Nel verde dell’Appennino piacentino un itinerario insolito tra borghi, case in pietra, persone e tradizioni autentiche. Vi interessa un turismo slow, lontano da folle ammassate? Un itinerario en plein air per respirare aria pura, contemplare boschi, il verde intenso delle colline e piccoli borghi di case di pietra?
Ebbene, l’Alta Val Trebbia è quello che fa per voi. Come molte valli piacentine, questa è una zona da scoprire, anche da parte dei turisti più esperti che pensano di aver visto tutto. Lontano dalla pianura padana, ma anche a poco più di un’ora di distanza da città come Milano, Piacenza, Genova, Pavia.
Inserita nel cuore dell’Italia del Nord, eppure poco frequentata. Raggiungibile facilmente, eppure apparentemente isolata. Una zona che per giunta ha l’originalità di essere incuneata in quattro regioni, Lombardia, Emilia-Romagna, Piemonte, Liguria.
Quindi davvero particolare per paesaggio, tradizioni gastronomiche, dialetti. Insomma, l’Alta Val Trebbia rappresenta un itinerario perfetto per evadere dalla città e trovarsi in breve di fronte a panorami inaspettati.
Dopo Bobbio, l’ultimo centro famoso della Valle, che ha conservato l’aspetto di un borgo medievale, superato il famoso Ponte Gobbo a schiena d’asino, la strada comincia a salire, scoprendo rilassanti ondulazioni verdi. In basso il Trebbia, molto amato dai gitanti del fine settimana. In alto presenze ridotte, aria pura, acqua freschissima delle fontane pubbliche lungo la strada. Qui i paesi non sono né famosi, né grandi. Dimensione di borgo o piccolo borgo a Cerignale, Ottone, Zerba, che contano dai 60 ai 200 abitanti l’uno. Eppure sono piccoli gioielli, ognuno con la sua storia di piccola comunità, con le persone che li abitano e li amano, e raccontano volentieri episodi personali e collettivi.
A Cerignale un sindaco illuminato e attivissimo, Massimo Castelli, dimostra in pieno che la tenacia e la passione “muovono le montagne”. Così Cerignale oggi è un borgo che ha conosciuto una rinascita: vecchie case in pietra restaurate benissimo, perfette anche per lunghi momenti di smart working e coworking, un lavatoio e un forno che ricordano la socialità e le tradizioni di un tempo, la vecchia stalla trasformata in sede di mostre, aree verdi attrezzate per conquistare l’interesse di bimbi e genitori e non farli fuggire dal piccolo centro, gigantografie di persone del luogo colte nei loro gesti quotidiani e sorridenti dalle pareti delle case, suggestive incisioni di poesie sulla parete del municipio, piccole bacheche di scambio di libri disponibili per tutti, un lungo murale dedicato ai valori della pace e della libertà. E poi fiori ovunque, alle finestre, nei tronchi di legno scavati, in pentole e paioli di rame appesi ai balconi. Sullo sfondo la dolcezza delle colline verdi, un campanile altissimo, le alture dell’Appennino Emiliano.
Nei dintorni mille escursioni possibili a piedi o in bici, ripercorrendo antichi cammini come la Via Marchesana, un itinerario ricco di storia e cultura che attraversa quattro regioni e attraversa le Valli dell’Appennino piacentino-parmense. Perché qui hanno dominato a lungo i Marchesi Malaspina e poi i Fieschi e i Doria, lasciando un’impronta molto ligure. L’attenzione dell’amministrazione di Cerignale alla sostenibilità ha portato a valorizzare il sistema di irrigazione che percorre tutto il borgo e avviare due piccole centrali idroelettriche che riescono ad esportare energia. D’altronde non è proprio la cultura contadina quella che insegna a non sprecare risorse, a consumare solo quello che serve, possibilmente con forme di solidarietà? Così si riesce a evitare lo spopolamento dei piccoli borghi, a salvare le aree marginali e offrire una forma di turismo semplice e autentico, che oggi è quello più apprezzato.
In un piccolo borgo contano le persone: come Bruna Nobile, della Bottega della Bruna, punto di riferimento per chi cerca biscotti e pane casalingo, cestini da picnic di formaggi e salumi e ricette saporite, buon cibo e una sosta accogliente, anche per trascorrere un pomeriggio all’aperto davanti a un gelato. Praticamente un servizio sociale!
All’Albergo Ristorante del Pino, invece, si può cenare sotto il pergolato con pasta fatta in casa, i “pin” di spinaci e ricotta, tagliolini ai funghi, tortelli di patate burro e salvia, stracotto di manzo, costine e fagioli, crema fritta, crostate e torta di mandorle. In cucina la signora Teresa, ultranovantenne, guida ancora le donne addette a stendere la sfoglia e ritagliare i tortelli.
Ottone, un quieto borgo di collina, si trova a quattro chilometri dal confine con la Liguria. Anche qui case in pietra, fiori alle finestre, un bel Museo di Arte Sacra con splendidi paramenti lasciati dalle chiese dei dintorni, un castello dei Malaspina in cima alla salita, botteghe storiche che raccontano una storia passata di ricchezza e scambi commerciali. Ma soprattutto è imperdibile una sosta alla Pasticceria Gelateria Antico Mulino di Ottone di Alessandro Traverso. Dove ci si ferma per una coppa di gelato artigianale e, se si ha la fortuna di imbattersi nel proprietario, si rimane anche a chiacchierare. Perché Alessandro è un personaggio che racconta l’attaccamento al paese, il desiderio di aprire una bottega utilizzando un garage dismesso negli anni ’90, la passione per avviare continuamente nuove attività. Dai ricordi infantili del profumo dei canestrelli liguri, che la nonna gli comprava a Torriglia, è nata venti anni fa l’attività della Pasticceria Antico Mulino di Ottone. Qui si trovano i baciotti, i castagnotti, i cuoriciotti, biscotti di pasta frolla e gocce di cioccolato, tutti lavorati a mano, il panettone basso genovese, il panettone classico, le praline di cioccolato alle essenze di frutta e fiori, che Alessandro distribuisce in tutto il Nord Italia e vende a Ottone con il suo e-shop. Il packaging curatissimo evoca la sagoma del Monte Lesima, il blu del cielo e il verde dei colli e soprattutto la sagoma del vecchio mulino con le due ruote che è l’icona di Ottone. La produzione salata invece punta alla pinzarella, una focaccia fragrante e leggera come una sfoglia, farcita di salumi, crescenza e rucola.
Il nostro itinerario in Alta Val Trebbia tocca ancora Zerba, il comune più piccolo d’Italia e il più occidentale dell’Emilia Romagna, a 900 metri di altezza. Un fazzoletto di case in pietra, con 64 abitanti, un punto di ristoro La S’cianza, dove si mangiano gnocchi e pasta ai funghi, balconi fioriti davanti al panorama sconfinato di un verde foltissimo. Da queste parti è passato Annibale, il personaggio che si sente echeggiare nei racconti per la sua rovinosa (per i Romani), battaglia della Trebbia. Nei racconti locali echeggia anche Hemingway, che pare abbia definito la Val Trebbia “la valle più bella del mondo” per il fiume che solca i pendii verdissimi, perdendosi all’orizzonte per raggiungere il mare.
Chi sale da Zerba in alto, fino ai 1400 metri, vede il mare della Liguria. Da queste cime partono oggi le piste per coraggiosi bikers, che non temono discese e dislivelli vertiginosi.
Per maggiori informazioni:
www.visitemilia.com – www.experiencemilia.it
Indirizzi utili
A Cerignale: Albergo del Pino camere e appartamenti in affitto: www.hotelalbergodelpino.it,
A Ottone: Albergo Il Genova www.facebook.com/albergogenova, Pasticceria Gelateria Antico Mulino di Ottone per eccellenti specialità artigianali: www.anticomulinodiottone.it.