a cura di Mary Jo Cocker
Il rifugio dei cuori solitari
A poche settimane dall’uscita, Il rifugio dei cuori solitari (Garzanti Libri, 18.60€) ha scalato le classifiche grazie al passaparola dei lettori e dei librai che l’hanno adorato. È un romanzo commovente e memorabile sull’amicizia, le nuove opportunità e l’amore davvero incondizionato che solo gli animali sono capaci di regalarci. Un libro dedicato “a tutti i volontari che lavorano con tanto impegno per offrire una seconda occasione ai cani smarriti e soli”. Perché, come spiega l’autrice Lucy Dillon, in “Una conversazione con Lucy Dillon”, nelle pagine che seguono il romanzo, “non potrò mai sollecitare abbastanza le persone a sostenere i canili di zona, che devono affrontare casi di incuria terribili nei confronti degli animali, per esempio quando ospitano cagne reduci da allevamenti senza scrupoli. Ma deprimente in generale è la disinvoltura con cui i padroni abbandonano cani sani e affettuosi solo perché si sono stancati di prendersene cura, oppure li trascurano dandogli troppo da mangiare e non portandoli abbastanza a passeggio”. Già dal prologo ci si può rendere conto della portata emotiva delle quasi 500 pagine di questo romanzo (titolo originale dell’opera Lost Dogs and Lonely Hearts) e non si può fare a meno di farsi incuriosire e appassionare pagina dopo pagina. Seduta di fronte all’antica scrivania di rovere, Rachel ascolta a malapena il borbottio dell’anziano notaio che sta sbrigando le ultime formalità testamentarie. Il suo sguardo è fisso sulla sua eredità: un muso piegato di lato e pieno di comprensione, due enormi occhi color ghiaccio, un orecchio nero floscio e l’altro bianco e dritto. Gem non è un cane come tutti gli altri, è il border collie della zia Dot che, morendo, ha deciso di lasciare alla nipote una grande tenuta in campagna, un rifugio per cani abbandonati e soprattutto Gem, l’amico prediletto. Rachel non è certo un tipo da cani e la sua sofisticata e mondana vita a Londra non l’ha preparata al faticoso lavoro in campagna. Ben presto però Rachel scopre, proprio grazie a Gem, di avere un sesto senso nel trovare i padroni più adatti a prendersi cura dei trovatelli del rifugio. Tutto il resto della storia la lasciamo scoprire a voi… www.garzantilibri.it/default.php?page=visu_libro&CPID=2779
Il giro del mondo attraverso i monumenti canini: prima tappa Edimburgo
La seicentesca Greyfriars Kirk si trova a Edimburgo, Scozia. Gode di una posizione di estremo rilievo nella storia, in quanto è stata sede dei membri radicali del National Convenant scozzese, frangia religiosa che richiedeva l’autodeterminazione nelle questioni di Chiesa e Stato. Ma ve ne parliamo qui perché la chiesa è anche legata a Greyfriar’s Bobby, un cane estremamente famoso per la sua devozione. Chi è stato a Edimburgo non può non esserci passato, anche solo per caso, e non gli sarà stato facile non fare una foto a fianco della piccola statua dedicata al cagnolino più famoso di Scozia: Bobby. La storia, vera, racconta che uno sky terrier di nome Bobby, appunto, vegliò costantemente per 14 anni e fino alla sua morte avvenuta nel 1872, sulla tomba di quello che fu il suo padrone, John Gray, sepolto nel cimitero della chiesa. Oggi, milioni di persone rendono omaggio alla memoria di questo quattro zampe che è sepolto, caso più unico che raro, nel cimitero adiacente alla Greyfriars Kirk, proprio dove riposa il suo padrone. Da non sottovalutare che, per esempio, su Trivago alla voce “monumento storico” Greyfriars Bobby è una delle 507 mete preferite di viaggio a Edimburgo ed è stata valutata 86 /100… www.greyfriarsbobby.co.uk
E sempre a Edimburgo, questa volta nel Castello (www.edinburghcastle.gov.uk/), c’è persino un Dog Cemetery. Se è noto l’amore per i cani dei britannici, questo piccolo cimitero ne è la prova. A partire dal 1840, sono state sepolte in questo cimitero le mascotte dei reggimenti e i cani degli ufficiali. Qui giacciono amici fedeli come Jess, la mascotte della banda del 41° reggimento dei Royal Highlanders (il Black Watch), morta nel 1881, e Dobbler, il cane che seguì per nove anni fino alla sua morte, avvenuta nel 1893, gli Argyll and Sutherland Highlanders in giro per il mondo, in località come la Cina, lo Srli Lanka e il Sud Africa. Il Castello di Edimburgo è uno dei 345 patrimoni storici tutelati da Historic Scotland: dagli insediamenti preistorici ai palazzi, incluse alcune delle attrazioni turistiche più famose del paese. Per i dettagli visitate www.historic-scotland.gov.uk