Aduc ha denunciato l’Italia alla Commissione Ue per le disposizioni del Codice della Strada relative alle targhe estere e residenti in Italia. La Corte di Cassazione ritiene nullo il verbale per parcheggio nelle strisce blu se il Comune non motiva l’assenza di spazi di sosta liberi. La Corte di Cassazione ha anche confermato la responsabilità ex art- 2052 CdS per i danni cagionati dalla fauna selvatica. Un giudice di pace ha annullato due multe fatte durante il lockdown per illegittimità
Aduc denuncia l’Italia alla Commissione Ue per le disposizioni relative alle targhe estere e residenti in Italia
L’Associazione per i diritti degli utenti e consumatori (Aduc) ha presentato una denuncia alla Commissione Europea per l’apertura di un procedimento d’infrazione nei confronti dell’Italia. L’Aduc, infatti, rtiene l’art. 93, commi 1-bis e ter, del Codice della Strada, che impone pesanti sanzioni per i residenti in Italia da più di 60 giorni alla guida di un’auto con targa estera, sia in contrasto con il diritto europeo. Secondo l’Aduc, tale normativa nazionale non viola solo la libera circolazione dei cittadini e dei lavoratori all’interno dell’Unione Europea, libertà di cercare un lavoro, di stabilirsi o di prestare servizi in qualsiasi stato dell’UE, ma anche , in particolare, gli artt. 3 e 4 della Direttiva CE 83/182, che vietano imposizioni fiscali sulla circolazione di veicoli stranieri che si trovano per meno di 6 mesi, durante il periodo di un anno, sul territorio di uno Stato, qualora il detentore abbia la sua residenza normale in un altro Paese membro dell’Unione Europea ed utilizzi il veicolo da turismo per scopi privati o professionali; Chi ha subito un verbale ai sensi dell’art. 93, comma 1-bis CdS, ma non ha in Italia la “normale residenza” (185 giorni in un anno) e l’auto con targa estera è circolata per meno di sei mesi sul territorio italiano, può, dunque valutare di adire il giudice per un’azione di risarcimento dei danni subiti da un verbale emesso sulla base di una norma interna in aperto contrasto con il diritto europeo.
Info: www.aduc.it
Corte di Cassazione: è nullo il verbale per parcheggio nelle strisce blu se il Comune non motiva l’assenza di spazi di sosta liberi
La sesta sezione civile della Cassazione, con l’ordinanza n. 15678/20, pubblicata lo scorso 23 luglio, ha affermato che deve essere annullata la multa inflitta in base all’articolo 157, comma sesto, del Codice della Strada per la mancata esposizione del ticket di parcheggio sulle strisce blu quando il Comune non è in grado di provare di aver garantito nell’area anche spazi adeguati per il parcheggio libero. Secondo la Corte di Cassazione, infatti, la mancanza di stalli bianchi e il restringimento della sede stradale sono «fatti da riscontrare debitamente». L’ente, ha aggiunto la suprema Corte, deve anche dimostrare che una delibera esclude il parcheggio gratis a causa delle condizioni di traffico nella zona.
Corte di Cassazione: danni cagionati dalla fauna selvatica
In questa estate, condizionata ancora dall’emergenza da COVID 19, in cui si sono cercate località italiane di montagna per evitare l’affollamento e trovare relax nella natura, segnaliamo che la terza sezione civile della Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 13848 dello scorso 6 luglio 2020, in tema di circolazione stradale, ha affermato che per i danni cagionati dalla fauna selvatica sussiste la responsabilità ex art. 2052 Codice Civile. Questa disposizione, infatti, non contiene alcun espresso riferimento ai soli animali domestici, ma riguarda, in generale, quelli suscettibili di proprietà o di utilizzazione da parte dell’uomo, prescindendo dall’esistenza di una situazione di effettiva custodia degli stessi. La responsabilità, quindi, è in capo al proprietario della strada: Stato, Regione, Provincia ed Enti locali minori.
Giudice di pace di Frosinone annulla multe fatte durante il lockdown
Tra le varie decisione emesse in merito a sanzioni inflitte per violazione del lockdown, ne segnaliamo una particolare. A Frosinone il giudice di pace Emilio Manganiello, con la sentenza n. 516/2020 pronunciata 15 luglio e depositata il 29 luglio, ha annullato una ammenda da 400 inflitta a due cittadini, tra loro familiari, che erano stati multati perché trovati fuori casa durante il lockdown, mentre si dirigevano a fare rifornimento di acqua presso un distributore a scheda. Il giudice di pace ha ritenuto tali sanzioni illegittime. Lo stato di emergenza – si legge nella decisione – può essere dichiarato in presenza di calamità naturali o azioni connesse all’attività dell’uomo, come decretato dal codice della Protezione Civile.