Il Summit Cop26 si è concluso con risultati poco soddisfacenti dal punto di vista degli impegni per fronteggiare il cambiamento climatico. Il nostro pianeta, con tutta probabilità , dovrà quindi subire ancora notevoli aumenti di emissioni di gas serra e l’atmosfera continuerà ad accumulare inquinanti per diversi decenni.
Uno dei posti dove gli effetti di questa politica rinunciataria possono essere più visibili è l’Islanda. Qui, sulla costa meridionale lungo la Ring Road, dove il ghiacciaio Vatnajökull si getta nell’Oceano Atlantico, si aprono due laghi glaciali: quelli di Fjallsárlón e di Jökusárlón. Nonostante distino a poca distanza l’una dall’altra, le due lagune hanno caratteristiche differenti che, oltre a renderle uniche, motivano la visita di entrambe.
Il Fjallsárlón è un lago più piccolo del Jökusárlón, ma permette alle imbarcazioni di spingersi sin sotto il fronte del ghiacciaio mostrando così tutta la sua maestosità delle pareti che si gettano a strapiombo nell’acqua. Qui i turisti sono meno numerosi rispetto all’altra laguna e permettono di gustare al meglio l’immensità di un paesaggio che, tra gli stridori degli iceberg che si scontrano e lo scricchiolio delle faglie estreme del Vatnajökull che smottano verso valle, mostra tutta la sua immensità . È anche per questo isolamento che la band islandese Kaleo ha registrato proprio nel Fjallsárlón il proprio video Save Yourself. Il riscaldamento climatico qui agisce in due modi: da una parte esponendo le morene all’aria e dall’altra nell’arretramento del fronte di ghiaccio. La fuliggine delle attività vulcaniche e la polvere che si deposita sulla superficie del ghiacciaio, rende lo stesso di un colore grigiastro che diminuisce l’albedo con la conseguente accelerazione dello scioglimento.
A dieci chilometri di distanza dal Fjallsárlón, si apre lo Jökusárlón, la seconda laguna glaciale. Più vasta e più spettacolare della precedente, è però anche quella assaltata dai turisti che qui arrivano in massa anche per visitare la cosiddetta spiaggia dei diamanti, su cui si arenano iceberg ormai quasi completamente sciolti provenienti dalla laguna.
La Jökusárlón è formata dalla lingua glaciale del Breiðamerkurjökull che, dopo essersi espansa fino al 1890, dagli anni Venti del XX secolo ha iniziato a ritrarsi lasciando spazio ad uno specchio d’acqua che si è venuto a formare a partire dal 1935. Oggi questo lago è ampio circa 18 chilometri quadrati e la sua superficie continua ad aumentare a velocità sempre più elevata. Gli iceberg che si staccano dal fronte del ghiacciaio galleggiano nel bacino anche per diversi anni dirigendosi lentamente verso il mare aperto dove si sciolgono. Proprio il collegamento con l’oceano e le continue correnti hanno aumentato la salinità e la limpidezza dello Jökusárlón, mentre la vicina laguna di Fjallsárlón, priva di sbocco marino, ha un lago d’acqua dolce e torbida.
Il traffico sul lago è intenso: i mezzi anfibi e i gommoni continuano a navigare tra gli iceberg mentre sulle rive i turisti si divertono a fotografare le sculture di ghiaccio che continuamente si vengono a formare e a mutare. I più temerari si immergono nelle acque gelide della laguna per pochi secondi (l’ipotermia è sempre in agguato in ambienti così estremi).
In inverno la Fjallsárlón gela completamente, mentre la Jökusárlón è navigabile durante l’intero periodo dell’anno, anche se la quantità di iceberg aumenta considerevolmente. Il Natale è quindi una buona occasione per visitare questi laghi glaciali, tenendo presente che nei giorni immediatamente prima e dopo la festività le attività turistiche sono sospese.
Le lagune glaciali di Jökusárlón e di Fjallsárlón distano cinque ore d’auto da ReykjavÃk. La compagnia che gestisce la navigazione nella Fjallsárlón è la Iceberg Boat Tour (https://fjallsarlon.is/iceberg-boat-tours/), fondata nel 2013 da un gruppo di ambientalisti locali. I tour, che durano tra i 75 e i 90 minuti, sono tutti effettuati in gommoni. Sulla Jökusárlón la compagnia è la Glacier Lagoon (https://icelagoon.is/tours/). Qui si può scegliere se imbarcarsi in un mezzo anfibio o su un gommone che si avvicina maggiormente al fronte del ghiacciaio. In entrambe le lagune sui mezzi sono presenti guide specializzate che spiegano anche in termini scientifici come si sono formate e i pericoli causati dal riscaldamento globale. Per dormire la città più vicina è Hoffel e, 20 minuti più distante la più grande Höfn. A Hoffel è possibile alloggiare nei cottage Lambhus (https://lambhus.is/), da cui si ha una stupenda visuale sul ghiacciaio Hoffell.
Contributi fotografici di Piergiorgio Pescali