Nel brindisino, Torre Guaceto attende con le sue attività in natura e con il suo modello virtuoso di equilibrio sostenibile tra uomo e ambiente. Chi ha detto che le Riserve naturalistiche sul mare si godono solo in estate? E che le spiagge intatte si possano frequentare solo quando ci sono 30° e il solleone?
Il Consorzio di Gestione della Riserva Naturale dello Stato e Area Marina Protetta Torre Guaceto ha una ricca programmazione delle attività in natura invernali. Ma che cosa è Torre Guaceto? Avete mai sognato un piccolo paradiso di terra e di mare, dove passeggiare in libertà, osservando stormi di uccelli di passo e praterie di posidonia? Questo paradiso esiste ed è in Puglia: Torre Guaceto è dal 2000 uno dei due unici parchi italiani costituiti da una Riserva marina ed una terrestre adiacenti l’una all’altra e gestite da un unico Ente.
Qui storni e rondini posano indisturbati nei canneti, anche in vista dell’emigrazione a sud, qui tornano alla vita gli animali messi in pericolo dall’impatto antropico, perché il Consorzio di Gestione di Torre Guaceto gestisce due strutture a loro dedicate: il centro recupero fauna selvatica ed il centro recupero tartarughe marine.
Qui, in un ideale sguardo dall’alto, si può vedere un equilibrato succedersi di campi coltivati, oliveti, macchia mediterranea, zona umida, dune e mare blu con infinite praterie di posidonia oceanica, preziosa per l’ossigenazione dell’acqua.
Ebbene questo paradiso da vivere, non solo da contemplare, ci attende per tante attività in natura anche in inverno.
Anzi, l’arrivo dell’avifauna migratrice che va ad aggiungersi a quella stanziale rende l’inverno di Torre Guaceto un periodo decisamente suggestivo.
Trekking per famiglie, scoperta del cielo e della terra, degli animali e della storia della riserva, arte e fotografia, la cultura enogastronomica dell’area protetta sono proposti dal Consorzio insieme con gli operatori ambientali ed escursionistici locali.
Oltre che con le Associazioni attive nel brindisino nell’ambito del mondo della disabilità, perché da sempre il Consorzio, presieduto da Rocky Malatesta, è attento a sostenere l’utenza diversamente abile e a ridurre al minimo eventuali disparità nella fruizione tra gli utenti.
Le cooperative di servizi, cresciute negli anni, occupano giovani che sono i migliori custodi di questo territorio prezioso e delicato.
Una di queste cooperative è Thalassia, formata da giovani fortemente impegnati in attività di escursioni tra i boschi e la macchia mediterranea, la costa e il mare, bike trekking tra sentieri e tratturi dagli ulivi al mare, didattica e laboratori ambientali.
Proprio loro insegneranno agli ospiti in visita la varietà di erbe ed insetti, le regole che sottostanno alla nidificazione e alla emigrazione degli uccelli, la stratificazione di spugne, erbe, conchiglie depositati dal mare.
Le storie di Torre Guaceto non finiscono qui. Il nome deriva dall’antico toponimo arabo Al Gawsit, che significa “acqua dolce”, mentre l’imponente Torre di avvistamento, un manufatto militare cinquecentesco, serviva a dare l’allarme in caso di attacco e resistere anche alle cannonate. Invece la storia recente sorprende, perché mostra che questo piccolo paradiso non è sempre stato così. Venti anni fa quest’area rivelava un ambiente degradato, pesca disordinata e selvaggia, rischio di speculazioni devastanti, perdita di varietà vegetali. In quel periodo il Consorzio, supportato da volontari del WWF e di Slow Food, cominciò a fare un lavoro coraggioso e paziente di tutela del territorio marino e terrestre.
In particolare, è stato avviato un sistema di pesca sostenibile, condotta solo una volta la settimana, con reti a maglia larga, che ha registrato un incremento della popolazione ittica del 400% e una resa di pesca nell’area protetta doppia rispetto a quella che si registra al suo esterno. Così il modello di pesca di Torre Guaceto, riconosciuto come presidio da Slow Food, è diventato un caso di interesse mondiale, che ha attratto studiosi provenienti sin dalla California.
In agricoltura, invece, il Consorzio ha favorito il recupero del Pomodoro Fiaschetto, una cultivar storica abbandonata nel corso degli anni e oggi riconosciuto anche questo come presidio Slow Food. Anche per gli agricoltori, come per i pescatori, si è dimostrato che la pratica di attività sostenibili è anche remunerativa, e quindi conveniente.
E se, dopo le escursioni nella Riserva, i visitatori hanno qualche giorno in più da dedicare alla vacanza?
Ottima occasione per visitare i dintorni. Tutto il territorio brindisino é ricco di piccoli borghi pittoreschi, castelli normanni, uliveti millenari, e attraversato da vie storiche come la Via Appia e la Via Traiana. Ostuni, San Vito dei Normanni, Carovigno, Mesagne e la stessa città di Brindisi invitano a un turismo slow, rispettoso dell’ambiente, che sa apprezzare le tradizioni e il lavoro delle persone.
Sull’esempio delle “buone pratiche” del Consorzio di Torre Guaceto, infatti, anche questi comuni al di fuori del perimetro del territorio tutelato, puntano a diventare più “sostenibili”, migliorando contemporaneamente la qualità di vita dei residenti.
Brindisi, che sta vivendo una vera rinascita culturale, è una città antichissima, porta d’Oriente, forse il porto più importante di tutto l’impero romano e poi scalo importante per le crociate in Terrasanta.
Chiamata la Città bianca, per via del suo caratteristico centro storico interamente dipinto con calce bianca, Ostuni offe un panorama strepitoso dai suoi tre colli, un infinito dedalo di viuzze, negozi di ceramica e di artigianato e una magnifica cattedrale, posta alla sommità del colle più alto, con una facciata di tarde forme gotiche, eleganti portali ogivali e uno splendido rosone a 24 raggi.
Carovigno, invece, domina il territorio con il suo famoso Castello Dentice di Frasso, costituito da tre torrioni (quadrato, circolare e a “mandorla”) costruiti tra il XII e XV secolo.
A San Vito dei Normanni imperdibile la cripta di San Biagio del XII secolo, al centro di un insediamento rupestre, caratterizzato dalla presenza di un ciclo pittorico integro e ben conservato, unico nel meridione, forse dovuto a una comunità di monaci italo-bizantini.
Un bell’esempio di “buone pratiche” ci arriva infine da Mesagne, anni fa conosciuta come centro di malaffare e contrabbando, oggi, dopo una seria politica di recupero e sensibilizzazione, curatissima e affascinante nel suo centro storico, tanto da essere candidata a Capitale italiana della cultura 2024.
Come in tutta la Puglia gastronomia e vini sono eccellenti. Per una sosta golosa: A Brindisi due indirizzi di valore
Il Bistrot Enoteca Anelli, piccolo e accogliente, ideale per un allegro aperitivo, con ricca carta di vini al calice e in bottiglia, in abbinamento con piatti e taglieri gustosi www.anellienoteca.com
Antica Osteria la Sciabica, affascinante locale sul porto di Brindisi, dalle alte volte in tufo, arredato con oggetti da pesca in un piacevolissimo disordine, offre un’ottima e fresca cucina di mare www.facebook.com/lasciabicabrindisi/
Osteria Monacelle a Ostuni offre la tipica cucina pugliese di ingredienti autentici, freschissimi e leggeri, grazie a ricette e cotture scelte con maestria. Sono i piatti di una volta, cucinati con passione e serviti con amabilità www.facebook.com/osteria.monacelle/
La Locanda di Nonna Mena a San Vito dei Normanni ha ricevuto la chiocciola Osterie d’Italia Slow Food con la bella motivazione: “Amore per il proprio lavoro, grande riguardo per gli ospiti e profondo legame con il territorio” www.lalocandadinonnamena.com
Una notevole esperienza sensoriale all’Osteria Casale Ferrovia di Carovigno, un antico frantoio oleario degli anni trenta vicino alla stazione ferroviaria, immerso in un verde paesaggio di ulivi secolari. Materie prime del territorio, rispetto della stagionalità, bella creatività per piatti reinterpretati, come le orecchiette verdi con funghi cardoncelli, con pomodoro e ricotta forte, spaghetti ceci e gamberi, il purè di fave con cicoria, agnello con caponatina www.casaleferrovia.it/
Tutte le info sulla Riserva di Torre Guaceto:
www.riservaditorreguaceto.it – www.torreguaceto.azurewebsites.net – www.cooperativathalassia.com/
Contributi fotografici: Gianni Scotti e Consorzio di Gestione di Torre Guaceto