A Mendrisio per scoprire A.R.Penck, a Novara il Mito di Venezia a partire da Hayez, a Roma è di scena Gustav Klimt
Al Museo d’arte di Mendrisio approda una grande mostra.
Il protagonista è A.R. Penck (1939-2017), uno dei più importanti artisti tedeschi della seconda metà del Novecento, ancora poco conosciuto in Italia. Un personaggio estremamente affascinante nella sua complessità concettuale, pieno di idee e di interessi, dalla pittura, al jazz, alla scultura, alla cibernetica.
Nato a Dresda, nell’allora Germania dell’Est, Penck, nome d’arte di Ralf Winkler, sente profondamente il contrasto tra la sua fede comunista e l’atteggiamento ostile del regime nei confronti dell’arte d’avanguardia. Per il regime l’unica forma d’arte accettata è il realismo sociale, che esalta la vita dei contadini. Per bypassare la censura, Penck non sceglie l’isolamento dal mondo, ma inventa un linguaggio alternativo fatto di simboli essenziali. Nasce così, nel 1961, la teoria della Standart (forse arte del vessillo), con la figura ripetitiva dell’omino dal grande sesso, presente in ogni dipinto, che inneggia alla rivoluzione, lanciando messaggi e concetti. Come si può intuire, i suoi criptici messaggi insospettiscono il regime. L’artista sente alitare intorno a sé le spie della DDR, da cui non gli resta che fuggire. Così, nel 1980, Penck, ormai considerato uno dei protagonisti della scena pittorica mondiale, emigra all’Ovest. Da quel momento l’artista, finalmente libero, passa dalla Biennale di Venezia del 1984 a New York, a Londra, a San Paolo. Il successo è conclamato, tanto da avere seguaci. A chi si sono ispirati se non a lui i celeberrimi Keith Haring e Jean Michel Basquiat? La mostra parla chiaro…e prosegue fino al 13 febbraio 2022.
Per info: www.mendrisio.ch
Al Castello di Novara un omaggio alla Serenissima
A Novara da qualche anno ci si viene volentieri. Si scopre una cittadina dai portici antichi, bei caffè, ristoranti e trattorie con cucina piemontese. A dare lustro alla città domina nella piazza principale il Castello Visconteo in mattoni rossi, ristrutturato di recente, riconvertito in museo di gran classe, che ospita mostre interessanti. Quest’anno, fino al 30 marzo 2022, l’associazione Mets – Percorsi d’Arte, insieme al Comune e alla Fondazione Castello, propone i grandi artisti, che nel XIX secolo, ha scelto Venezia come soggetto delle loro opere.
Il titolo dell’esposizione “IL MITO DI VENEZIA. Da Hayez alla Biennale” porta in scena il fascino, la bellezza, la magia della Serenissima in occasione dei suoi 1600 anni di storia. Tra le sale più belle, la terza dedicata a Guglielmo Ciardi, uno dei più amati paesaggisti veneti. Le trasparenti tonalità di verde dell’acqua della laguna, così come l’allegria delle lavandaie o le vedute della Riva degli Schiavoni e del canale della Giudecca, tutto ci fa rivivere un passato lontano, ancora oggi intramontabile. Accanto a Ciardi spiccano artisti come Luigi Nono, Alessandro Milesi e Ettore Tito.
Una mostra da non perdere, dove tutto scorre con leggerezza e semplicità, senza reconditi problemi.
Per info: www.metsarte.it
Il geniale e unico Gustav Klimt a Roma
Klimt. La Secessione e l’Italia in mostra al Museo di Roma a Palazzo Braschi, ha come protagonista un artista che non si può non amare. Il viennese Gustav Klimt, a cavallo tra Ottocento e Novecento, con il suo stile inconfondibile, i colori pastello e gli ori bizantini, è imperdibile. In mostra duecento opere –dipinti, manifesti, disegni, sculture- tra cui alcuni dei capolavori più noti, come Giuditta, Amalie Zuckerland e sculture provenienti dal Museo Belvedere di Vienna. Accanto a Klimt, scorrono le opere dei tanti artisti che hanno fatto parte della Secessione viennese. Con un tema estremamente attuale e interessante: il rapporto della Secessione con l’Italia.
Fino al 27 marzo, www.museodiroma.it