In Lapponia sulla slitta di Babbo Natale
a cura di Sahara Sebastiani
E’ lungo e magico l’inverno al Circolo Polare Artico. Nella tundra sterminata coperta di neve e ghiaccio, dove stalattiti gelate scintillano al sole, branchi di renne si aggirano pazienti tra gli arbusti imbiancati brucando quello che possono, cibandosi di quello che trovano. Siamo in Lapponia, all’estremo nord della vecchia Europa, in quella terra remota che forse proprio anche grazie al suo clima rigido ha saputo conservare intatte ataviche tradizioni. E sono loro, le renne, le regine del grande freddo, le vere protagoniste di questo paesaggio incantato. Bellissime da vedere con quel loro aspetto imponente eppure mansueto, docili e utilissime all’uomo (non dimentichiamo che di questi animali, davvero provvidenziali in un ambiente tanto ostile, viene utilizzato proprio tutto, dalla pelle alle corna, e le loro carni sono non solo commestibili, ma addirittura squisite), le renne rievocano immancabilmente il fascino di antiche leggende popolari: già , perché non sono forse loro a trainare la mitica slitta di Babbo Natale nella più magica delle notti, quella del 25 dicembre, quando il simpatico grassone gira il mondo per distribuire doni a tutti i bambini buoni? E non è sempre sotto le spoglie di una renna che ama celarsi la fata bonacciona di tante favole del tempo andato?
Eden per naturalisti
Un paradiso, insomma. Una specie di terra promessa che attende tutti i naturalisti più appassionati, che non manca di esercitare un irresistibile fascino attrattivo su chi ama gli animali. Ci sono i percorsi di birdwatching che stupiscono e lasciano a bocca aperta non appena ci si rende conto della straordinaria varietà di uccelli che qui vivono e nidificano. E, soprattutto, c’è l’emozionante incontro con le renne, un evento che suscita nel turista sensazioni indimenticabili e trasforma il viaggio in un ricordo indelebile in cui ci rivedremo sempre come i protagonisti di una splendida fiaba. Poco per volta, aiutati anche dalle parole di guide locali abili e preparate, si scoprono le principali caratteristiche di questo animale che in fondo tutti conoscono, ma che, in realtà , ben pochi hanno mai avvicinato. Tanto per cominciare, ecco che si apprende che il nome renna è di origine germanica: indica i mammiferi ruminanti del genere Rengifer e alla famiglia dei cervidi, diffusi esclusivamente nelle regioni fredde dell’emisfero settentrionale. Alta in media, alla spalla, da uno a 1,40 metri e lunga non più di due, la renna si contraddistingue per il suo corpo piuttosto tozzo che termina con una breve coda. Ruvido e ispido, il suo mantello sfuma nelle varie tonalità del grigio fumo e, all’altezza del collo, si addensa fino a formare una ricca criniera. Ma l’elemento di maggior spicco nell’aspetto della renna è rappresentato, sia che si tratti di un esemplare maschio sia che sia una femmina, dalle corna: ampie, ramificate e molto arcuate in avanti, terminano con una formazione palmata. Anche gli zoccoli sono importanti: molto divaricati, rappresentano un’arma segreta della renna, lo strumento indispensabile che le consente di camminare nella neve senza sprofondare. Sembrerà strano, ma le renne prediligono i rigori dell’inverno. Quando è estate loro, che amano così tanto la vita in branco, si spostano pigramente alla ricerca di licheni e muschi, che costituiscono la loro abituale fonte di sostentamento. Poi, a settembre, complice l’allontanarsi del caldo, si compie puntualmente ogni anno il miracoloso ripetersi della stagione degli amori, in cui non mancano mai di verificarsi furiosi combattimenti tra i maschi per accaparrarsi il diritto di impalmare la contesa pulzella dagli occhi dolci e le corna affusolate. Il frutto dell’amore vedrà la luce dopo una gravidanza che dura all’incirca otto mesi: tra aprile e maggio, con il ritorno della primavera, le femmine partoriscono uno o due cuccioli che nutriranno e accudiranno amorevolmente fino all’autunno successivo.
Non solo renne
Anche se è vero che, ormai, non esistono più branchi di renne selvagge, è altrettanto vero che la loro presenza in Lapponia è notevolmente aumentata grazie all’intensificarsi dell’allevamento. Gli animali, pur lasciati in condizioni di vivere un’esistenza in piena libertà in mezzo alla natura, sono controllati e curati perché è proprio da loro che dipende gran parte del reddito della popolazione locale: vengono utilizzati sia come ideali partner di lavoro (ricordiamo, per esempio, le renne da sella e da traino), sia come elemento base dell’alimentazione (sono ottime tanto le carni quanto il latte). Ma non crediate che la Lapponia non offra altro al di là delle renne: è un Paese divertente e pieno di risorse, dove la vita all’aperto, nonostante il freddo, la fa da padrona. Sarà stupendo, per esempio, lasciarsi tentare dall’emozione che si prova quando, imbacuccati sotto tute termiche e coperte, si affronterà l’esperienza di una corsa velocissima su una slitta trainata dagli Husky, i celebri cani dagli occhi di ghiaccio. E non meno divertente sarà sfidare il vento lanciandosi in una folle corsa in motoslitta attraverso la tundra, andando incontro all’aurora boreale. Si potrà provare il brivido di dormire una notte in un vero igloo, o passare una giornata in compagnia dei nomadi lapponi, magari pranzando sotto una loro tipica tenda abbandonandosi alla scoperta dei loro piatti tradizionali, in genere graditissimi anche a palati più avvezzi a gusti mediterranei.
Consigli utili
Clima e abbigliamento: il clima è variabile e di tipo artico, è dunque consigliato un abbigliamento caldo e invernale. Per le escursioni nella tundra, le gite in slitta e motoslitta, le organizzazioni locali mettono a disposizione un adeguato abbigliamento termico.
Informazioni: Ente Svedese per il Turismo, www.visitsweden.com
Viaggi organizzati: Il Piccolo Tiglio, www.ilpiccolotiglio.com, Cristiano viaggi, www.cristianoviaggi.it.