Quest’anno non possiamo visitarli, scopriamo la loro storia. Ormai quasi tutte le città europee (e a volte anche extraeuropee) dal Manzanarre al Reno hanno il loro mercatino di Natale, a causa del coronavirus molti di essi non potranno svolgersi o verranno allestiti in forma ridotta. In Italia sono vietati per decreto.
Impossibilitati a visitare di persona queste manifestazioni, l’occasione è propizia per tracciarne la storia tenendo presente che la maggior parte di essi sono nati sull’onda di una moda scoppiata solo recentemente, negli anni Ottanta del XX secolo unicamente per motivi turistici.
Nonostante, infatti, si continui a citare la storicità di questi eventi, in realtà la loro nascita e sviluppo si incunea in un’area ben precisa localizzata nelle regioni prealpine della Germania meridionale, in particolare in Baviera e Sassonia. Qui, nel XIV secolo, durante il periodo che segnava l’inizio del tempo liturgico natalizio, i contadini e gli artigiani delle campagne iniziarono a riunirsi nelle piazze cittadine per vendere le loro mercanzie: prodotti culinari e dei campi, oggetti in legno, in ceramica, in ferro. Era un modo per racimolare un po’ di soldi in un periodo, come quello invernale, in cui i commerci, le attività agricole e pastorizie erano rallentate a causa della neve che bloccava le vie di comunicazione verso sud.
Sebbene il primo mercatino natalizio di cui si ha notizia nei documenti storici abbia avuto luogo nel 1434 a Dresda, già tra il 1294 e il 1296 a Vienna si era consolidata l’usanza di tenere un Dezembermarkt. A questo seguirono altre fiere decembrine, come quella di Monaco dal 1310, Bautzen nel 1384 e Francoforte nel 1393.
Questi, però, erano mercati che non si differenziavano di molto dalle fiere che si tenevano in altri periodi dell’anno se non per il fatto che, accanto alle mercanzie abitudinarie, vi erano merci esotiche e rare importate da Paesi extraeuropei che venivano comprate come regali natalizi o per celebrare la festa di San Nicola, il santo venerato in modo particolare nei Paesi a nord delle Alpi.
Inoltre, la maggior parte di essi si tenevano solo due o tre giorni e ben prima di Natale in modo da permettere ai venditori di far ritorno ai loro villaggi per festeggiare l’avvenimento con le proprie famiglie.
Quello di Dresda, oltre ad essere storicamente il primo mercato natalizio, è anche quello che, secondo l’opinione di molti appassionati, ha mantenuto l’atmosfera più genuina. Ancora oggi nello Striezelmarkt si trova la Christstollen, la torta di Natale tedesca originaria proprio della città sassone.
Con l’espandersi dell’industria turistica si assistette ad una serie di sviluppi dei mercati natalizi: il primo fu la loro moltiplicazione prima nella regione alpina di cultura tedesca e poi in tutta Europa. Il secondo fu l’estensione del calendario di apertura: da qualche giorno si passò a qualche settimana, poi si inglobò l’intero periodo vacanziero fino all’Epifania ed infine si allungò la permanenza delle bancarelle ben prima del tradizionale 8 dicembre e, in alcuni casi, anche ben dopo il 6 gennaio. Negli anni Ottanta, alcuni mercatini che avevano smesso di funzionare oramai da secoli, vennero riscoperti dai commercianti locali e pubblicizzati dagli uffici turistici cittadini. È il caso del mercatino di Salisburgo, rinato nel 1974 o quello di Strasburgo, cancellato quando i protestanti presero il controllo della città per poi rinascere nel XIX secolo.
In Italia i primi mercatini natalizi nacquero, sempre sotto la spinta commerciale, all’inizio degli anni Ottanta nelle principali città del Sudtirolo: Bolzano, Bressanone, Brunico, Merano. L’enorme successo economico e turistico invogliò altre amministrazioni a seguirne l’esempio sino a creare una sorta di industria ormai inflazionata e la cui atmosfera primitiva, famigliare e raccolta, è stata completamente snaturata.
I mercatini, oltre ad ospitare prodotti che nulla hanno a che vedere con il Natale, hanno anche abbandonato la cornice montana sino a trasferirsi sulle rive del mare, nelle nebbie invernali delle pianure o nel grigiore delle metropoli.
I principali mercatini storici di Natale si allestiscono nella Baviera, nella Sassonia e in Austria. In Italia i più visitati e famosi sono quelli del Sudtirolo, in particolare quello di Bressanone e Brunico. La cornice montana, specialmente se innevata, conferisce a questi eventi un’atmosfera più consona al periodo natalizio.
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Contributi fotografici di Piergiorgio Pescali