Tra mito e realtà, un itinerario di grande suggestione nella Costiera Amalfitana, patrimonio Unesco: panorami, palazzi settecenteschi e un Campus universitario all’avanguardia. Coltivazioni di vigneti e frutteti, giardini di limoni che punteggiano di giallo il verde cupo del fogliame e spiccano sull’acqua del mare color turchino, indaco e smeraldo.
Si rischia di diventare retorici descrivendo la Costiera Amalfitana, un breve tratto di costa a ovest di Salerno, tra Positano e Amalfi, patrimonio Unesco dal 1997. Se tutta l’Italia è un paradiso spettacolare, qualche luogo è più paradisiaco di altri e, bisogna ammetterlo, rende la nostra penisola una delle attrazioni mondiali.
Anche gli stranieri, antichi e moderni, sono rimasti incantati da questi panorami, celebrandoli in tutti i modi.
La Costiera, dunque, frastagliata sul mare e sospesa nella falesia scoscesa dei Monti Lattari, sembra disegnata da un pittore capriccioso. Sarà merito di un pittore, sarà merito di un dio distratto, la Costiera merita davvero l’aggettivo “divina”. E davvero può esistere qui un Sentiero degli Dei.
La leggenda vuole che gli scogli al largo fossero abitati dalle Sirene incantatrici a cui Ulisse sfuggì, soccorso dagli dèi del luogo.
E a loro è dedicato da sempre questo sentiero che si snoda a mezza costa da Agerola a Nocelle, una frazione alta di Positano. Sette chilometri, tra boschi, gole e rupi scoscese, case antiche e grotte rupestri.
Una passeggiata relativamente facile, ma attenzione ad alcuni passaggi. Prima di tutto è importante l’equipaggiamento giusto, scarpe da trekking, zainetto sulle spalle, borraccia, cappellino per il sole. È consigliabile anche affidarsi ad una guida specializzata che aiuterà nei passaggi difficili e spiegherà tante cose nel corso dell’itinerario.
Per esempio, le erbe selvatiche lungo il sentiero, le cime che si avvistano in lontananza, i fiordi e i paesini in riva al mare.
In alcune tappe del percorso alte pareti attrezzate invitano a sperimentare il climbing, anche per principianti. Qui ci si può fermare un po’ ad ammirare esperti arrampicatori, fare fotografie oppure, chissà, a fare qualche prova iniziale. E così anche i meno esperti scopriranno che il climbing è proprio un’evoluzione del trekking. E che si può passare facilmente dalle passeggiate in orizzontale alle salite in verticale.
Panorami infiniti, procedendo da est ad ovest, scoprono in basso i profili della costa, la verticalità spettacolare di Positano, la lunga penisola sorrentina adagiata fino a sfiorare lo splendore di Capri.
E nel percorso tutto allude al Paradiso, dalla vegetazione spontanea alle erbe profumate. Se nel mito gli Dei avevano aiutato Ulisse, nella modernità sembrano portare in un’altra dimensione: come aveva scritto David Herbert Lawrence, visitando questi luoghi, “si riscopre qui un io diverso, mediterraneo e ancestrale”.
Il panorama mozzafiato prosegue fino a Positano, pittoresco, coloratissimo, invitante. Da qui, se non si vuole affrontare una risalita di 1700 gradini per tornare in quota (salita che anni fa era l’abitudine quotidiana degli abitanti del posto, per portare cibo e merci), la soluzione ideale è prendere una barca e tornare via mare ad Amalfi.
Fatica risparmiata e nuova spettacolare vista sulla Costiera dal mare. Il Sentiero degli Dei vale da solo un viaggio in questo frammento di terra campana. Ma l’entroterra riserva altre sorprese.
A cominciare da Agerola, punto di partenza del famoso Sentiero. Situata a 600 metri di altezza, Agerola è il paese più alto della Costiera, all’interno del Parco Regionale dei Monti Lattari. Un piccolo territorio suddiviso in tante frazioni, come accade spesso nei borghi montani. Così anche visitare Agerola è un’avventura, con lunghe passeggiate che si snodano tra i monti e il mare. E una vera rete di sentieri rende Agerola un punto di riferimento assoluto nell’Italia del trekking.
Senza dimenticare che, grazie alla presenza di amministratori lungimiranti, Agerola possiede l’unica struttura al coperto di Lead Climbing della Regione.
A parte il paesaggio, che invita a percorsi meditativi, Agerola ha anche una realtà di grande effetto nelle architetture.
Tra tutte spicca il Palazzo Acampora, nobilissimo e imponente, affascinante Residenza Storica della seconda metà del Settecento. Oggi è sede di un prestigioso ristorante, la Corte degli Dei, ma due secoli fa è stato protagonista di una tragica storia di amore e morte. Il potente generale Avitabile, viceré del Regno di Napoli, fu avvelenato dalla moglie e dal suo giovane amante don Luigi Acampora dei principi di Corfù.
A palazzo furono ricevuti personaggi famosi della cultura e della politica, come Cilea ed Enrico De Nicola, accolti come ospiti dagli Acampora e Agerola divenne una meta di villeggiatura e turismo ricercato.
A partire da questa illustre tradizione, si spiega il recentissimo recupero di un grande edificio nato come Colonia Montana nel ventennio, che oggi gode nuova vita.
Infatti, nel 2019 è diventato Campus “Principe di Napoli”, Università gastronomica e Centro di Alta formazione e specializzazione nel campo dell’enogastronomia e del turismo.
Immerso in un parco di 25.000 metri quadri e in una cornice mozzafiato a strapiombo sulla Costiera, il Campus è il luogo perfetto per formare la nuova classe di dirigenti della gastronomia sotto la guida dello chef tri stellato Heinz Beck. Che ricorda come “l’Italia abbia un grande potenziale inespresso nei settori del turismo e della gastronomia.”
In questo territorio, tante le specialità pronte in tavola.
All’Angolo dei Sapori o al Ristorante Due Torri c’è solo l’imbarazzo della scelta tra salumi nostrani, formaggi, zuppe di legumi, fave fresche, salsicce e patate, friarielli, e chi più ne ha più ne metta. Non dimentichiamo che l’agricoltura è da sempre, infatti, una punta di diamante del territorio, come dimostra l’etimologia di Agerola, dal latino “ager” (campo coltivato). I prodotti tipici del territorio si sono conservati intatti anche per merito delle difficoltà di collegamento e l’isolamento dei piccoli borghi.
Il provolone del monaco, ad esempio, riconosciuto D.O.P. da parte della Commissione europea, che deriva il nome dal mantello/saio con cui si coprivano i casari per proteggersi dal freddo e dall’umidità: un formaggio duro, di latte crudo, prodotto con una determinata percentuale di latte di vacche di razza Agerolese. Il Pane Biscottato, invece, era il tipico “pane dei naviganti” di Amalfi, prodotto con farina integrale, cotto due volte, per poter essere consumato nel tempo, e tradizionalmente consumato bagnato in acqua e condito con olio, origano e aglio. La Pera Pennata, infine, una varietà molto rara, gustosa e dalla caratteristica forma rotondeggiante, si presta benissimo alla produzione di eccellenti marmellate ed in pasticceria: una per tutti la torta ricotta e pera.
Proprio il mix delle due esperienze, quella naturalistica e quella gastronomica, sarà a breve al centro del progetto Agerola Lento Pede, che porterà a scoprire la fitta rete interna di stradine, viottoli e gradonate medievali e insieme i produttori locali.
Consigli di viaggio
La cooperativa di guide per trekking www.cartotrekking.com
Per specialità gastronomiche: L’Angolo dei Sapori www.ristoranteagerola.com
Hotel Ristorante Due Torri www.hotelduetorri.it
Ristorante La Corte degli Dei www.lacortedeglidei.it
Campus Principe di Napoli https://campusprincipedinapoli.it/
Contributi fotografici di Giovanni Scotti