Sapori autentici e antichi in un territorio ricchissimo di storia, arte, bellezze naturalistiche. Un territorio fertile, vulcanico, vocato all’agricoltura. Ricchi frutti in una terra ancora incontaminata, sebbene a pochi chilometri dalla capitale.
Siamo nelle campagne della Tuscia viterbese, quel territorio esteso dalla Maremma Toscana ai Monti Cimini, dalle lunghe dune di sabbia sul Mar Tirreno alla valle del Medio Tevere.
Un territorio ricchissimo di storia, arte, bellezze naturalistiche: basti pensare alla presenza di tombe etrusche e chiese medievali, di ville e palazzi nobiliari con parchi e giardini, dei palazzi dei Papi a Viterbo e dell’affascinante via Francigena che porta fino a Roma.
Tesori di ogni tipo dunque e tesori della terra che, coltivata da millenni, dà ancora ottimi frutti. Uno in particolare: l’olio Evo, olio extravergine d’oliva, ricavato in massima parte da olive della varietà Canino, riconosciuto e certificato.
Uno dei centri maggiormente vocati a questa attività è Vetralla, piccolo centro situato lungo la via Cassia che si segnala per il suo Duomo dedicato a Sant’Andrea, un’antica icona, la rocca dei Di Vico, scorci pittoreschi in tufo, vicoli e sott’archi.
La cittadina ha cominciato a prendere coscienza del valore dell’Olio Extravergine di Oliva nella cultura del territorio, tanto che l’economia locale non può più prescindere da questo prodotto. A Vetralla due cooperative con più di 1000 soci producono olio di qualità eccellente: macine di pietra, spremitura a freddo per mantenere inalterate le caratteristiche organolettiche dell’olio.
Ma anche condimenti aromatizzati a base di olio extravergine, arancia, limone, peperoncino, fiore di finocchio selvatico, creme di olive e la nuova linea cosmetica a base di olio extravergine di oliva biologico.
Pietro Carloni, presidente di una delle due Cooperative Vetrallesi, osserva che “complessivamente nei cinque frantoi presenti sul territorio comunale vengono conferiti oltre 75 mila quintali di frutto, prevalentemente nella qualità “canino”, che generano un prodotto di bassa acidità (4%), di piacevolissimo gusto e molto apprezzato soprattutto sui mercati dell’Italia nord-orientale dove abbiamo i nostri maggiori estimatori”.
L’olio della Tuscia si accompagna a una serie di squisiti piatti che invitano a degustare la gastronomia alto laziale in ristoranti e locali tipici. Piatti che hanno ancora il sapore degli antichi popoli che abitarono queste terre, sapori forti e autentici.
Posta al crocevia tra la cucina Toscana, quella umbra e quella ebraico romana, la gastronomia della Tuscia é ricca di prodotti locali di prima qualità, alcuni dei quali riconosciuti DOP e IGP dalla Comunità Europea.
L’olio EVO, di acidità bassissima e sapore deciso, è perfetto per condire e cucinare zuppe e minestre di legumi, bruschette, carne alla cacciatora, spezzatini con animali da cortile e cacciagione. Ma anche il pane nella sua semplicità è un prodotto tipico della Tuscia. Il tradizionale pane bianco casereccio non salato ripreso dalla tradizione toscana si presenta sotto forma di grosse pagnotte: anche questo perfetto per le zuppe, la panzanella e la bruschetta. Ottimi i formaggi, dal pecorino romano, frutto della tradizione pastorale che risale addirittura al tempo degli Etruschi, usato soprattutto per condire gli spaghetti cacio e pepe o gli spaghetti alla carbonara, a tutti i formaggi a base di latte di pecora e arricchiti da altri ingredienti, come ad esempio il tartufo.
Non dimentichiamo, tra le ricette tipiche della zona, il pecorino abbinato alle fave fresche e alle pere. Infine la ricotta di pecora della Tuscia che si mangia a tutte le ore, dalla colazione del mattino sul pane tostato ai primi piatti, ai dolci tradizionali come i ravioli di carnevale e le crostate.
Altri ambienti e altri sapori sulle rive del lago di Bolsena, il più grande lago vulcanico d’Europa. A Capodimonte la visita comincia dall’originale e interessante Museo della Navigazione delle acque interne, famoso soprattutto perché ospita la piroga dell’isola Bisentina, ritrovata in profondità nel lago di Bolsena, che ha caratteristiche analoghe a pochi altri esemplari di barche trovate in fiumi e laghi del Nord Italia.
Alla fine degli anni ’50, durante i lavori di drenaggio del lago Trasimeno, nella località Passignano, vennero scoperte a 13/14 m di profondità due imbarcazioni monossili ritenute dell’età del bronzo cioè del 1500 a.C. circa.
Le altre imbarcazioni presenti nel Museo, invece, fanno parte della flotta di imbarcazioni che nel 13º 14º secolo affollavano il Trasimeno e di cui parlano anche fonti scritte umbre. Erano lo strumento principale di lavoro dei pescatori singoli o associati che affittavano dal Comune di Perugia specifiche zone di pesca.
Il lago di Bolsena ha restituito notevoli testimonianze delle frequentazioni delle sue sponde e con lo sviluppo dell’archeologia subacquea anche dei resti sommersi dalla preistoria al Medioevo. Un villaggio di capanne, affiancato da un grande ammasso di pietrame vulcanico risale addirittura alla 1ª età del ferro.
E ci sono anche, a circa 3 metri sotto il livello dell’acqua, ruderi di una grande struttura con due bracci ricurvi che si può interpretare come il porto di Bisenzio, utilizzato dalla età del ferro fino al Medioevo.
Sul lago di Bolsena la gastronomia si sposta verso l’utilizzo del pesce di lago, pescato ogni giorno e servito in ristoranti e trattorie. Dai delicati filetti di persico fritti alla zuppa di pesce, alla tinca cucinata addirittura nel brodo con i tagliolini, dal coregone arrosto fino alle famose anguille del lago legate a un episodio di papa Martino IV. Nella Tuscia, come in tutto il Lazio, ottimi e abbondanti legumi tipici, fagioli, lenticchie, ceci che una volta costituivano l’elemento principale del tradizionale piatto unico. Molto ricercate sono le erbe selvatiche con le quali si prepara la saporitissima “misticanza”, cioè l’insalata ricca di mille varietà. Mentre la cicoria selvatica è l’ingrediente indispensabile per il piatto più caratteristico “l’acqua cotta”. I tozzetti, biscotti croccanti con le nocciole e le ciambelle al vino sono spesso abbinati ai vini dolci della zona.
Lo sviluppo turistico, culturale e gastronomico dell’area si deve in particolare ai Sistemi di Rete, Visit Marta e Naturalmente Capodimonte, due delle quattro Reti d’Impresa su Strada coordinate da VisiTuscia, vincitrici del bando della Regione Lazio che nella sua prima fase ha distribuito finanziamenti a fondo perduto per la promozione di iniziative sul territorio.
Per promuovere ed incentivare le produzioni locali, l’enogastronomia e il turismo, ormai da oltre quindici anni si svolge VisiTuscia, la Borsa del Turismo e dell’Agroalimentare della provincia di Viterbo. “Non è un caso sottolinea il Presidente del Cat-Confeesercenti Viterbo nonché patron della manifestazione , Vincenzo Peparello, “l’evento si sta confermando sempre più il veicolo di promozione turistica più efficace del territorio al punto di avere rilevato come in questo periodo, il turismo nella provincia di Viterbo sia aumentato di oltre il 30%. E non è un caso se produzioni di qualità, come l’Olio extra vergine di oliva, sia nella DOP “Canino” che in quella “Tuscia”, abbiano acquistato una popolarità sui mercati nazionali ed esteri sconosciuta fino a non molti anni fa”
Per maggiori informazioni:
www.olivicoltori.com – www.visitmarta.it – www.naturalmentecapodimonte.it –www.tusciamirabilis.it