del turismo”. Londra on the river (11.50€) va ad aggiungersi ai titoli della collana Ciclopolis, diretta da Fabrizio Fiocchi per edicicloeditore, che raccoglie le esperienze, particolari se non uniche, del rapporto con una città vissuto da un punto di osservazione, e di locomozione, altrettanto particolare, la bicicletta. Nel percorrere la città variano le prospettive e le sequenze dei luoghi. Michele Monina monta in bicicletta e attraversa la città che si sta vestendo a festa per le Olimpiadi, per fotografare dal punto di vista privilegiato delle due ruote Londra, la culla del rock, stavolta impegnata a farsi casa dello sport mondiale. Nel farlo decide di farsi accompagnare da suo figlio Tommaso, di neanche sei anni. Anche lui in sella e del tutto intenzionato a scoprire questo gigante fatto di strade e acqua. Il fil-rouge che i due si troveranno a srotolare chilometro dopo chilometro, pagina dopo pagina, sarà il Tamigi, il grande fiume che taglia la città in due, in un percorso psicogeografico che deve tanto a Iain Sinclair quanto ad Alan Moore. Il libro che nasce da questo “percorso nel cuore rock della città” è un “on the river” fatto al passo di pedale, diventa al tempo stesso un viaggio nella Londra pre-olimpiadi e un viaggio metaforico: un padre e un figlio che lasciano alla strada e a un fiume il compito di raccontare loro la vita. www.ediciclo.it/index.php?qr=londra_on_the_river_di_michele_monina_scheda_libro&pagid=prod_det&_get_prod_id=1277
Il Balsamico della tradizione secolare. In poco meno di 400 pagine sono raccolti storia e metodi senza tempo che da centinaia di anni portano alla nascita dell’Aceto Balsamico Tradizionale di Modena. Un libro serio e affidabile punto di riferimento, una fonte autorevole grazie alla Consorteria dell’Aceto Balsamico Tradizionale di Spilamberto che ne ha curato la realizzazione(con il patrocinio della Regione Emilia-Romagna e in collaborazione con la Camera di Commercio di Modena e il Museo del Balsamico Tradizionale). Depositaria di un sapere antico che tiene viva questa eccellenza modenese, questa Associazione, nata già nel 1967, si propone di promuovere, organizzare e sostenere, in tutti i modi possibili, iniziative e manifestazioni dirette alla tutela e alla valorizzazione dell’Aceto Balsamico Tradizionale, nonché alla diffusione della sua conoscenza nel rispetto assoluto della tradizione. Il volume, seconda edizione dopo la prima del 1999, è l’unica “biografia autorizzata” del Balsamico Tradizionale, che per la prima volta raccoglie in maniera completa ed esaustiva contributi storici e tecnico-scientifici relativi a un’eccellenza enogastronomica. È da ritenersi una bussola con istruzioni e consigli per produttori e appassionati, ma interessante anche per i curiosi che vogliono avvicinarsi al mondo del Balsamico Tradizionale. Il libro è costituito da cinque sezioni che approfondiscono i diversi aspetti dell’Aceto Balsamico Tradizionale e arricchito da un’ampia raccolta fotografica che racconta il percorso del prodotto dall’uva, al mosto, all’invecchiamento nelle botti fino all’imbottigliamento. È in vendita presso il Museo del Balsamico Tradizionale a Spilamberto (www.museodelbalsamicotradizionale.org) al prezzo di 29 €. A breve è prevista anche la distribuzione nelle librerie. Il ricavato delle vendite andrà a sostenere il lavoro della Consorteria. www.museodelbalsamicotradizionale.org/ita/pages/balsamico/index.htm
Ridere e sorridere fa bene alla vita. Questo è un dato di fatto, no? Tanto meglio se ci viene in aiuto anche un libro. That’s all, Folks! Berluscooney è un nuovo titolo e allo stesso tempo una novità tra le pubblicazione de Il Grillo Editore che inaugura un nuovo genere, quello della satira politica disegnata (12€). E sottolineiamo che si tratta di satira, That’s all, Folks! (che tradotto significa “Questo è tutto, Gente!”, proprio come compariva nelle sigle di coda dei cartoni animati della Warner Bros) illustra gli avvenimenti che hanno caratterizzato l’ultimo periodo di storia politica italiana, attraverso la matita di Nico Pillinini . Un nome importante, vignettista de La Gazzetta del Mezzogiorno di Bari, oltre che Premio Forte dei Marmi per la Satira Politica nella grafica italiana, Nico Pillinini, corrosivo cartoonist politico, disegnatore da sempre, ha raccolto fatti, notizie e personaggi e li ha “vivisezionati” con la matita del vignettista “affondandola come un bisturi nelle piaghe infette della nostra società”. Non dimenticando, come lui stesso scrive, commentando l’introduzione firmata da Dario Vergassola, che il suo unico scopo è quello di far ridere. Pillinini ha realizzato le vignette per il Satiyricon de La Repubblica fino alla sua chiusura, sotto la direzione di Forattini prima e Bucchi dopo, insieme a Vauro, Altan, Ellekappa, Disegni, Vincino e altri suoi colleghi. Ha un suo blog www.nicopillinini,blogspot.com. L’appuntamento con la “saga” Berlusconi sembra finire qui, con questa ultima raccolta in ordine di tempo, dopo Burlesconi. Vignette satiriche(2003), Bandana Republic (2004), Ecce Gnomo (2006) e Supernan (2009), serie interrotta soltanto da Il Giulivo (2007), raccolta di vignette durante la presidenza del consiglio Romano Prodi, tutti editi dalla Dedalo di Bari, è arrivato nelle librerie l’ultima raccolta delle vignette di Nico Pillinini edita da Il Grillo. www.ilgrilloeditore.it/index.php?page=shop.product_details&category_id=38&flypage=flypage.tpl&product_id=92&option=com_virtuemart&Itemid=53
Dello stesso Editore vi presentiamo un libro che se non fa ridere, per non piangere, come il precedente, senza dubbio prende per la gola. Già la copertina è un invito, oltre che a sfogliare le sue pagine, a sedersi a tavola. Ricette dall’Alta Murgia (15€) è una pubblicazione non improvvisata o fatta uscire solo per inseguire il trend delle pubblicazioni a carattere enogastronomico che invadono tutte le librerie. Tutt’altro. Come si legge nella Presentazione dell’Editore, ha visto le stampe dopo anni di preparazione e di ricerca di idee… Sì, perché l’ intento de Il Grillo è quello di offrire un prodotto che, pur raccogliendo quello che di tipico la tradizione culinaria dell’Alta Murgia conserva da secoli, rientri in una cornice nuova, attuale, fresca. Un libro rivolto in particolare alle giovani famiglie che cercano un’ispirazione, uno stimolo per la propria creatività. Le ricette raccolte nelle oltre 100 pagine non sono una novità ma sono autentiche, gli ingredienti che le compongono germogliano nella Murgia intera, quella ancora inviolata che i contadini continuano a far fiorire e fruttificare con tanta fatica ma anche con passione. Il Grillo Editore è nato nel 2004 a Gravina in Puglia, cittadina dell’altopiano delle Murge in provincia di Bari, con l’intento di dar voce, da un lato, alle emozioni, ai sentimenti e alle suggestioni degli autori di quest’area interna a cavallo col confine lucano, e dall’altro, per avviare un percorso di ricerca a ritroso sulle tradizioni e i costumi del territorio di riferimento, senza precludersi un varco per le incantevoli terre e le seducenti usanze dell’intero Mezzogiorno d’Italia. E con questa pubblicazione vuole che i frutti della Murgia possano appartenere a chiunque vorrà trascorrere il proprio tempo libero davanti ai fornelli, ad assaporarne i profumi, le fragranze e i sapori. www.ilgrilloeditore.it/index.php?page=shop.product_details&category_id=36&flypage=flypage.tpl&product_id=90&option=com_virtuemart&Itemid=53