Un viaggio insolito nel cuore dello shintoismo giapponese che ci conduce a visitare i tre luoghi dove sono custodite le leggendarie regalie imperiali. Dal primo maggio 2019 il Giappone ha un nuovo gengo, il calendario nazionale legato all’imperatore. Il nome scelto per l’era guidata da Naruhito, succeduto al padre abdicatario Akihito, si chiama Reiwa, “bella armonia”, anche se i kanji che compongono la parola sono utilizzati nella lingua quotidiana per indicare un senso di comando, ordine, legge e per questo, visto il passato coloniale della nazione, hanno generato interpretazioni preoccupanti.
L’investitura di Naruhito, trasmessa in diretta nazionale, ha riproposto un rituale vecchio di diversi secoli durante il quale il nuovo tenno ha preso possesso dei tre tesori, i simboli che la tradizione narra siano appartenuti alla dea Amaterasu, la progenitrice della famiglia imperiale e del popolo giapponese. In realtà il mito di Amaterasu ha permesso al Giappone di retrodatare la propria cultura al 660 a.C. rispetto alla testimonianza storica dell’esistenza del primo imperatore (Kinmei, 539-571 d.C.) negando così il tributo alla cultura coreana di cui quella giapponese è profondamente debitrice.
La nuova era e la sincera emozione con cui molti (non tutti) i giapponesi hanno seguito le rigorose e complicate cerimonie di presentazione dei tre gioielli ha fatto rifiorire il turismo nei tre templi in cui sono custodite le regalie imperiali: lo specchio (Yata no kagami), simbolo della conoscenza e della verità, una spada (Kusanagi), simbolo della forza e un gioiello (Yasakani no magatama), simbolo della salute. Nessuno, neppure l’imperatore stesso, ha mai visto direttamente i gioielli, ma la loro importanza è tale che ai sudditi del Sol Levante basta sapere che essi sono di origine divina. Non occorre essere giapponese o shintoista per visitare questi luoghi sacri, quindi anche un semplice turista può intraprendere questo pellegrinaggio.
La prima tappa è il palazzo imperiale di Tokyo, dove nel tempio di Kashiko dokoro (inaccessibile al pubblico) è custodito lo Yasakani no Magatama. Il palazzo si trova a pochi minuti dalla fermata Tokyo Station sulla Yamanote Line, la linea circolare che collega i punti turistici più importanti della capitale (https://www.jrailpass.com/blog/it/yamanote-tokyo). Circondato da un fossato dove sorgeva la fortezza originale del XIX secolo, il palazzo è di costruzione abbastanza recente dato che fu uno dei principali obiettivi dei bombardamenti statunitensi durante la Seconda guerra mondiale.
Il complesso può essere visitato solo con un tour ufficiale (http://sankan.kunaicho.go.jp/english/guide/institution_kokyo.html), mentre il 2 gennaio di ogni anno la famiglia imperiale accoglie il pubblico dalla balconata del cortile principale del Palazzo imperiale.
La seconda sosta del pellegrinaggio è il tempio di Atsuta, a Nagoya (https://web.archive.org/web/20060614201723/http://www.atsutajingu.or.jp/eng/index.htm#), raggiungibile da Tokyo in due ore grazie ad un comodo collegamento ferroviario con lo Shinkansen (meglio acquistare un Japan Rail Pass, https://www.japan-guide.com/e/e2361.html). Il santuario custodisce la spada Kusanagi no Tsurugi. L’arma sacra non è visibile, ma i visitatori possono ammirare una serie di spade (forse più reali della Kusanagi no Tsurugi) che hanno fatto la storia del Giappone. Il santuario ha quasi due millenni di storia ed è considerato il luogo sacro più importante del Giappone dopo il tempio di Ise di cui ricalca lo stile. Come molti edifici, anche questo venne distrutto dalle bombe Alleate nel 1945; la costruzione attuale risale al 1955.
Dal tempio di Atsuta lo Shinkansen raggiunge la stazione di Ujiyamada a Ise in meno di due ore; da qui altri dieci minuti di bus ci permettono di arrivare nell’immenso Gran Santuario di Ise, il tempio più importante del culto shintoista dedicato alla dea Amaterasu (https://www.isejingu.or.jp/en/about/index.html). In realtà il tempio di Ise è un complesso di 125 edifici divisi in due parti: 93 a Naiku, il sito principale, e 32 a Geku. Lo specchio Yata no Kagami si trova nel primo e, sebbene ai pellegrini sia interdetta l’entrata nel tempio, a Naiku vi sono decine di altre costruzioni da esplorare. Ogni 20 anni, inoltre, i templi principali di Ise vengono ricostruiti (l’ultima ricostruzione risale al 2013) e l’evento attira migliaia di fedeli e curiosi che rivivono il mito shintoista dell’impermanenza e del ciclo della morte e rinascita.
Per dormire ci si può affidare alle numerose catene di hotel a prezzi economici (https://www.booked.net/japan-inn.html) o ai più costosi ryokan (http://www.ryokan.or.jp/english/).
Per pasti economici, ma gustosi si possono sfruttare i ristoranti nelle stazioni.
Per maggiori informazioni si può consultare il sito del turismo giapponese: https://www.japan.travel/it/it/
Foto Piergiorgio Pescali e internet