A Innsbruck per Massimiliano I, a Locarno per Manolo Valdès e il nuovo museo Casorella, Gonçalo Mabunda a Pietrasanta, nel borgo antico di Camporano per la street art
Innsbruck celebra Massimiliano I d’Asburgo
La città austriaca, prediletta da Massimiliano (1459/1519), tanto da farne la capitale segreta del suo impero, ricorda l’imperatore nei cinquecento anni della sua morte con una serie di affascinanti eventi presenti sul sito www.maximilian2019.tirol. L’occasione è ideale per venire in Tirolo. Al Tettuccio d’oro, simbolo della città costruito da Massimiliano nel 500 in occasione delle nozze con Bianca Maria Sforza, la mostra Vivere nel periodo dell’imperatore Massimiliano. Cosa rimane?, racconta la vita di Massimiliano, uomo dalla inesauribile vitalità. Al Palazzo Imperiale, il celebre Hofburg, uno spettacolo di luci trasporta i visitatori nella Innsbruck della fine del Quattrocento, mentre una mostra multimediale fa scoprire l’eclettico Massimiliano, battagliero e amante dell’arte. A una manciata di km da Innsbruck, il Castello di Ambras, prediletto dall’imperatore montanaro e cacciatore, immerso in un parco davvero unico, presenta una Camera delle Meraviglie, piena di curiosità, oltre ad esporre interessanti opere d’arte a lui dedicate. Da non perdere una visita all’abbazia di Stams con la mostra dedicata al ruolo di Massimiliano, statista, politico e uomo di cultura. Per alloggiare, il Grand Hotel Europa, costruito nel 1869, con camere moderne e una stube dal fascino originale, offre un’ottima accoglienza.
A Locarno: Manolo Valdès e il nuovo Museo Casorella. Da non perdere
Eccezionale, vitale, mai ripetitivo, lo spagnolo Manolo Valdes, classe 1942, è un artista dalle intuizioni geniali, sempre alla ricerca d’inediti linguaggi espressivi. La mostra Manolo Valdès, nella suggestiva cornice di Casa Rusca nel centro di Locarno (fino al 6 ottobre, www.museocasarusca.ch), curata da Rudy Chiappini, porta in scena 50 lavori dell’artista, tra dipinti e sculture, tra i più belli del maestro. Velasquez, Rembrandt e Matisse sono il punto di partenza delle sue opere pittoriche e scultoree. “La mia sfida”, spiega,” è reinterpretare il patrimonio artistico del passato, dando origine a qualcosa di differente”. Ci è riuscito in maniera sorprendente. Se la sua pittura è generata dall’osservazione della pittura degli altri, il risultato sono opere personalissime, creative e uniche. Ogni sala è una novità: dal Ritratto di Dama con collo bianco su tela di juta, allo stupendo Deznudo azul, alle Reinas Marianas, in bronzo, simili a un amichevole esercito di Meninas, a Ivy del 2016, in alluminio, in cui il XVII secolo s’incontra con la Pop Art, tutto suscita entusiasmo e interesse.
A pochi passi da Casa Rusca, il 6 aprile Locarno ha inaugurato il nuovo Museo Casorella (www.museocasorella.ch), a ridosso del Castello Visconteo. Uno spazio suggestivo, aperto su un bellissimo giardino, con una selezione di opere donate alla città dall’ artista alsaziano Jean Arp (1887/1966), arricchita da opere di artisti vicini a lui, come Sonia Delaunay e Max Ernst.
Gonçalo Mabunda a Pietrasanta
La Galleria Giovanni Bonelli (www.giovannibonelli.it) presenta nella sede di Pietrasanta, fino al 30 giugno, Gonçalo Mabunda. Il Creatore nascosto, una mostra interessante, da non perdere, in cui l’arte incrocia il passato bellico del Mozambico, il paese dell’artista. Nelle sue opere, Mabunda utilizza materiali bellici smantellati, come proiettili e parti di fucili, usati nella guerra civile, che ha insanguinato il paese per 16 anni.
La produzione di queste opere nasce da un programma governativo dal titolo “trasformare le pistole in speranze”. Con l’originalità, la forza evocativa delle rituali maschere tribali e dei troni, simbolo del domino conquistato con le armi, l’artista condanna le atrocità della guerra. Un’esposizione originale, che fa conoscere un artista oggi presente alla Biennale di Venezia, come esponente del Mozambico
La Street Art rivitalizza un antico borgo
Per tre giorni, dal 13 al 16 giugno, Civita Camporano, un paesino di 400 anime, in provincia di Campobasso (www.cvtastreetfest.com) scopre una nuova vita.
Per il quarto anno consecutivo, l’antico borgo si rivitalizza grazie alla street art in real time. L’iniziativa, promossa dalla pro loco del paese, porta in scena cinque notissimi artisti della street art, di ogni parte del mondo. Chi è da quelle parti ne approfitti per venire a Civita Camporano. Ne vale la pena.
Saranno quattro giorni, tra arte, natura e cultura, rallegrati da suoni e sapori nei vicoli suggestivi del borgo. Ecco un modo per rendere viva l’arte e contrastare l’abbandono di un’Italia spesso dimenticata.