Sulle ali della passione
di Sahara Sebastiani
Non c’è un amante del birdwatching che non sogni di trascorrere, almeno una volta nella vita, un periodo di vacanza in Africa Occidentale. E hanno tutti ragione: in quella vasta parte del continente nero che si snoda a sud del deserto del Sahara, è infatti facile incontrare centinaia di specie ornitologiche altrove difficilmente avvistabili con altrettanta abbondanza e varietà. Un viaggio del genere, un tempo, poteva essere considerato un’avventura degna di Indiana Jones, ma oggi può tranquillamente essere visto come un’esperienza alla portata di tutti: i tour operator specializzati, infatti, sono in grado di proporre programmi studiati su misura secondo le esigenze individuali, escludendo rischi, pericoli e disagi. Certo, pensare di visitare tutta l’Africa Occidentale durante una sola vacanza è praticamente impossibile, e magari bisognerà anche mettere in preventivo di non potersi aspettare i lussi e le comodità di un hotel a cinque stelle, ma se si decide di vivere di una cosa si potrà essere assolutamente certi: non ci si pentirà.
Parchi e riserve naturali
In Africa Occidentale si dipana una rete di parchi e riserve naturali da far invidia non soltanto alla vecchia Europa. Importanti, bellissimi ed estremamente vari, per esempio, quelli della Nigeria: dal Parco Nazionale di Yankari, che ospita fino a 600 specie diverse di uccelli, alla Riserva di Okomo, non lontano da Benin City, e quella di Kamuku, dalle paludi di Hadejia-Nguru, tappa fondamentale per l’avifauna migratoria, fino alla Riserva Naturale di Gashaka, la più grande di tutta la Nigeria, che si estende quasi al confine con il Cameroun. In Mauritania, invece, si trova il celebre Parco Nazionale di Arguin Bank, proprio in riva al mare, mentre in Gambia, tra la Riserva Naturale di Abuko e il Parco Nazionale di West Kiang, si possono osservare oltre 400 specie differenti di volatili.
Dal Senegal al Benin
Il Senegal, con il Parco Nazionale di Langue de Barbarie e quello des Oiseaux du Djoudj, è la meta ideale per chi apprezza particolarmente le specie acquatiche: qui aironi cormorani, anatre, fenicotteri e pellicani la fanno da padroni. Ma, se si mira a uno spettacolo mozzafiato, non ci si può perdere la riserva di Niokolo-Koba, la più grande dello stato, dove si possono avvistare la bellezza di 350 specie tra le quali anche l’otarda di Denham, il bucero abissino, il turaco viola, la cicogna dal becco a sella, il gruccione di Bullock. Anche la Sierra Leone offre molto al turista appassionato di ornitologia, specialmente nella Riserva dell’isola di Tiwai, in quella di Mamunta Maroso, e nel Parco nazionale di Outamba-Kilimi. Un po’ come la Costa d’Avorio, dove le mete tradizionali per il birdwatching sono il Parc national d’Azagny, quello della Marahoué e quello di Comoé. Non va dimenticato neppure il Ghana, che vanta aree protette meravigliose come il Parco naturale di Kakum, quello di Bia e quello di Bui, nonché le Riserve di Owabi e quella di Mole. E lo stesso si può dire per il Mali, dove merita una visita il lago Faguibine, considerato uno dei luoghi migliori di tutto il sahel per l’avvistamento di uccelli migratori. Persino il piccolissimo Benin ha un suo fiore all’occhiello naturale: è il Parco del Pendjari, popolato da numerose specie, alcune delle quali rare.
Beccando qua e là
Ma quali sono le specie che sarà possibile osservare da vicino durante un itinerario in Africa Occidentale? Per esempio, un po’ ovunque lungo i litorali, si potrà incontrare il cormorano del capo nelle due versioni di colore, verde bottiglia o blu-nero, che ama vivere in colonie numerosissime, anche di 120 mila esemplari. Così come, lungo i fiumi e i laghi di tutta l’area geografica, non sarà difficile imbattersi nel martin pescatore, uccello ciarliero e vivace, golosissimo di pesci che cattura con rapidissimi, quanto infallibili, tuffi. In Mauritania, invece, va a riprodursi il fenicottero rosa, mentre in Senegal, in particolar modo lungo i corsi dei fiumi e tra i boschetti di mangrovie, è abbastanza facile imbattersi nell’uccello martello (Scopus umbretta), che si caratterizza per le zampe corte, la cresta spessa e il becco grande.
Falchi, avvoltoi & C.
Nelle aree desertiche del Mali, ma anche di Gambia e Nigeria, ama soffermarsi l’avvoltoio orecchiuto (Aegypius tracheliotus), parente stretto di aquile e falchi, un tipo solitario e silenzioso, che depone un solo uovo per volta in grandi nidi sulle piante di acacia e, soprattutto, non si dà un gran daffare per volare: più che agitarsi muovendo le ali, preferisce farsi pigramente sospingere dalle correnti ascensionali calde. Insolito, ma interessante da osservare lungo le coste della Mauritania, è l’egretta africana, un airone grigio con il becco e la gola marrone famoso per una sua abitudine stravagante, se non addirittura un po’ sadica: i pesci sono la sua preda prediletta, ma prima di catturarli fa di tutto per “disturbarli” con le zampe. Ancora più macabra la consuetudine che caratterizza il comportamento del nittocora (Nycticorax nycticorax), riconoscibilissimo con quelle sue zampette corte e i grandi occhi rossi: quando nidifica, infatti, si ciba solo dei piccoli.
Da non perdere
Anche se, recandosi in Africa Occidentale, è forte la tentazione di vivere il viaggio a senso unico, ovvero senza pensare ad altro che al birdwtching, sarebbe davvero un peccato dimenticare che si stanno visitando alcuni dei Paesi più intatti, più ricchi di tradizioni incontaminate, di tutta l’Africa. Ecco perché, a chi per esempio sceglie il Mali come meta della prossima vacanza, non si possono non suggerire alcune tappe “di rito” come la famosa falesia dei Dogon, la moschea di fango di Djenné e la navigazione in piroga lungo il Niger fino a raggiungere la mitica Timbuctu. Un po’ come, chi va in Mauritania, non dovrebbe perdersi lo spettacolo offerto dagli abitanti di Nouamghar, un fatiscente villaggio di baracche nel quale, però, gli uomini hanno messo a punto una tecnica di pesca straordinaria: infatti, catturano i pesci grazie all’aiuto dei delfini. E, soprattutto, non dovrebbe rinunciare a una visita di Chinguetti, la settima città santa dell’Islam, quasi immersa in un oceano di altissime dune, che del suo illustre passato conserva ancora un forte, una monumentale moschea e, soprattutto, una biblioteca in cui sono conservati oltre 1.300 manoscritti antichi, alcuni dei quali risalenti al III secolo d.C. Persino il piccolissimo Benin, incastrato come una striscia di terra dimenticata tra il Togo e la Nigeria, riserva sorprese straordinarie al visitatore attento alla cultura e alla storia del Paese oltre che alla sua natura. Si rimarrà a bocca aperta, per esempio, davanti alla reggia di Abomey, e ancora di più se si avrà la fortuna di spingersi in piroga fino al cuore del lago di Ganvier, dove dall’acqua emerge il più incredibile, grande e popolato villaggio palafitticolo di tutta l’Africa.