Esiliato da Firenze, Dante ebbe come primo refugio e primo ostello Verona, dove visse alla corte degli Scaligeri che governavano la città ghibellina. L’intenso legame tra la città e Dante si sta celebrando con un fitto programma di eventi lungo tutto il 2021.
Due furono i periodi dell’esilio in terra scaligera: dal 1303 al 1304 ospite di Bartolomeo e dal 1312 al 1320, ospite di Cangrande della Scala vicario dell’imperatore. Il “Gran Lombardo” come lo chiamò il Sommo Poeta, a quel tempo il termine Lombardia designava buona parte dell’Italia settentrionale, ospitava scienziati, poeti, artisti, sapienti e gli offrì dimora sicura lontana dalle lotte politiche fiorentine e quella pace interiore che gli permise di incominciare a scrivere il De vulgari eloquentia, comporre buona parte del Paradiso dedicato proprio a Cangrande e discusse la celebre Quaestio de aqua et terra il 20 gennaio del 1320 nella Chiesa di Sant’Elena, prima di recarsi a Ravenna dove morì l’anno dopo.
Se le frequentazioni di Dante con le opere di autori ebraici e mussulmani sono riconosciute da tutti i commentatori, più nebulose sono le notizie circa la sua formazione culturale, gli incontri significativi e la sua stessa vita, soprattutto dopo l’esilio, suffragate da supposizioni più che da certezze. Inoltre la perdita dei manoscritti originali e di parte della corrispondenza stendono un velo sulle fonti del suo pensiero. Il 2021 è dunque l’anno propizio per nuovi studi, approfondimenti e divulgazioni dal punto di vista letterario, storico e artistico.
Promosso da Comune, Diocesi e Università di Verona, l’anno di Dante vuole rappresentare il legame formidabile tra la città e il poeta-letterato-intellettuale fiorentino, all’interno di un più ampio programma nazionale che coinvolge anche Firenze e Ravenna. Il legame profondo tra Cangrande, il più celebre protagonista della storia medioevale veronese e il Fiorentino è simboleggiato in Piazza dei Signori dalla vicinanza fra la grande statua del Poeta, che sarà restaurata e i Palazzi Scaligeri.
Come sa di sale lo pane altrui
Verona è il primo luogo in cui approdò, come scrisse nel Convivio “peregrino quasi mendicando” e non più come rappresentante illustre di un partito o di una città. In quel tempo si sentiva uno sbandato impotente “legno senza vela e senza governo, portato a diversi porti e foci e liti dal vento secco che vapora la dolorosa povertate”.
Dunque si vergognava di essere visto in condizioni miserevoli da coloro che l’avevano stimato e riverito fino a poco tempo prima. Lo consolò l’amicizia di Cangrande e l’ospitalità in dimore circondate da sfarzo nobiliare e sfoggio cavalleresco.
Chissà quali libri consultò Dante presso la Biblioteca Capitolare, attualmente la Biblioteca più antica del mondo ancora in funzione, chiamata “Regina delle collezioni Ecclesiastiche” per la preziosità dei manoscritti conservati, tra cui il codice Ursicino redatto nel 517. Quali testi alimentarono l’enciclopedica cultura del ghibellin fuggiasco, per arrivare a scrivere la Divina Commedia e le altre sue opere? Eppure così definì l’esilio: “come sa di sale/lo pane altrui e com’è duro calle/lo scendere e ‘l salir per l’altrui scale”.
E che disse della lingua parlata a Verona, lui fiorentino e padre del Volgare? Senza tanti giri di parole definì il linguaggio dei Veneti Yrsutum et yspidum !
La discendenza veronese
Il secondogenito di Dante, Pietro Alighieri, mantenuto agli studi a Bologna sempre da Cangrande, ebbe tre figlie monacate nel convento benedettino di San Michele in Campagna, appena fuori dalle mura orientali della città: Gemma, Alighiera e Lucia che ne divenne badessa. Pietro acquistò beni fondiari a San Michele e a Marcellise – zone a nord est di Verona – e a Gargagnago in Valpolicella, dove ora risiede il ventunesimo discendente di Dante, l’unico in linea diretta, il conte Pier Alvise Serego Alighieri.
Celebrazioni del Settecentesimo
L’ospitalità dei Della Scala, la genealogia veronese, le opere scritte nella città scaligera sono segni perenni del legame sentimentale, storico, geografico tra il Sommo Poeta e Verona. A settecento anni dalla sua scomparsa, si sta celebrando l’anniversario con un corposo programma.
Mostre, spettacoli, manifestazioni culturali e di approfondimento scientifico, restauri e convegni, attività formative e divulgative, itinerari turistici alla scoperta della presenza del Poeta a Verona e della sua eredità culturale e artistica animeranno per tutto il 2021 le strade e le piazze, i teatri e le chiese, i musei e i palazzi della città.
Moltissimi gli eventi in cantiere tra cui una grande mostra diffusa “Dante a Verona”, appositamente ideata per quest’anno speciale, fatta di storie e luoghi della città. Il percorso e le tappe saranno raccolti in una mappa, un vademecum cartaceo e virtuale per guidare il visitatore in un immaginario viaggio spazio-temporale. Tra la primavera e l’autunno è in calendario una mostra su Dante e Shakespeare: “Il mito di Verona” alla GAM (Galleria d’arte moderna) e la mostra “L’Inferno” di Michael Mazur a Castelvecchio. Non poteva mancare un momento di approfondimento e di confronto tra importanti voci internazionali con un convegno dal titolo “Con altra voce omai, con altro vello. Dante tra antico e moderno” che coinvolgerà i massimi dantisti da tutto il mondo.
Molti i progetti di restauro, tra cui quello della Statua di Dante di Ugo Zannoni, in Piazza dei Signori. Numerosi gli spettacoli come le “Visioni di Dante” del Teatro Stabile del Veneto; “Dantexperience” con la Budapest National Philarmonic Orchestra e Sonia Bergamasco; “Cantiere Dante”, progetto teatrale di Marco Martinelli e Ermanna Montanari.
Programma completo e aggiornamenti su: www.danteaverona.it
Libri dedicati
Oltre ai libri di successo appena editi come quello di Aldo Cazzullo e di Alessandro Barbero, ne segnaliamo quattro per la particolare, inedita angolazione con cui gli autori riflettono sull’opera dantesca.
Alessandro Anderloni, Dante a Verona, Cierre Edizioni, Sommacampagna 2020.
E’ un testo teatrale avvincente, ambientato negli ultimi giorni del suo soggiorno scaligero, dove incontra personaggi di ogni classe sociale, in scene che ricostruiscono la Verona medioevale.
Franco Bontempi, Commento sinottico alla Divina Commedia di Dante Alighieri, Vol. I-II, Società per lo studio della Storia Ebraica, Brescia 2017.
Se i biografi concordano nel ritenere che Dante abbia incontrato i saggi ebrei alla corte dei Della Scala, Bontempi documenta la commistione tra il sapere filosofico del Duecento e la spiritualità ebraica, mediante una duplice lettura lungo mille pagine dei due volumi: una palese secondo la mentalità del tempo e una nascosta, rilevabile da chi conosce il cammino mistico della tradizione semitica.
Mirco Cittadini, Tutto è Paradiso. Lezioncine dantesche, Edizioni SdT, Verona 2019. L’autore svolge le sue “lezioncine” garbate e intriganti anche in diretta su facebook
Maria Soresina, Libertà va cercando. Il catarismo nella Commedia di Dante, Moretti &Vitali, Bergamo 2009. L’autrice sostiene che Dante era eretico. Non per aver messo i papi all’Inferno, ma perché la dottrina che espone non è cattolica: è quella dei Catari.
Informazioni utili:
L’hotel simbolo di Verona è il Due Torri, un cinque stelle situato nel centro storico della città vicino alla Chiesa di Sant’Anastasia, a due passi dal balcone di Giulietta, Piazza Erbe, Piazza dei Signori. L’arredamento in stile elegante e un’atmosfera “d’altri tempi” accolgono gli ospiti provenienti da tutto il mondo www.duetorrihotels.com
Caffè Dante Bistrot. Specialità veronesi con digressioni creative sono accompagnate da un’invitante Carta dei vini, il tutto servito in sale raffinate di un edificio dell’800 affacciato su Piazza dei Signori con la statua di Dante www.caffedante.it
Antica trattoria Al Bersagliere offre autentico menù di tradizione con ampia carta dei vini in un’atmosfera cordiale e professionale
www.trattoriaalbersagliere.it
Segnaliamo per alloggiare anche l’Hotel Sanmicheli, un tre stelle da poco restaurato, a pochi metri dall’Arena, con ampia offerta di camere singole, doppie, triple e personale multilingue tra cui parlante l’arabo
La soffitta nel cuore di Verona è un appartamento per turisti in un palazzo del 1600, a due passi da Piazza dei Signori, piazza Erbe e Palazzi Scaligeri. Conserva travi a vista, ed è arredato con gusto bohemien, sottolineato da quadri e libri per un turista che ama l’arte e la cultura. Si prenota sulle piattaforme www.airbnb.it – www.vrbo.com