A Rimini s’inaugura il Fellini Museum, a Mantova a palazzo Te appare Venere Divina, Goya domina la scena al Basilea, a Pavia cent’anni di storie al femminile
A Rimini per il Fellini Museum
Con risonanza mondiale ha aperto le porte il FELLINI MUSEUM a Rimini, la città natale, tante volte evocata nelle pellicole del grande regista. Colossi della stampa, come il New York Time, hanno dedicato all’evento un’intera pagina, mettendo in evidenza la genialità del polo museale diffuso. Certo è diverso da quanto si poteva immaginare, ma concetto e impatto sono di grande appeal. Piazza Malatesta, diventata area pedonale con giardini e giochi d’acqua, ruota intorno a Castel Sigismondo, cuore del museo, ribbatezzata piazza dei sogni. Per dare al castello il fascino misterioso, caro al regista, si è creato intorno un impalpabile velo d’acqua, realizzato con potenti nebulizzatori, a rievocare la nebbia felliniana.
Per coinvolgere il visitatore, permettendogli di toccare, vedere, muoversi in libertà, ci sono a disposizione dispositivi creati apposta per costruirsi la propria visita. Tra le stanze più belle, quelle dedicate all’intramontabile Giulietta Masina, a Nino Rota, ideatore delle colonne dei film di Fellini, o alla stupenda Anita Eckberg, giustamente eccessiva, come eccessivo è sempre stato Fellini. Non manca neppure il cinema FULGOR, ristrutturato e destinato a diventare il nuovo hub culturale riminese, con all’interno un cinemino, dove proiettare le pellicole felliniane.
Per info: www.fellinimuseum.it
Tutto su Venere a Mantova
Fino al 12 dicembre, Palazzo Te porta in scena la mostra conclusiva del progetto Venere divina. Armonia sulla Terra. Questa volta l’esposizione ha come titolo Venere. Natura, Ombra, Bellezza. La mostra parte dal De Rerum natura del poeta latino Tito Lucrezio Caro, che esalta la Dea della Bellezza come Aeneadum genetrix, progenitrice dei discendenti di Enea, Hominum divumque voluptas, piacere degli uomini e degli dei, alma Venus, madre Venere. Versi bellissimi, che esaltano la forza creatrice della donna. Una mostra colta, che parte da lontano e arriva al Seicento, per spiegare il fascino che i tanti aspetti femminili esercitano sull’uomo e, soprattutto, sull’artista. A illustrare la poliedrica immagine femminile, scorrono opere magnifiche, provenienti dai più grandi musei del mondo. Vediamo Venere come Dea Bellezza in Dosso Dossi, vitale e pronta a risvegliare i sensi, ma anche artefice di pozioni e incantesimi, come in Luca Cranach e Albert Durer, alla fine vincitrice, come nel Giudizio di Paride di Peter Rubens e Venere, Cupido e Marte del Guercino. Da non perdere, si esce contente e su di giri. Non si sa mai.
Per info. www.fondazionepalazzote.it
Goya sempre attuale
Non si può perdere la mostra “GOYA”, anche se per vederla occorre spostarsi in Svizzera, a Basilea, alla fondazione Beyeler. Francisco de Goya (1746-1828) è a tutti gli effetti un antesignano del mondo di oggi: nelle sue opere ci parla di ragione e di insensatezza e dell’essere umano in un mondo conflittuale. In mostra sfilano gioia e fasti dell’epoca dell’artista, ma anche orrori e abissi dell’esistenza umana. Si passa dai ritratti dei membri della famiglia reale, a quelli degli aristocratici, agli amici e conoscenti, attratti dalla personalità di ognuno, attraverso l’acuta penetrazione psicologica dell’artista. Impagabili le Majas, come la Maja al Balcone e la Maja Mezzana, pronte a rivelare un rapporto uomo donna carico di tensione. Accanto ai ritratti, vivono le realtà quotidiane della Spagna, dai mercati, alle arene, all’inquisizione, frutto di superstizione e irrazionalità. Non mancano le sorprese e neppure il foglio tratto dai Desastres de la guera 1811-1814, apprezzati dal Pablo Picasso e Joan Mirò.
Per info: www.fondationbeyeler.ch
Cent’anni di storie al femminile
Come eravamo? L’altro Novecento è il titolo dell’interessante mostra dedicata alle donne. La sede è il bel Castello Isimbardi, a Castello d’ Agogna, vicino a Pavia. La mostra racconta l’evoluzione dell’immagine e del ruolo della donna nel XX secolo attraverso una carrellata di dipinti del Novecento italiano, estremamente significativi e rappresentativi di un’epoca. Da Boldini con i suoi splendidi ritratti di donne dell’alta società, a Morbelli che ci presenta immagini di donne intente a cucire insieme alle compagne di lavoro, in realtà solitarie, tristi e sconsolate, in mostra scorre la vita del secolo scorso. Accanto alle tele, una esposizione fotografica da collezioni pubbliche e private ci dà una versione ancora diversa della realtà del tempo. A completare la panoramica c’è una sezione dedicata alla moda con una serie di proiezioni multimediali e una mostra di abiti dell’epoca, che prosegue al Castello Visconteo di Sartirana. Un evento da non perdere, vario, interessante, divertente, che fa pensare, dedicato anche alle nuove generazioni. Fino al 24 ottobre.
Per info: www.laltro900.wixsite.com/mostra