Kandinskij a Rovigo, i collages di Louise Nevelson a Milano, Gustav Klimt a Piacenza
A Rovigo è di scena Kandinskij
L’ambizioso obiettivo di Paolo Bolpagni e di Eugenia Petrova, i curatori della mostra“Kandinskij. L’opera 1900-1940”, a Palazzo Roverella a Rovigo, è cogliere l’unitarietà del percorso artistico dell’inventore dell’astrattismo.
In mostra scorrono 80 opere eccezionali, comprese tra il 1900 e il 1940, che coprono i diversi momenti della carriera dell’artista (Mosca 1866-Parigi 1944). Accanto a queste, spiccano i dipinti dei compagni di strada, come Gabriele Munter, Paul Klee, Arnold Schonberg e altri, oltre a libri, documenti, fotografie, rari filmati d’epoca.
Una mostra, quindi, estremamente interessante perché il visitatore può seguire il cammino artistico di Kandinskij, senza mai dimenticare il rapporto costante con la musica e le radici dell’anima russa. Ma, soprattutto, tenendo presente che per penetrare la sua pittura non bastano gli occhi e il cervello, ma occorre afferrare “lo spirituale nell’arte”.
La sua stessa vita parla di un uomo coraggioso, che a trent’anni scopre la pittura, abbandona la moglie, s’innamora di Gabriele Munter, scopre i colori accesi, in particolare il rosso “colore della forza sicura di se stessa”. A poco a poco semplifica la forma, ma libera il colore, di cui esalta la forza creativa, in grado di evocare sensazioni psicologiche, sonore e tattili.
Nasce così “Sullo spirituale nell’arte” il gruppo del cavaliere azzurro, con la dichiarazione del rifiuto di ogni accademismo per toccare le corde dell’anima.
Una mostra da non perdere, soprattutto per chi ama il grandissimo, coraggioso, vitale e unico Vasilij.
Fino al 26 giugno, www.palazzoroverella.com
Da Giò Marconi non si sbaglia mai
Fino al 29 luglio 2022, negli spazi rinnovati di via Tadino 15 a Milano, Giò Marconi presenta Out of Order-collages, un’importante mostra dedicata all’artista Louise Nevelson. Siamo davanti a un’artista speciale, nata a Kiev nel 1899, emigrata nel Maine con la famiglia e naturalizzata americana, tanto da spegnersi a New York nel 1988.
In contemporanea alla mostra Out Of Order, Louise è ora protagonista alla Biennale di Venezia della mostra “Il latte dei sogni” presso le sale delle Procuratie Vecchie di Piazza San Marco, in occasione del 60 anniversario della sua partecipazione alla Biennale d’arte veneziana nel 1962, dove rappresentava gli Stati Uniti.
“Il modo in cui penso è il collage”, amava dire l’artista a proposito del suo modo di vedere l’arte. Louise si avvicina al collage negli anni ’50, quando, durante un viaggio in Europa, scopre la pratica del collage, messa a punto dai cubisti. Nei suoi collage la Nevelson utilizza materiali utilizzati nelle case, dal ferro, al legno, alle carte strappate, ai materiali di scarto, agli oggetti d’uso. Il motivo? Forse un invito ai visitatori a riflettere sulle potenzialità creative nate dal recupero dei resti della vita quotidiana.
Un po’ elaborato il tutto, ma di un certo fascino. www.giomarconi.com
Klimt: un’occasione per passare da Piacenza
Fino al 24 luglio la Galleria d’Arte Moderna Ricci Oddi ospita la mostra “Klimt. L’uomo, l’artista, il suo mondo”. Con questa mostra, Piacenza vuole festeggiare il “ritorno a casa” del Ritratto di Signora (1916/1917) di Klimt, dipinto sparito nel 1997 dalla Galleria Ricci Oddi poi ritrovato fortunosamente nel 1919.
Oltre 160 opere, tra dipinti, sculture, grafica, manufatti d’arte raccontano il clima del simbolismo europeo, da cui Klimt prende le mosse, per poi introdurre i visitatori nel mondo di Klimt, con le sue prime opere. Ci si addentra nella Secessione viennese fondata da lui nel 1897 in segno di ribellione verso l’arte ufficiale. Nella mostra, curata da Gabriella Belli ed Elena Pontiggia, spiccano i ritratti famosi come il ritratto di Josef Pembaur, il Ritratto di Signora in bianco, o quello della Amiche del 1907.
Il percorso è arricchito anche da un’importante sezione dedicata agli artisti italiani che si ispirarono a Klimt, come Casorati.
Per info: www.riccioddi.it