Uno scrigno di bellezze. Tanti tipi di turismo possibili. Chi le conosce già sa che qui non c’è solo il mare, anzi! A tutti gli altri raccontiamo come nelle Marche ci sia di tutto e di più. Sarebbe un peccato non andare a scoprirle…
di Valentina Brambilla
Ci avete mai fatto caso che le Marche sono l’unica regione italiana al plurale? Sarà forse per la varietà di panorami? Si va dal mare Adriatico ai monti Appennini, dove nel mezzo, sulle sommità delle colline si mostrano, e talvolta si nascondono, antichi borghi? O sarà per la loro storia, il loro vasto e vario patrimonio artistico e culturale? Probabilmente per tutte queste ragioni messe insieme. Comunque sia, possiamo affermare, senza timore di venire smentiti, che si tratta di un gioiello del centro Italia, un vero e proprio tesoro ricco di fascino e suggestione che merita la scoperta. C’è addirittura chi sostiene che le Marche siano “l’Italia in una sola regione”, il che, oltre a volere stimolare una certa curiosità, sottolinea ancora di più la ricchezza di questa regione, In effetti, a pensarci bene, qui si possono trovare cittadine storiche ricche di arte e tradizioni, che siano città d’arte famose in tutto il mondo oppure piccoli centri e piccolissimi borghi, ma anche parchi e riserve naturali, musei, eremi e castelli, valli attraversate da corsi d’acqua che anche i libri di storia ricordano e una costa sabbiosa, ma a volte anche ghiaiosa o rocciosa, e montagne dove si può persino sciare. Se, dunque, fino a ieri pensavate a questa regione solo per gli stabilimenti balneari e le spiagge ampie sappiate che circa il 31% del territorio è montano e il 69% collinare, fate quindi voi i conti… E, soprattutto, è il caso che mettiate in preventivo di fare un viaggio da queste parti…
Per incominciare vi suggeriamo di partire dalla “regione storica” del Montefeltro e, ancora più precisamente, dalla zona della Comunità Montana del Catria e del Nerone (www.cm-cagli.ps.it/canale.asp?id=100). Ovvero la parte nord delle Marche, quella della provincia di Pesaro e Urbino, dove potrete compiere un itinerario tra le terre che nel corso della storia sono state contese dai Montefeltro di Urbino, dai Malatesta di Rimini e dai granduchi di Toscana, tra Acqualagna, Apecchio, Cagli, Cantiano, e Piobbico. Acqualagna è la capitale del tartufo (http://acqualagna.com/ ), visto che al suo mercato convergono oltre i due terzi dell’intera produzione nazionale del famoso “fungo ipogeo” e visto che nei suoi dintorni si trova non solo il Tartufo Bianco ma anche il Tartufo Nero di Norcia o Perigord, il Tartufo d’estate, il Tartufo Bianchetto e via dicendo…Se volete acquistare in tutta sicurezza vi suggeriamo due nome su tutti: T&C tartufi e specialità alimentari www.truffle.it/index.php e Tartufi Alessandro Rossi www.tartufi-rossi.com ma tenete d’occhio il sito di Acqualagna perché le mostre mercato, le fiere e le occasioni per assaggiare e non di meno per scoprire quello che è un vero e proprio mondo, tutto quello che ruota intorno al tartufo, non mancano. Ma non va tralasciato il fatto che Acqualagna si trova alle pendici della bellissima Gola del Furlo (www.riservagoladelfurlo.it/), Riserva Naturale dello Stato, area floristica e faunistica molto importante che attrae in particolar mondo per il suo “canyon” dai colori cangianti attraversato dal fiume Candigliano, a cui si accede da una stretta galleria fatta scavare dall’imperatore Vespasiano nel 76 d.c. per aprire il varco alla via Flaminia. Cagli (www.comune.cagli.ps.it/) che è particolarmente apprezzata dagli amanti della pittura settecentesca, è un piccolo centro di grande bellezza immerso in un paesaggio incantevole.
Ricca di monumenti è caratterizzata soprattutto dal suo Torrione e dal Ponte Mallio, poderoso manufatto di epoca repubblicana, un ponte con un arco di 26 cunei, che si presenta come una delle opere romane più imponenti tra quelle esistenti lungo il tracciato della consolare Flaminia del 220 a.C.. È inoltre famosa per il Palio dell’Oca, una rievocazione storica che si tiene tutti gli anni ad agosto (www.giochistoricicagli.it/palio/storia.asp). Cantiano è circondata dagli imponenti monti del Catria, Nerone, Acuto e Petrano, ricchi di sentieri percorribili a cavallo, a piedi o in mountain bike. Qui c’è il Parco Naturale del Bosco di Tecchie (www.boscoditecchie.it/), dove foreste di faggio e di cerro, fioriture di orchidee e rose mai viste regalano una natura pura e integra. Inoltre, l’acqua del Catria, la legna raccolta in zona e la maestria degli ultimi forni tradizionali, regalano il famoso “Pane di Chiaserna” un bene da comprare e portare a casa. Chiaserna (frazione del comune di Cantiano) è insomma diventata sinonimo di pane buono, tanto da entrare a far parte della Associazione Italiana “Città del Pane” e il pane di Chiaserna è riconosciuto dalla Regione Marche e inserito nell’elenco dei prodotti tipici nazionali pubblicati dalla Gazzetta Ufficiale della Repubblica. Ogni primavera la piazza di Cantiano diventa palcoscenico ideale dell’abbinamento del Pane di Chiaserna sia con gli altri prodotti della zona sia con altre eccellenze marchigiane. (www.montefeltro.info/CMDirector.aspx?id=1695)
Piobbico (ve ne abbiamo già accennato qui: www.viaggivacanze.info/newsite/2011/10/15-e-16-ottobre-a-piobbico-il-festival-della-cucina-italiana/) vede il suo centro abitato in una valle stretta tra due montagne, il Monte Nerone e il Montiego, alla confluenza dei fiumi Biscubio e Candigliano. Le sue case si ergono a picco fino ad abbracciare lo stupendo Palazzo dei Brancaleoni (www.castellobrancaleoni.it/castello.html), un castello, a dire il vero, che porta il nome della famiglia che per quasi un millennio ha legato la propria storia a questo luogo. Imponente costruzione appena restaurata, il Castello conserva capolavori d’arte rinascimentale, barocca e neoclassica, oltre ad offrire al pubblico la sezione geo-paleontologica, quella speleologica, quella archeologica e quella dedicata ai mestieri del territorio. Alcune sale sono dedicate agli abiti e monili appartenenti alla famiglia Brancaleoni. Una curiosità: a Piobbico è nato il Club dei Brutti, che associa persone da tutto il mondo. Naturalmente chiunque può venire tesserato, secondo differenti graduatorie di bruttezza ovviamente, ma, al di là del ruolo che ricopre oggi (che pure si fonda sul serio principio che non bisogna emarginare chi non risponde a determinati canoni di bellezza), è interessante sapere che ha un’origine altrettanto seria. Verso la fine del XIX secolo era stata raggiunta l’Unità d’Italia e in questa valle la popolazione maschile andava riducendosi a causa del flusso migratorio verso altre regioni per ragioni di lavoro. E così tendevano a rimanere solo le donne, non certo le più belle… Nel 1879 alcuni notabili del paese di Piobbico decisero di fare qualcosa e fondarono “L’Associazione dei Brutti”, attraverso la quale si assunsero l’impegno di trovare marito alle donne rimaste in zona…che “dovevano accontentarsi di quello che passava il convento”…
E poi c’è Apecchio, con il Palazzo rinascimentale dei conti Ubaldini, il ponte medievale “a schiena d’asino”, la torre campanaria, le chiese ricche di affreschi e dipinti, il teatro comunale. E un territorio attraversato da fiumi, sorgenti oligominerali e sulfuree, ruscelli in cui bagnarsi o pescare. Le escursioni a piedi o a cavallo consentono di scoprire grotte, il vecchio mulino e i ruderi del Castello della Carda (http://www.appennino.info/CMDirector.aspx?ID=1578), la pineta della serra di Acquapartita, la foresta della Brugnola. Ma è anche vero che il nome di Apecchio sta rimbalzando nelle notizie di cronaca perché è ufficialmente diventata la prima città della birra italiana. Nel territorio del Comune di Apecchio sono infatti presenti due birrifici artigianali, un unicum in Italia, Tenute Collesi (www.collesi.com) e
Birra Amarcord (www.birraamarcord.it/). In comune hanno la localizzazione, la mission per un prodotto di qualità, l’ingrediente primario, ovvero la purissima Acqua del Monte Nerone, e la notorietà sui mercati italiani ed esteri. Da questo primato è nato il progetto Apecchio Città della Birra voluto fortemente dall’omonima Associazione (www.apecchiocittadellabirra.com), dall’Amministrazione Comunale apecchiese e da entrambi i birrifici, per far conoscere l’eccellenza del prodotto e della qualità marchigiana nel Mondo. “Apecchio Città della Birra intende essere un centro di comunicazione, cultura e formazione – ha dichiarato Massimo Cardellini, Presidente dell’Associazione – un punto di riferimento e d’incontro tra tutti i protagonisti e gli addetti ai lavori del settore della birra artigianale in Italia e nel Mondo. Ma innanzitutto rappresenta un’identità territoriale che raccoglie e stimola le diverse attività imprenditoriali di Apecchio legate al mondo della birra artigianale. Un progetto che risponde in modo concreto alla sempre più crescente domanda di conoscenza e di qualità che coinvolge il mondo della birra, dell’alimentazione, del turismo e dell’agricoltura”.
Se abbiamo stimolato la vostra curiosità e vi è venuta voglia di fare un tour marchigiano, oltre ai siti già segnalati potete consultare http://nuovo.turismo.marche.it/Home/tabid/103/Default.aspx