Mostra d’arte al Castello di Novara per i Macchiaioli, alle Gallerie d’Italia per l’imperdibile Romanticismo e l’apertura di VOCE
Imperdibile la splendida mostra “Ottocento in Collezione. Dai Macchiaioli a Segantini” (fino al 24 febbraio, www.metsarte.com) nel Castello Sforzesco-Visconteo, riaperto al pubblico un anno fa, come Museo della Città di Novara. Il Castello, restaurato nel rispetto del dialogo tra passato e presente, tra linee antiche e moderne, dove il mattone è il fil rouge di ogni tempo, è la cornice ideale per la mostra dedicata ai più grandi maestri dell’Ottocento. Da Giovanni Fattori a Gerolamo Induno, da Telemaco Signorini a Mosè Bianchi, da Guglielmo Ciardi a Giovanni Boldini, i capolavori sono 80, tutti ambientati al meglio, sia per il colore delle pareti che per l’illuminazione. La mostra, divisa in otto sezioni, racconta la storia e la vita dell’Ottocento, tra soldati, scene di città e di vita contadina, belle donne e ritratti di vita borghese. Il mio preferito? “La prima neve” di Mosè Bianchi.
Dopo l’arte le golosità! Il mitico chef Antonino Cannavacciuolo, in piazza dei Martiri, a due passi dal Castello, ha aperto un delizioso Cafè&Bistrot (www.cannavacciuolobistrot.it/novara/it), adatto a uno spuntino veloce o a un pranzo stellato. Dai paccheri al ragù napoletano, al carpaccio di ricciola alla cipolla rossa, alla pastiera napoletana rivisitata, tutto merita un assaggio.
“Romanticismo”, a Milano una mostra da record
Tra piazza della Scala e via Manzoni, alle Gallerie d’Italia e al vicino Poldi Pezzoli, la mostra “Romanticismo”, curata con grande passione da Fernando Mazzocca, è la prima grande mostra sul Romanticismo (fino al 17 marzo, www.gallerieditalia.com, www.museopoldipezzoli.org). Nelle sale, duecento opere, alcune mai esposte prima, a spiegare il ruolo dell’Italia e, in particolare di Milano, nel movimento che si svolse tra Germania, Austria, Francia e Inghilterra, all’inizio dell’Ottocento. La città meneghina è stata uno dei centri del Romanticismo, attraendo poeti, scrittori, musicisti, da Ugo Foscolo, ad Alessandro Manzoni, a Giuseppe Verdi. E per quanto riguarda l’arte? La mostra vuole far vedere come l’arte del periodo romantico faccia emergere l’individualità dell’artista e come il romanticismo ribalti i valori del passato, tanto che generi, considerati minori, come il paesaggio, il ritratto o la vita quotidiana, assumono lo stesso valore della pittura storica e religiosa. La natura, per esempio, diventa lo specchio dei sentimenti dell’artista, non più la rappresentazione della realtà. Venezia non è quella ieratica di Canaletto, ma quella dei canali nebbiosi di Caffi, mentre la luna di Bagetti domina la scena, come in Leopardi.
Arte al Museo ma arte anche in cucina. L’ultima novità alle Gallerie d’Italia è l’arrivo di VOCE Aimo e Nadia Caffetteria-Ristorante-Libreria. Un’esperienza enogastronomica e culturale con un menu legato al territorio.